C. Dickens - Parte 3

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da "David Copperfield" di Charles Dickens

<<Se io debba risultare l'eroe della mia vita, o se questo posto debba essere tenuto da un altro, lo mostreranno queste pagine. Per iniziare il racconto della mia vita con l'inizio stesso della mia esistenza, dirò che sono nato (così mi hanno detto e lo credo) un Venerdì, a mezzanotte in punto. Fu notato che cominciammo, l'orologio a suonare e io a vagire, nello stesso istante.

In considerazione del giorno e dell'ora della mia nascita, la balia e alcune sagge donne del vicinato che si erano vivamente interessate a me parecchi mesi prima che ci fosse una qualche possibilità che io ne fossi personalmente informato, dichiararono, primo, che ero destinato a una vita infelice; e, secondo, che avrei avuto il dono di vedere spiriti e fantasmi. Essendo queste due prerogative inevitabilmente proprie, a quanto esse credevano, di tutti gli sfortunati bamboli di ambo i sessi nati nelle tarde ore della notte di un venerdì. 

Non ho bisogno di dir nulla sul primo punto perché niente, meglio della mia storia stessa, può dimostrare se la predizione si sia rivelata esatta o no alla prova dei fatti. Circa il secondo punto della questione devo solo notare che, a meno che non abbia fatto prova di questa mia facoltà durante la mia prima infanzia, non la ho ancora sperimentata. Ma non sono affatto dispiaciuto di averlo potuto fare; e, se qualcun altro godesse attualmente di questo potere, gli auguro di cuore di poterlo mantenere.

Nacqui avvolto nell'amnio, che fu messo in vendita, con un annuncio sul giornale, all'esiguo prezzo di quindici ghinee.>>

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