I never give up

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I never give up...

Sono sola su questa terrazza già da un po', il sole caldo che mi scotta la fronte e mi acceca lo sguardo ha passato lo zenit da un pezzo, mi sento incredibilmente triste e anche arrabbiata. Il rapporto che avevo faticosamente creato con Daryl, si sta sgretolando sempre di più ogni giorno che passa, come le rocce colpite lungamente dall'acqua. Mi sento un tantino impotente, vorrei spaccare tutto; tiro un calcio alla ringhiera arrugginita e l'unico risultato che ottengo è che adesso mi fa anche male l'alluce del piede destro. Perfetto mi dico saltellando su quello buono. Un flash mi coglie alla sprovvista e un altro pezzo del puzzle va al suo posto. Ricordo di essermi fatta male alla caviglia e Daryl che cavallerescamente mi portava in braccio a fare colazione, come batteva forte il mio cuore nel sentire le sue braccia intorno a me. Prima che l'agente Gorman mi rapisse, credevo di aver scalfito la superfice della sua armatura, di aver fatto finalmente breccia nella sua anima. Ora cosa mi è rimasto? Nulla, niente.

Non mi parla, non mi guarda neanche. Quella che abbiamo avuto poco fa è la conversazione più lunga che abbiamo fatto negli ultimi dieci giorni. Ammetto di essere spiazzata, tutti gli altri sono entusiasti del mio risveglio ma Daryl... sembra... bo? Non lo so nemmeno io cosa sembra, però non è felice; qualcosa lo logora dentro ed io mi dannerei l'anima per sapere cos'è. Non so perché avevo dato per scontato che quando mi fossi risvegliata avremmo avuto il nostro lieto fine, forse mi sono fatta davvero troppi film mentali su di noi, imbranata come sono, forse ho frainteso i segnali. Ho scambiato la sua rettitudine, il suo costante sforzo di proteggermi per qualcosa di più. Qualcosa che volevo vedere a tutti i costi. Cosa mi rimane del mio sogno? Solo l'amaro in bocca.

È tornato a essere scostante, distaccato, come lo era i primi giorni alla fattoria; quando cercava strenuamente Sophia la figlia di Carol. Otis l'aveva già trovata in realtà ma noi non potevamo saperlo, erano lui, mio fratello maggiore e mio padre che si occupavano di mettere i "malati" nel fienile. Io, Patricia e Maggie dovevamo solo occuparci a turni di nutrirli; Patricia azzoppava un doppio paio di galline ed io o Maggie le buttavamo in mezzo a loro dall'alto. Non avevamo nemmeno bisogno di vederli bene. Era tutto così semplice. Ne arrivavano pochi nelle vicinanze della fattoria, credevamo di essere al sicuro, credevamo che una parte del governo fosse sopravvissuta e fosse già all'opera per trovare una cura, credevamo in un sacco di cose. Che illusi!

Mi ricordo Daryl a quei tempi, aveva ancora i capelli corti e si aggirava con quell'aria da finto duro. Mi aveva colpito fin da subito, come una piccola stalker lo spiavo in silenzio. Sapevo di non essere alla sua altezza, ero una ragazzina di diciassette anni conoscevo i miei limiti. Mi facevo i miei film in silenzio su chi potesse essere stato in passato... sognavo. Non l'avevo detto a nessuno, nemmeno a Maggie cui ero solita raccontare tutto ma dopo che mi ero ripresa dal mio tentativo di suicidio, Daryl era diventato il mio "interesse" principale, la mia via di fuga dalla realtà, quasi fosse una rock star. Era sempre imperscrutabile, e questo se possibile m'incendiava di più. Quando Sophia uscì da quel fienile, per la prima volta vidi nel suo sguardo un barlume dell'anima che cercava di nascondere e questo mi affascinò totalmente.

Il dolore nei suoi occhi mi aveva fatto capire quale anima gentile e tormentata si nascondeva dietro ai suoi sguardi cupi e alla sua durezza. Daryl Dixon possedeva più sfaccettature di quanto credessi. Un diamante grezzo, ma non per questo meno prezioso ai miei occhi. Ora però ho perduto tutto questo, Daryl si sta allontanando sempre di più, non solo da me però, ed è questo che mi preoccupa ulteriormente. Si è isolato da tutti, scambia giusto due parole in più con Rick, perché deve aggiornarlo sulle provviste che trova ma questo è tutto.

So da quello che mi ha raccontato Carol che quando Down mi ha sparato, lui l'ha uccisa senza nessuna esitazione e so che non gli piace uccidere altri esseri umani, poi si è chinato sul mio corpo disperato e mi ha sollevato delicatamente per portarmi fuori da questo ospedale maledetto. So che mentre dormivo mi è stato sempre accanto, mi domando se sia solo per il senso di colpa per non aver fatto abbastanza contro il governatore, o per non aver salvato mio padre e tutti gli altri. Per una sorta di risarcimento nei miei confronti.

After the end of the world, you can start over? Daryl&Beth... love storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora