1. L'inizio...

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Diventar padre è (decisamente) molto più semplice che esserlo

Autore: Rivaleth
Pubblicato su Efp il 18/09/2013
Genere: Commedia, Romantico Tipo di coppia: Het Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Un po' tutti|Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC|Avvertimenti: nessuno|Contesto: Da Epilogo alternativo

L'inizio...


La mattina del giorno in cui la vita di Draco Malfoy cambiò per sempre si preannunciò tutt'altro che funesta. Non accadde assolutamente nulla da far sospettare al giovane che di lì a sera gli sarebbe capitata una tragedia. Anzi, una vera e propria catastrofe.

Tanto per cominciare, Malfoy era troppo sicuro di sé per lasciare che una sciocchezzuola chiamata "Destino" gli rovinasse la vita.

Perché parliamoci chiaro, la vita di Draco Malfoy era davvero degna d'essere vissuta. In primis, era ricco. Ma non semplicemente ricco, no, lui era schifosamente ricco. E grazie alla sua ricchezza poteva vantare uno stuolo di ville sparse qua e là per l'Inghilterra e la Scozia come tante pecorelle in mezzo a una rigogliosa prateria. Oltre a ciò vantava anche una collezione di auto di lusso d'ultimo modello, le uniche cose che apprezzava del mondo babbano. A dire la verità tutto era partito da un suo capriccio personale, visto che Draco Malfoy era sempre informato sulla moda del momento. Draco Malfoy faceva, anzi, Draco Malfoy era tendenza, e dato che in quel periodo, due o tre anni prima, c'era stato un boom di auto babbane tra la classe dirigente magica inglese, lui naturalmente si era assicurato di essere ben fornito, dalla Porsche gialla alla Maserati grigio metallizzata alla intramontabile Ferrari fiammeggiante, passando per un'altra decina di auto più o meno costose. Adesso tutte quelle auto erano conservate gelosamente nei tanti garage delle tante ville, e non passava anno senza che lui aggiungesse qualche altro prezioso pezzo alla sua collezione di motori a potente propulsione. L'unica volta in cui Malfoy aveva quasi ammirato i babbani era stato proprio nel momento in cui si era messo al volante della Ferrari nera vinta a un'asta. La sua prima auto, il suo più grande amore.

Ma senza dilungarsi troppo oltre, Malfoy era ricco sfondato. Aveva un sarto personale, un esercito di elfi domestici sparsi nelle sue tante ville, impegnati ventiquattro ore su ventiquattro a pulire pavimenti, lucidare e riordinare, anche là dove lui non sarebbe mai andato, tipo la casetta isolata che aveva acquistato sulle isole Falkland, territorio d'oltremare del Regno Unito situato in prossimità dell'Argentina, dove per inciso era stato solo al momento dell'acquisto. Non la vendeva perché considerava il tutto troppo lungo e faticoso.

Ad ogni modo, una simile ricchezza non derivava soltanto dal fatto che i suoi genitori gli avessero lasciato una cospicua dote, visto che quella sarebbe subentrata a rimpinguare le sue casse solo al momento della loro morte, non ancora avvenuta e ben lungi dall'arrivare, grazie a Dio. No, tutti quei bei soldoni arrivavano freschi freschi dal lavoro svolto da Draco Malfoy. Dirigente dell'Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale. Non male, eh? Ciò gli assicurava un ufficio grande quanto un'aula della vecchia Hogwarts, situato al quinto piano del Ministero della Magia, con una gigantesca vetrata che affacciava proprio sulla via principale di Diagon Alley. Da lui dipendevano il Corpo delle Convenzioni dei Commerci Magici Internazionali, l'Ufficio Internazionale della Legge sulla Magia, e i seggi britannici della Confederazione Internazionale dei Maghi. Tale posizione di prestigio e potere era stata raggiunta alla invidiabile età di trent'anni, dopoUN CURRICULUM degno dei migliori diplomatici. Tutto ciò per ribadire con maggior enfasi che aveva ancora tutta la vita davanti a sé, se solo non fosse avvenuta la disgrazia. Ma per quello c'era ancora tempo.

Lo stile di vita di Malfoy si fondava su tre semplicissime regole: soldi, potere e donne.

Donne. Tante donne. Tante donne, una più bella e scema dell'altra. Ma lui non si lamentava affatto, anzi. Lui le amava tutte, le coccolava e le riveriva come regine, e in cambio loro si limitavano a miagolare, a gorgogliare, o, talvolta, a starnazzare. In tali circostanze lui probabilmente le stava scaricando. Le donne erano il suo passatempo preferito, come un giocattolo per un bambino, come l'ambrosia per gli dei. Non poteva rinunciarvi.

Diventar padre è (decisamente) molto più semplice che esserloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora