Quella mattina Lexa aveva deciso di ignorare la sveglia.
Scelta saggia?
Decisamente no.
Spalancò gli occhi all'improvviso e si rese conto di avere 15 minuti prima della partenza dell'auto, in pigiama, non aveva fatto colazione né tantomeno la doccia, non era l'inizio di giornata prefetto, ma infondo era lunedì e i lunedì non sono piacevoli, figuriamoci perfetti.
La ragazza non sapeva come ma era effettivamente riuscita ad arrivare alla fermata dell'autobus e con un anticipo di 2 minuti, nella fretta aveva dimenticato il cellulare a casa, Lexa era abituata ad ascoltare sempre la solita playlist nel viaggio verso scuola e il fatto che oggi non potesse la innervosiva e non poco.
Appena le porte si chiusero dietro di lei la ragazza si precipitò su uno dei sedili essendo ancora molto stanca, era comunque un lunedì mattina.
Non avendo il suo cellulare decise di distrarsi concentrandosi sulle immagini che vedeva dal finestrino.
Stancandosi passò all'interno del bus, i tipi di cuciture dei sedili, lo spessore del vetro, addirittura la potenza del motore, si rese conto di annoiarsi a morte quando iniziò un dibattito interiore sul colore esterno dell'auto, giallo? Seriamente?
Arrivando a concentrarsi sulle persone notò che nessuno faceva conversazione,
"Scusami posso?"
Lexa alzò gli occhi al cielo incontrando il volto di una ragazza bionda, la sua voce rimbombava nella testa della mora, Lexa pensò che la ragazza avesse una pelle di porcellana, voleva guardarla negli occhi, ma la bionda indossava degli occhiali da sole.
"Certo, prego" rispose Lexa gentilmente, scivolando sull'altro sedile "ti ringrazio" sorrise la ragazza, quanta espressività in un sorriso.
La bionda era magnetica, Lexa continuava a fissarla attraverso il riflesso del finestrino, cosa che molti potrebbero considerare inquietante, Lexa non avrebbe modo di opporsi a questa affermazione essendo vera.
La bionda non la guardava, fissava il vuoto davanti a lei, o almeno così credeva Lexa, era difficile a dirsi a causa degli occhiali da sole.
"Perché?" Chiese Lexa alla ragazza che girò di scatto la testa verso di lei, "perché cosa?" Ribattè la bionda sorridendo.
"Perché ti sei seduta vicino a me?" Riformulò "il posto era libero, non pensavo ci fosse nulla di male" ribattè la bionda, "sembri l'unica a pensarla così" disse Lexa con un tono di voce molto basso.
iniziò a guardarsi intorno, l'auto era pieno di posti liberi, a bordo ci saranno state 16 persone, ma nessuna di queste era seduta vicino all'altra.
La ragazza bionda si tolse gli occhiali da sole e iniziò a guardarsi intorno seguendo i movimenti di Lexa, quest'ultima era troppo immersa nei suoi pensieri per accorgersene.
"Triste non trovi?"
Disse la bionda catturando l'attenzione di Lexa che al guardare i suoi occhi si sentì mancare, non aveva mai visto un azzurro tanto bello, una sfumatura così particolare, iniziò a domandarsi che aspetto avessero quegli occhi sotto l'effetto di diverse luci, sarebbero diventati di ghiaccio sotto una luce fredda?
Blu mare sotto una luce calda?
Lexa si accorse di fissare da troppo tempo la bionda, non voleva risultare inquietante, ma cosa aveva detto la ragazza? Triste? Cosa era triste?
La mora inclinò la testa da un lato incitando la bionda a spiegarsi.
"Trovo triste che le persone non si rapportino tra di loro, è come se avessero eretto una barriera difensiva nei contro ti degli altri.
Trattano perfetti estranei come nemici.
Li ignorano egoisticamente, perdono tante occasioni rifugiandosi nel loro piccolo mondo.
Guarda loro" indicò una ragazza che stava leggendo un libro e un ragazzo che ascoltava musica seduto a due sedili da lei "potrebbero essere anime gemelle, potrebbero avere una vita insieme, il perfetto futuro, nella perfetta casa con i perfetti figli e magari anche un cane perfetto" Lexa sorrise all'idea "ma tutto questo potrebbe non accadere" continuò la bionda "le loro strade potrebbero continuare a incontrarsi senza però che nessuno dei due faccia il primo passo per creare una strada unica" questa supposizione rese Lexa triste, guardò malinconicamente i due ragazzi, quello della bionda era un esempio, l'aveva capito, ma non poteva fare a meno di sentirsi triste.
Pensò a quante persone vedeva ogni giorno, quante di queste le avevano sorriso non conoscendola? Nessuna.
Quante volte lei aveva sorriso a una persona che non conosceva? Nessuna.
Un senso di malessere pervase la mora, e se avesse incontrato la sua anima gemella, ma non se ne fosse accorta.
"Non intendevo rattristarti" disse la bionda con tono sincero, "sono Clarke" aggiunse, "Lexa" rispose la la mora.
Clarke sorrise.
"L'avresti fatto?" Chiese Lexa.
"Cosa?" Chiese Clarke, trovava buffo il modo in cui la mora facesse domande vaghe che avrebbero potuto riguardare qualsiasi argomento, "se avessi visto una persona" iniziò a spiegare Lexa "e vedendola l'unica cosa a cui avessi potuto pensare era 'quella, quella è la mia anima gemella' saresti andata a parlarle?" Terminò sperando la domanda fosse chiara.
Clarke rimase in silenzio fissando gli occhi verdi di Lexa.
"Beh" cominciò Clarke "sono qui, sto parlando con te, quindi immagino che la Risposta sia si"
Lexa rimase in silenzio, la ragazza dagli occhi azzurri le aveva appena detto che pensava di essere la sua anima gemella.
"Pensi di essere la mia anima gemella?" Chiese conferma Lexa, "penso che ci sia circa il 95% di possibilità" rispose Clarke, "è il restante 5%?" Domandò,
"Sempre meglio lasciare un margine di errore" rispose semplicemente la ragazza.
"Perché?" Chiese Lexa, "ti piace proprio fare domande vaghe" disse ridendo Clarke facendo arrossire Lexa "sei la cosa più carina del mondo quando arrossisci" Lexa arrossì ancora di più e Clarke scoppiò a ridere.
L'auto arrivò davanti alla scuola e prima che Lexa potesse anche solo pensare di varcare il cancello dell'edificio Clarke le afferrò un braccio e disse seriamente "non mi piace quel 5%, penso dovremmo esserne sicure al 100% non ho intenzione di lasciarmi scappare la mia Anima gemella"
"come?" Chiese Lexa ancora titubante, alla bionda non sembrava interessare cosa pensasse sull'intera faccenda 'anime gemelle' ma d'altronde Lexa non aveva espresso i suoi pensieri, anche perché non sapeva cosa pensare.
"Ci conosceremo meglio" disse Clarke
"Oh, okay lascia che ti dia il mio numero, ora non ho il cellulare, ma penso che potremmo uscir-"
"Ora" disse Clarke "scusami?" Chiese Lexa, "ci conosceremo ora, c'è un parco a 10 minuti di camminata da qui, andiamo" e senza esitare la bionda prese la mano di Lexa e iniziò a guidarla verso il parco.
Era qualcosa di nuovo per la mora, una sensazione strana, la mano di Clarke si intrecciava quasi naturalmente con la sua come se fosse una routine camminare mano nella mano con la bionda.
Prima che Lexa potesse accorgersene arrivarono al parco di cui Clarke parlava, questa lasciando la mano di Lexa si andò a sedere su una panchina, la mora voleva tenere ancora la mano della bionda, non le piaceva la sensazione che aveva provato quando si erano separate.
"Ecco come faremo" cominciò Clarke catturando l'attenzione di Lexa "cinque domande a testa, la risposta deve essere immediata, non ci devi pensare okay?" Spiegò
"Okay" disse Lexa, "bene"
rispose Clarke "comincia tu, fammi 5 domande e poi io ti farò le mie" continuò.
Lexa non sapeva cosa chiedere, ma decise di stare al gioco.
"Colore preferito?"
"Hai intenzione di sprecare così una domanda o vuoi saperlo veramente?"
"Ha importanza?"
"Verde, passa alla seconda" sorrise Clarke, il suo colore preferito era sempre stato il rosso, ma da quando aveva visto gli occhi della mora era diventato verde.
"Quanti anni hai?"
"18"
"Passione"
"L'arte"
"Cibo preferito?"
"Pizza"
Perché pensi di essere la mia anima gemella?"
"Non lo penso, lo sento" rispose la bionda.
"okay, il mio turno, pronta?" Chiese a Lexa, "si" rispose lei.
"Credi negli alieni?"
"Ma che razza di domanda è"
"Ehi è il mio turno le domande le faccio io"
"Come puoi conoscermi meglio sapendo se credo o no negli alieni?"
"Penso sia importante, anzi fondamentale"
"Si, ci credo" rispose Lexa ruotando gli occhi.
"Supereroe preferito?"
"Come può essere importante?" chiese Lexa, "devo rispiegarti l'intera questione delle domande? Rispondi e basta" disse Clarke sorridendo.
"Hem...capitan America"
"Ti piacciono gli scacchi?"
"Giochi a scacchi?"
"LEXA!"
"Okay scusa" disse Lexa ridendo "si, mi piacciono"
"Se ti trovassi nel bel mezzo di un'epidemia zombie cosa faresti?"
"Come se mi potesse capitare"
"Inizio a pensare che tu non abbia capito le regole del gioco"
"Okay, okay, formerei un gruppo super badass e salverei il mondo"
"Okay ultima domanda" disse seria Clarke guardando Lexa negli occhi, "se io ora ti baciassi ricambieresti?"
La mora non sapeva cosa rispondere, si, cioè pensava di si.
"Fortunatamente questa domanda non ha bisogno di una risposta parlata" disse Clarke.
"5%" disse avvicinandosi al viso di Lexa "4%" si avvicinò di più, "3%" Lexa rimaneva immobile, "2%" lo spazio che separava le loro labbra era minimo "1%" uno spiraglio "0%" lo spazio si chiuse.
Se Lexa pensava che camminare mano nella mano con Clarke fosse una sensazione divina allora non sapeva come descrivere quello che provava baciando la ragazza, avrebbe voluto farlo per sempre, ma Clarke si staccò.
Lexa la guardò confusa "100%, sono sicura al 100% che tu sia la mia anima gemella" disse la bionda in tono molto serio.
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Clexa one shots
عاطفيةUna serie di piccoli racconti Clexa ambientati in universi paralleli rispetto a quello di The 100. AKA io che mi annoio e scrivo tutto ciò che mi passa per la testa