6. Il (quasi) bacio

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Fu una delle notti più lunghe che avesse mai dovuto sopportare; la febbre non scendeva e lui stava sempre peggio. Cercava di farlo stare meglio cambiandogli continuamente il banno sulla fronte, ma niente. Tremava visibilmente e non aveva ancora ripreso conoscenza.
Le prime luci dell'alba illuminarono la stanza, svegliandola.
-buongiorno, come sta?- dietro di lei, Ricardo era entrato nella stanza per sincerarsi delle condizioni di suo fratello.
-credo che sia come ieri sera, purtroppo. La febbre non vuole scendere e le medicine del dottore non sembra che stiano facendo effetto- disse sconsolata.
-ho chiamato l'ospedale di Madrid, mi hanno detto che questa è l'unica cura da seguire e che non possiamo trasferirlo lì, è troppo debole e potrebbe non superare il viaggio- a queste ultime parole, Ricardo abbassó lo sguardo. Voleva molto bene a suo fratello, anche se negli ultimi anni si erano distanziati.
-vai pure a riposare qualche ora, ci penso io qui- le disse.
-ne siete sicuro?-
-se dovessero esserci complicazioni ti faró chiamare immediatamente- la rassicuró l'uomo.

Erano passati altri due giorni e le sue condizioni erano sempre uguali. Ormai Francisca e Ricardo non sapevano più cosa fare per farlo stare meglio, così Ulloa, esasperato, diede ordine a Mauricio di far tornare il dottor Moliner.
-perchè mio fratello non migliora?- urló.
-mi dispiace, ma se non reagisce alla cura io non so che altro fare- rispose sinceramente Lucas.
Quella notte, Francisca si sarebbe dovuta occupare da sola di lui, perchè Antonia le aveva chiesto di poter tornare da sua sorella ad aiutarla.
Le si stavano chiudendo gli occhi, quando sentì Raimundo delirare. Tentó di calmarlo, senza successo. Cambió il panno sulla fronte, ma la situazione non miglioró. Non sapeva più cosa fare, si inginocchió vicino al letto, gli prese la mano e la strinse forte, cominciando a sussurrargli qualunque cosa le passasse per la testa.
-non ti ringrazieró mai abbastanza per avermi dato la possibilità di lavorare qui; Puente Viejo mi piace molto e finalmente mi sento a casa- una lacrima le scese sul viso.
-se dovesse succederti qualcosa di male io..- non riuscì a terminare la frase, perchè un nodo alla gola glielo impedì. Fortunatamente si rese conto che la crisi era passata, così decise di tornare sulla sedia e cercare di riposare qualche ora.

Lentamente aprì gli occhi. I raggi del sole che entravano dalla finestra gli davano fastidio, quindi dovette aprirli e richiuderli diverse volte prima di potersi guardare attorno. L'ultima cosa che ricordava era suo fratello che gli chiedeva se stesse bene, ma quello che vide nella stanza era sicuramente migliore; "quando dorme è ancora più bella" pensó.
Francisca era talmente stanca che nemmeno i raggi del sole riuscirono a svegliarla, ma quando sentì che qualcuno le accarezzava la mano, istintivamente aprì gli occhi. Era Raimundo, che finalmente si era svegliato.
Un enorme sorriso di felicità le si dipinse sul volto, sorriso, che Raimundo non tardó a ricambiare.
-come vi sentite?- gli chiese, alzandosi e avvicinandosi a lui.
-bene, solo un po' intontito- rispose.
-vado a chiamare vostro fratello, sicuramente sarà felicissimo di sapere che vi siete svegliato-.
Raimundo la trattenne per la mano.
-ti ringrazio di esserti presa cura di me- le disse.
-ho fatto solo il mio dovere- taglió corto e uscì dalla stanza prima che lui potesse vedere le sue guance diventare rosse dall'imbarazzo.

In pochi giorni Raimundo guarì quasi completamente, ma non capiva perchè a portargli il pranzo e la cena erano sempre le altre cameriere e non lei. Tutte le volte che chiedeva dove fosse gli rispondevano che stava svolgendo altre mansioni, ma qualcosa gli diceva che non era del tutto vero. Quando finalmente ebbe le forze per alzarsi, decise di andare a cercarla. Aveva paura che si fosse ammalata, ma quando la vide nel suo studio intenta a mettere ordine, capì che doveva esserci un'altra ragione.
-che cosa ci fate in piedi?- gli chiese, non appena lo vide entrare.
-mi sento bene e poi ero stufo di stare tutto il giorno a letto-.
Francisca continuó a pulire e a sistemare, ma si sentiva in imbarazzo sapendo che lui la fissava in continuazione.
-qualcosa non va- le chiese lui a un certo punto.
-no signore, sto benissimo, perchè me lo chiedete?-
-perchè da quando ho ripreso conoscenza non ti ho più vista e pensavo che non stessi bene-.
Francisca si fermó per un istante; non sapeva che scusa inventarsi e poi, come avrebbe potuto spiegare qualcosa che non riusciva a capire nemmeno lei?
-mi sono dovuta occupare di molte faccende, Antonia fa continuamente avanti e indietro da casa di sua sorella e qui c'è molto da fare- gli rispose.
Raimundo si alzó dal divanetto, la prese per un braccio e la obbligó a girarsi.
Si fissarono per qualche secondo, poi lentamente si avvicinarono sempre di più, solo i loro respiri li separavano..
Il campanello della porta d'ingresso li fece sobbalzare, offrendo a Francisca la scusa perfetta per allontanarsi da lì il più velocemente possibile.
A suonare era stata una donna che Francisca riconobbe subito, lasciandola esterrefatta.

una nuova vita - Raimundo&FranciscaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora