Gennaio a Londra era uno tra i mesi peggiori dell’anno, come del resto lo sarebbe stato nella maggior parte delle grandi capitali del nord Europa. Ma per Draco Malfoy, abituato a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto, a Londra era peggio che in qualsiasi altra città.
Quello fu poi un gennaio particolarmente flagellato da intense nevicate e temperature che abbondarono di parecchi gradi sotto lo zero. Quel tempo orribile non faceva che peggiorare il suo umore, in quanto contribuiva a creare imponenti ingorghi nel traffico mattutino e serale, rallentare i gufi, che volavano a un ritmo meno serrato e necessitavano di pause più lunghe tra un viaggio e l’altro, rendere più difficoltosi gli spostamenti via caminetto, in quanto questi erano soggetti a congelamento e necessitavano dunque di continue manutenzioni, e persino rendere quasi inaccessibile il bagno al quinto piano del ministero, cioè il piano dove lavorava Malfoy, in quanto vi erano stati dei difetti nel funzionamento della caldaia, poiché il flusso di magia che avvolgeva il Ministero, facendo funzionare ogni apparato al suo interno, non riusciva a scorrere fluidamente a causa del congelamento di alcune tubature. Il risultato era stato quello, per i pochi coraggiosi che si erano arrischiati ad usufruire del bagno in quelle condizioni, di avventurarsi in Antartide, con l’unica differenza che nessuno avrebbe corso il rischio di venire sbranato da un orso polare. Malfoy però, che non era affatto intenzionato a congelarsi le chiappe ogni volta che andava in bagno, tutti i santi giorni era costretto a salire al sesto piano o a scendere al quarto, e la cosa lo irritava oltre ogni dire.
Per di più, come se non bastasse, il signor Matthews continuava a ripetergli, giorno dopo giorno, che Billy non si impegnava al massimo come avrebbe dovuto.
— Secondo lei perché fa così? — domandò in pieno scoramento Malfoy, una sera in cui il maestro gli ripeté per l’ennesima che Billy era un apatico.
— Oh, è semplicissimo: il bambino vuole andare a scuola. — rispose l’insegnante. — Non fa altro che ripetere quanto si annoi a studiare in casa e di come vorrebbe andare a studiare insieme ad altri bambini della sua età.
— Ancora con questa storia?- sbottò stremato Draco, abbandonandosi a peso morto sul divano del soggiorno. — Eppure a me dice di trovarsi bene con lei.
— Con me? Certo che si trova bene, ormai siamo diventati buoni amici, ma dal punto di vista scolastico non c’è niente che io possa fare per accendere in lui l’interesse. E’ determinato a restare ignorante se non verrà accontentato.
Draco sbuffò, estremamente provato da quei giorni di lavoro ininterrotto. Si passò stancamente le dita sugli occhi, strofinando con lentezza.
— Secondo lei cosa dovrei fare? — chiese poi, gettando alle ortiche il proprio orgoglio. Era troppo stanco persino per pensare in piena autonomia.
Matthews si schiarì la voce.
— Io credo che dovrebbe accontentarlo. — rispose gentilmente. — Lo so che per lei è difficile accettare una simile soluzione, glielo posso dire con cognizione di causa perché anche io sono l’ultimo erede di una rispettabile famiglia Purosangue, e riuscire a tollerare i babbani è stato uno degli sforzi più grandi che abbia affrontato in vita mia... ma i bambini come Billy devono poter interagire tra di loro, è l’unico modo per aiutarli a crescere e ad acquisire fiducia in sé stessi.
Draco si torturò le mani, agghiacciato alla prospettiva che gli si presentava: suo figlio, mischiato ai figli dei babbani. Bastava il pensiero per farlo star male.
— Lei crede davvero che potrebbe aiutarlo? — domandò riluttante.
— Sì, e sono convinto che anche la sua educazione scolastica subirebbe una notevole svolta in positivo.
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Diventar padre è (decisamente) molto più semplice che esserlo
Fanfictionby Rivaleth Malfoy ha solo trent'anni e tutto ciò che un uomo possa desiderare: potere, successo, soldi e donne. La sua vita è finalmente perfetta. Ma si sa, i bei momenti sono destinati a durare poco, e lui stesso lo scopre a proprie spese il giorn...