da "L'estrema fortuna" di Richard Ford
<<Quinn sentiva di aver bisogno di un colpo di fortuna.
Rae sarebbe arrivata da Città del Messico nel pomeriggio e, se piazzavano bene i soldi, Sonny sarebbe uscito dalla prisiòn tre giorni dopo e si sarebbe tolto dalle scatole.
La fortuna, pensò Quinn, ha sempre avuto un debole per l'efficienza. Lo diceva pure un proverbio persiano. E da quando era arrivato ad Oaxaca, era la sola cosa che era riuscito ad essere. L'unico punto di cui non poteva essere sicuro - e che lo impensieriva - era se l'aver fortuna faceva ancora parte della sua personalità.
Nel pomeriggio aveva incontrato una ragazza italiana al Portal de Flores. Era uscita dai giardini e si aggirava tra i tavolini sul marciapiedi come se stesse cercando qualcuno in particolare, poi s'era piazzata al suo tavolo. Mentre si sedeva gli aveva sorriso e si era girata a guardare verso il Portal, agli hippies, ai mendicanti seduti sulle coperte e ai turisti inglesi che prendevano il caffè. Poi si era rivolta a lui con un sorriso fiducioso, come se fosse sicura che lui avrebbe capito perché s'era seduta lì. Quinn aveva ormai preso l'abitudine di evitare qualsiasi conversazione non strettamente indispensabile. Parlare era rischioso. Non si sapeva mai cosa si poteva dire e sette mesi passati da solo gli avevano insegnato a stare zitto. Però non gli dispiaceva affatto starsene lì seduto di fronte a lei. Non si mettono mica incinte con lo sguardo, le donne.>>
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Incipit
RandomUna raccolta dei migliori incipit della letteratura. Partecipazione e suggerimenti altrui, purché adeguati e consoni al contesto, sono ampiamente graditi.