B. E. Ellis - Parte 13

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da "Meno di zero" do Breat Easton Ellis

<<La gente ha paura di cacciarsi nella mischia delle autostrade di Los Angeles. E' la prima cosa che sento dire al mio ritorno in città. Blair è venuta a prendermi all'aeroporto e mormora questa cosa con un sospiro mentre la macchina si arrampica sullo svincolo. Dice: "La gente ha paura di cacciarsi nella mischia delle autostrade di Los Angeles". Quella frase non dovrebbe mettermi in agitazione, tuttavia mi rimane in testa per un tempo fastidiosamente lungo. Quasi che non m'importi di nient'altro. Non del fatto che ho diciott'anni e che è dicembre, e che il viaggio in aereo è stato brutto, e quei due di Santa Barbara che mi stavano seduti di fronte in prima classe si erano presi una bella sbronza. Non della fanghiglia fredda e melmosa che mi è schizzata su jeans l'altra mattina di buon'ora in un aeroporto del New Hampshire. Non della macchia sulla manica della mia camicia umida e strapazzata, una camicia che stamattina sfoggiava freschezza e pulizia. Non dello strappo sullo scollo del mio gilet di lana grigia, che pare vagamente più orientale di prima, specialmente se confrontato ai jeans puliti e attillati di Blair e alla sua T-shirt celeste. Tutto questo appare irrilevante a petto di quell'unica frase. Sembra più facile sentir dire che la gente ha paura di cacciasi nella mischia, piuttosto che cose tipo "Sono quasi sicura che Muriel è anoressica"; o un cantante alla radio che ce l'ha su con le onde magnetiche. Nient'altro sembra avere importanza all'infuori di quelle tredici parole. Non i venti caldi, che paiono spingere l'auto lungo la vuota striscia d'asfalto; o il vago sentore di marijuana che ancora pervade debolmente la macchina di Blair. Per farla breve, sono un ragazzo che torna a casa per un mese e incontro qualcuno che non ho visto per quattro mesi; e la gente ha paura di cacciarsi nella mischia.>>

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