Capitolo IV

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Camminiamo per un po' e sto davvero iniziando ad averne abbastanza di lui.
Conoscevo Dylan, di vista si, ma so che non è il tipo di cui parla lei.
Odio quando ragazzi del genere fingono di essere dolci e premurosi quando in realtà vogliono una cosa sola.
E lei.. ma è possibile credere a stronzate simili con così tanta facilità?!

-Eccolo! Quello è perfetto!-

I miei pensieri vengono interrotti e mi sento scaraventato dentro un negozietto del centro.

-Tienimi la borsa vado a provarlo- mi dice lei lanciandomi la borsa che, in base al peso sembra contenere un cadavere.
Mi siedo su un divanetto bianco davanti il camerino e mi guardo intorno lungo il grande e luminoso negozio.
Dopo poco lei esce, era bellissima.
Un vestitino color panna metteva in risalto il suo viso apparentemente angelico, i suoi occhi risaltavano a dei richiami del vestito e i capelli un po' arruffati, come sempre, le scendevano lungo le spalle.
Resto a bocca aperta per un po' spalancando di poco gli occhi, lei si accorge della mia reazione ed abbassa il capo mordendosi il labbro per soffocare un sorriso.
Passa qualche secondo e lei per spezzare l'imbarazzo mi chiede cosa ne penso.

-Allora..- si mette una mano sul fianco e mi guarda mentre si tratteneva dal  non ridere vedendomi balbettare.
-Che ne pensi? Dici che gli piacerà?-

Ah giusto.. il vestito era per lui.
Oh beh.. questo non toglie il fatto che le sta veramente d'incanto.

-Sei bellissima, davvero.- Dico io -Ed eri bellissima anche con gli altri mille che ti sei provata prima- ridacchio e lei ride pure.
Adoro quando ride. Nessuna ride allo stesso modo.
Che poi lei ha diversi modi di ridere.. quando le battute non sono così divertenti come in questo caso, la sua è una sorta di risata a labbra serrate.
Ma la mia preferita è quella che le esce davvero col cuore: spalanca la bocca e si piega iniziando a ridere forte mettendo in evidenza quelle adorabili fossette.
Si, ok, non è proprio una risata dolce e carismatica, ma su di lei.. Dio se era dolce.

Si cambia e le pago io il vestito, non m'importava se era per un altro, non m'importava il prezzo, mi bastava sapere che le stava veramente bene, come tutto del resto.

Usciamo dal negozio e la riaccompagno a casa ma ecco che, puntualmente, mentre stavo tornando a piedi sento delle gocce cadere e un temporale scoppia inesorabile.
La mia solita fortuna...

Cerco riparo sotto un piccolo balconcino e prendo il telefono cercando di fare, con le mani congelate, il numero della mia migliore amica. Era più piccola si, ma era l'unica su cui potevo contare.

-Hei sorellina..- le dico stringendomi nelle spalle per il freddo. -Sono tra casa tua e quella di Emily sotto il balcone della signora Mary, non è che potresti venire con un ombrello?- dico un po' imbarazzato con una voce da cucciolo mentre la sento ridacchiare dall'altra parte del telefono.

"Sto arrivando fratellone" mi dice lei ancora ridacchiando e sorrido al pensiero che al mondo qualcuno che a me teneva, c'era.

Nessun'altra è come lei Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora