Capitolo VII

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Passo tutto il resto della giornata cercando quei dolci e fuggitivi occhi verdi ma al suono della campanella di fine lezioni il mio corpo si ferma.
Tempo scaduto..
Mi blocco. Il caos e la confusione dei ragazzi che uscivano mi rendevano ancora più difficile intravedere anche una sola ciocca di capelli rossi.
Si, non l'avrei trovata ugualmente, magari non era neanche più a scuola.
Ma ovunque vado io la cerco e, neanche stavolta sono di meno.

Non passa troppo tempo e rimango solo io, la grande scuola mi sembra ormai solo un enorme deserto e io mi sento come se stessi cercando l'acqua, in questa grande duna. Impossibile.

Abbasso il capo, stringo la spalliera del mio zaino e faccio per tornare a casa quando mi sento fermare e mi giro.
-Lucy?- La guardo e non faccio in tempo a dire nient'altro che lei mi bacia una guancia e mi sussurra un "grazie".
Sorrido a quel gesto e la guardo dolcemente.
-Figurati. Le ragazze non si toccano.-
Dico mentre il mio sguardo è fisso sul suo braccio, aveva un enorme livido nero che spiccava rispetto agli altri. Lei nota il mio sguardo e si copre con la manica.
-Scusami..- sussurro.
-Di che? Ti va di fare la strada insieme?- Mi dice lei e automaticamente sorrido annuendo.

Durante il tragitto parliamo un po', lei mi racconta di se, si confida, mi parla della sua famiglia e del fatto che non era la prima volta che Dylan e i suoi amici le mettevano le mani addosso.
Io la ascolto con attenzione, le dico come la penso e provo a "consolarla", però sento di essere con lei solo fisicamente, con la testa ero altrove.
Stavo solo pensando a dove potesse essere andata Emily, a come stava, se Dylan aveva fatto del male anche a lei, se invece era stato dolce e dopo ciò che ho fatto lei adesso mi odia. No.. non posso pensare di perderla, è troppo importante.
Mi mordo nervosamente il labbro inconsciamente e dopo un po' Lucy accorgendosene mi chiede se andasse tutto bene.
-Alex.. che hai? Va tutto bene?-

-Mh? Cos.. oh sisi..stavo.. mh.. stavo solo pensando a una cosa ma.. nulla di grave cioè.. nulla, dicevamo?-

Lei mi guarda e storce un sopracciglio.
-Emily vero?-

Quel nome mi entra dentro e, un forte brivido si fa strada lungo tutta la mia schiena. Annuisco.
-Non vorrei aver rovinato tutto, capisci?- sussurro sedendomi su una delle verdi panchine del parco che stavamo attraversando.
Non riesco a vedere il suo viso perché guardo in basso ma vedo le sue gambe avvicinarsi, si siede accanto a me e mi mette una mano sulla spalla.
-Lei non è l'unica ragazza al mondo, lo sai bene..-

-Ma è l'unica che riesco a vedere, le altre neanche esistono per me.- Ribatto sembrando più freddo di quanto volessi apparire e percepisco in lei un cambiamento d'umore che però, non riesco a comprendere. Per questo alzo il viso e la guardo come a dirle "scusa, non volevo."

-Mi spieghi come fai ad amare una persona del genere? Che neanche ti considera e ti mette sempre all'ultimo posto chiamandoti però per primo se lei ha di bisogno.
Insomma, ti tratta come se fossi il suo cagnolino.. e a te non importa...-

A quelle parole stringo i denti e guardo nuovamente in basso rispondendole, guardandola di tanto in tanto.
-Sai come la penso, a me basta stare con lei, mi basta poter vedere il suo sorriso, sentire la sua voce, scriverle un messaggio e ricevere una risposta. Il come o il quando non m'interessa.
E anche volendo, non è vero che mi tratta come se fossi il suo cagnolino.- A questa affermazione lei alza un sopracciglio e mette la testa di lato.
-Okkay okkay.. magari qualche volta lo fa.. ma non è sempre così.- Dico alzandomi e facendo per andare quando lei mi prende il polso e mi giro.

-Tutto quello che non riesco a capire è solo come può lei mettersi con gente come Dylan e, lasciarsi scappare un tipo come te, con uno sguardo che cavolo, porca troia tu ti guardi mai allo specchio? Hai degli occhi che Il Padre Eterno ti ci ha messo il mare dentro.- Io rido a quella affermazione e lei torna a parlare con un tono calmo.
-E poi.. sai cosa mi piace di te? Sei stronzo ma, anche dolce. Sei l'equilibrio perfetto di ciò che chiunque cerca.-
-Chiunque ma eccetto lei a quanto pare. Che poi, come ho già detto è l'unica di cui m'importa.- Finisco la frase e contemporaneamente la conversazione.
Prendo il telefono, inserisco le cuffie e vado via.
Sapevo che stava solo cercando di aiutarmi. Ma io non volevo aiuto. Io ci stavo bene, a volte.

Nessun'altra è come lei Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora