Capitolo XIII

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I giorni successivi trascorrono tutti con uno stesso ritmo, non una parola con Emily, non una carezza, un abbraccio, non uno sguardo.. non riuscivo a sostenerlo.

Mi aveva bloccato su WhatsApp, Twitter, Facebook, Ask e su qualunque altro social.
Io mi sono limitato a farla uscire dal mio cuore, o almeno, a cercare di far diventare l'immagine della ragazza dolce coi capelli rossi di cui mi ero innamorato, in ciò che era davvero, una troia.

Passo sempre più tempo con Lucy e devo dire che la cosa non mi dispiace, avevamo dei caratteri molto compatibili ed era l'unica con cui potevo sfogarmi, confidarmi, o semplicemente parlare.
Infatti, i discorsi erano sempre incentrati su Emily, quasi, a volte mi sembrava di darle fastidio ma mi aiutava a sfogarmi, fare battutine su quella ragazza, chiamarla troia, mi faceva come liberare da un peso e non mi facevo troppi problemi perché Lucy ci rideva su, come se volesse che io dicessi queste cose su di lei, beh, no problem.

Mancava si e no una settimana alla fine della scuola e la cosa più "bella" è che non avrei più rivisto quella ragazza che ormai era diventata il mio tormento.
Non riuscivo nemmeno più a studiare e questo era un problema.. avevo 5 in matematica e se non riuscivo a passare l'interrogazione mi avrebbero lasciato la materia, non posso permettermi di studiare d'estate, non esiste, devo passare quest'interrogazione, fanculo Emily!
.. fanculo Emily.

-Pettyfer, pettyfer sveglia! Non puoi permetterti di distrarti, o vuoi percaso il debito?-

-Oh cosa.. hem scusi prof..- ecco io..

-Tu cosa Pettyfer? Vuoi percaso il debito?- Dice dura la professoressa, mentre ovviamente tutti in classe mi guardavano, eccetto Emily.. e certo, ti pareva che a quella potesse interessare qualcosa di me..

-No prof, se vuole posso venire anche adesso alla lavagna.- Dico alzandomi e sorridendo sfacciato.

-Bene Alex, vieni allora. Copia il testo della 432.- Dice mentre mi alzo e vado alla lavagna facendo come dice, risolvo tutto l'esercizio lentamente e facendo i passaggi uno alla volta ma non sbaglio niente, risulta e lei mi guarda.
-Va bene vai a posto che devo interrogare anche gli altri e con te facciamo notte.-

-Professoressa quanto mi ha messo?- Azzardo io.

-Alex quanto ti posso mettere secondo te? Alla sufficienza non ci arrivi.. vediamo in consiglio di classe cosa si decide ma, così non va bene.

-Mh.. okay..- Dico tornando a posto amareggiato mentre tutti tacciono, chiedo al mio migliore amico e, compagno di banco come fosse andata.. lui dice di non aver Seguito, guardava Gwen per tutta la lezione..
Ah odiavo questa cosa di lui.. cavolo lei è una stronza peggio della sua amica, ti prende per il culo e tu la guardi?!
.. okkay forse non ero nella posizione giusta per parlare, però ci rimango male, in fondo non mi sembrava di aver fatto poi così schifo, è risultato.. ci ho messo un po' ma non perché mi sia bloccato, semplicemente ho fatto tutti i passaggi e.. va bene va, tanto è inutile, magari faccio davvero così schifo.

...

Dopo una mezz'oretta suona la campana di uscita, oggi ero proprio a casa di Christian, il mio migliore amico, avevamo un progetto per educazione civica e almeno era una scusa per vederci, non stavamo quasi mai insieme.
Ci chiamavamo "migliori amici" perché alla fine ci conoscevamo da quando eravamo bambini, però è da quando abbiamo iniziato a "crescere" che non facciamo altro che litigare su qualunque cazzata, abbiamo dei caratteri totalmente diversi, lui in certi momenti è come se fosse un bambino e io non lo sopportavo.
Fortunatamente però, facevamo sempre pace.

Entro nell'auto di sua madre e la saluto calorosamente, lo stesso fa lei con me, mi adora quella donna, mi piaceva la sua famiglia perché è come se io fossi un altro figlio per loro.
Passiamo prima a prendere i suoi fratelli, Marcus che era il più piccolo dei tre ed era come una mia piccola fotocopia, lo dicevano tutti. E Diana che era più piccola di Christian e più grande di Marcus ma, per me era come una sorellina più piccola e spesso e volentieri chiedeva più consigli a me che a suo fratello maggiore.

Dopo poco arriviamo a casa e subito mangiamo, scherziamo e ridiamo per poi iniziare a fare il progetto.
Eravamo in camera sua, lui al computer e io di lato sul letto quando mi viene in mente che.. non sapeva nulla di Emily!
Non sapeva del bacio, non sapeva del mio aver marinato la scuola e di essermi sfogato con Lucy al parco che, in seguito mi disse che si trovava lì per disegnare, era proprio brava a dis....aspetta che c'entra Lucy?
Dicevo, Christian, il mio migliore amico era allo scuro di tutto.. e sono passati tipo.. una o due settimane.
Avevo paura si arrabbiasse ma alla fine giro la sua sedia e gli racconto tutto faccia a faccia, non dovevo sfogarmi, l'avevo già fatto con Lucy, era più come un qualcosa che dovevo dirgli il prima possibile per evitare un'altra lite con lui offeso.

Fortunatamente gli spiego che tra lo studio e altro non ci siamo potuti vedere e invento che non sarei riuscito a parlare di questo per telefono, lui ci crede.

Dopo aver finito di elencargli i fatti, ecco che parte anche lui con la solita ramanzina sul fatto che io non potrei mai stare con lei, che ho sbagliato e tutto il resto.
Poi però mi vede sbottare, alla fine cos'avevo io meno degli altri eh?!
Iniziamo ad avere una delle nostre solite liti, io ci stavo davvero male.
Cavolo sei il mio migliore amico, non puoi andarmi contro così.

Sembra capirlo dopo qualche minuto, quando tutto si calma e ci abbracciamo forte.
Da lì in poi continuiamo col progetto facendo battutine su Emily e Gwen, forse era l'unico modo per cercare di vederle per quello che erano realmente e non come gli angeli che non sono.

Nessun'altra è come lei Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora