APRILE

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Sto dormendo, dopo aver operato fino alle 4 del mattino, e sono letteralmente a pezzi, quando sento delle urla di frustrazione provenire dalla mia fottuta cucina. Mi alzo a fatica e, stropicciandomi gli occhi gonfi, per la mancanza di sonno, esco dalla stanza, trovandomi davanti Lisa che cammina avanti e indietro per la mia cazzo di sala, urlando, sbattendo i piedi e stringendo le mani a pugno, cercando di spingere. Penso che sia un'allucinazione, deve esserlo, non può essere vero. Sono le 7 del mattino, per l'amor del cielo

«che ci fai qui?» chiedo assonnato

«dov'è la Sister?» domanda senza fermarsi

«è uscita presto per portare Chris e andare al centro per una riunione» conviene risponderle, senza aspettarsi una risposta, visto che sembra furibonda

«questo coso non vuole uscire e non so più che fare. Ma, forse, tu....» si ferma a fissarmi e sorridermi, cercando di farmi fare qualcosa che non vorrò fare

«oh no, non ci pensare neanche. Non saró la tua Sister» rispondo, dirigendomi verso il caffè e scuotendo la testa

«Ric, se questo non vuole uscire, allora diventerò ancora più incazzosa e me la prenderó con te e non me ne andrò più via e renderò la tua vita un inferno. Vuoi questo?» mi guarda minacciosa e ho paura delle sue minacce

«ok, ok cosa posso fare?»

«puoi vedere perché non esce e cosa sta aspettando ancora?» annuisco e andiamo in mansarda. Spero che nasca in fretta, perché non ho più voglia di averla tra le palle, arrabbiata e invadente. Guardo lo schermo e capisco il motivo del ritardo. Il bambino sta soffocando, il cordone gli stringe il collo e il battito cardiaco sta decelerando. Cazzo, se non l'avessi visto, probabilmente mio nipote sarebbe morto e, anche ora, c'è la possibilità che succeda. Come posso dirglielo? Vorrei che ci fosse mia moglie qui. Spengo l'ecografo e le passo dei fazzoletti, per pulirsi la pancia

«ora andiamo in ospedale per fare degli accertamenti, ok?» dico nel modo più rassicurante che conosca

«Ric, c'è qualcosa che non va? lo capisco dal tuo sguardo. Dimmi cosa sta succedendo!» si alza dal letto e maledico il cielo, per essere in questa situazione con la sosia di mia moglie. Anche lei, come l'altra, capisce al volo tutto e questo mi sta sul cazzo, perché non riesco a nascondere nulla. Come se non bastasse questa situazione orripilante, sento un scroscio, abbasso lo sguardo e vedo che le si sono rotte le acque

«dobbiamo andare ora in ospedale. Forza, ti spiegherò tutto» si tiene la pancia ed ora è terrorizzata e credo che stia cominciando a sentire le contrazioni, perché urla dal male. Corro per le scale, dandole la mano per portarla giù, mi infilo un paio di scarpe, prendo le chiavi della macchina e andiamo.

«fa male. Cazzo fa male. Sembra che mi stiano tritando le interiora. Chiama Ste e la Sister. Ti prego»

annuisco e li chiamo dalla macchina, mentre lei grida e spiego di venire subito in ospedale. Ste è dall'altra parte della città e la Fede è nel mezzo di una riunione. Non ho potuto dir loro che ci sono dei problemi, per non far agitare Lisa, quindi pensano di potersela prendere con calma e la pagherò per questo. Cazzo, se la pagherò.

Parcheggio davanti all'ingresso del pronto soccorso e scendo di fretta per prendere una sedia a rotelle e caricare mia cognata che, nel frattempo, dalle urla è passata agli insulti nei miei confronti e degli uomini in generale.

Io e Te. Secondo CapitoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora