M. Crichton - Parte 14

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da "Congo" di Michael Crichton 

<<Spuntò l'alba sulla foresta pluviale del Congo.

Il sole pallido bruciò il freddo del mattino e l'umida nebbiolina appiccicosa, rivelando un gigantesco mondo silenzioso. Alberi enormi con tronchi di dieci metri di diametro salivano ad altezze di sessanta metri, dove spiegavano la loro densa fronzuta tettoia, nascondendo il cielo e gocciolando perpetuamente. Tendine di grigio muschio, e rampicanti e liane, penzolavano aggrovigliate dagli alberi; orchidee parassite spuntavano dai tronchi. Al suolo, enormi felci, luccicanti d'umidità, crescevano all'altezza del petto di un uomo e racchiudevano la nebbia. Qua e là una macchia di colore: i fiori rossi dell'acanthema, veleno mortale, e il viticcio azzurro della dicindra che si apriva solo di primo mattino. Ma l'impressione di base era quella di un vasto, smisurato mondo grigio-verde, di un luogo estraneo e inospitale.

Jan Kruger posò il fucile e distese i muscoli indolenziti. L'alba spuntava rapida all'equatore; in un attimo faceva già chiaro, anche se ancora permaneva la nebbiolina. Diede un'occhiata al campo della spedizione cui aveva montato la guardia; otto tende di nylon colore arancione acceso, una tenda azzurra per la mensa, un'incerata legata sopra le casse dei rifornimenti nel vano tentativo di tenerli all'asciutto. Vide l'altra guardia, Misulu, seduta su una roccia. Misulu gli fece un cenno di saluto. Vicino c'era l'attrezzatura per trasmettere: un'argentea antenna parabolica, la nera cassetta del trasmettitore, i serpeggianti cavi coassiali che arrivavano sino alla videocamera portatile montata su un treppiede pieghevole. Gli americani si servivano di questa attrezzatura per trasmettere rapporti quotidiani via satellite alla loro sede centrale di Houston.

Kruger era il Bwana mukubwa assunto per portare la spedizione in Congo.>>

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