"Amore, che succede?" Disse Nash abbracciandomi.
"Grazie" sussurai. Lo strinsi forte mettendo l'orecchio sul suo petto. Mi lasciò un bacio sui capelli. Stemmo abbracciati per un bel pò di tempo.
"Non andare mai via" sussurai. Mi alzò il mento e si abbassò lentamente guardandomi dolcemente. Mi strinse ancora di più, era tremendamente vicino. Buttai lo sguardo per terra prendendomi il labbro inferiore tra i denti. Rialzai subito lo sguardo, mi tolse i capelli dalla faccia e mi baciò. Ma non era un bacio come tutti. Era diverso, più bello, più intenso. Mi prese il labbro inferiore tra i denti, facendomi gemere. Si spostò con le labbra sul mio collo, finchè Nash non si fermò. Skylinn era dietro di lui. Mi spostai nervosamente.
"Cosa stavi facendo a questa ragazza? Le stavi togliendo la lingua?" Chiese. Nash scoppiò a ridere. La prese in collo.
"Sky, ci stavamo solo baciando" disse calmo.
"Ma la bocca non è sul collo!" Urlò arrabbiata.
"È meglio che tu vada in camera tua, okay piccola?" Disse e la mise giù dandole una spintarella prima che inziasse a correre. Si girò da me grattandosi la nuca.
"Allora...dov'eravamo rimasti" sussurò avvicnandosi. Gli misi le braccia intorno al collo.
"Ah...non lo so. Tu ti ricordi?" Sussurai sorridendo. Mi diede un piccolo bacetto.
"Ho fame" dissi staccandomi.
"Preparo un'insalata" disse.
"Grazie amore!" Dissi felice.
"Per me" disse sbuffando uan risata.
"Stronzo!" Dissi. Inziò a ridere, e mi abbracciò.
"Dai, stavo scherzando. Te la preparo io un'insalata, mettiti a sedere di là. Ti amo" disse. Mi baciò ripetute volte, tenendomi per la maglia. Prolungó l'ultimo bacio facendomi mettere le mani sui suoi fianchi, cercando di staccarmi.
"Ti amo" dissi strofinando il naso contro il suo. Mi girai e andai nell'altra stanza sorridendo.
Mi misi a sedere e dopo poco tornò Nash con un piatto di insalata fresca. Battei le mani e guardai il piatto. Me lo porse davanti e presi la forchetta.
"Buona!" Dissi. Presi un sorso d'acqua e lo guardai.
"Ti amo, piccola mia" disse dolce.
"Anch'io, principe azzuro MIO" sottolineai 'mio'.
La serata procedette piuttosto bene, tra risate e silenzi. Dopo meno di un'ora ci ritrovammo in cucina a prenderci per il culo, come piaceva fare a noi. Poi mi baciò.
"Ti è mai capitato di scrivere una lettera? Per la tua ragazza, intendo" dissi ad un certo punto.
"No...ma per te lo farei" disse sorridendo. Tirò fuori un foglio e me lo porse.
"E , se mai te la scrivessi questa lettera, sarebbe una lettera lunghissima che ci rappresenti. E forse, in quel foglio, c'è già scritto qualcosa" disse mentre la aprivo.
"Non sai quanto ho aspettato perchè tutto questo, noi, accademmo. Non sai quanto tempo ti ho fissato in classe, pensa che ho imparato a memoria tutto quello che facevi: quando strabuzzavi gli occhi quando qualcosa non ti tornava, quando sorridevi per un voto o se arrivavi alla soluzione di quello stavi facendo, i movimenti leggeri, come ti spostavi i capelli, come tenevi in mano la penna, tutto. E quando ti pocchiavo, cazzo quando mi odiavo, ti sognavo la notte...io si, non so come, non so perchè, ma ti sognavo. E sentire finalmente le tue labbra sulle mie, le tue braccia intorno al mio collo, vederti sorridere, quando arrossisci sei la cosa più tenera che possa esistere al mondo. Con questa lettera voglio che tu non mi lasci mai, che continui a essere te stessa. Voglio che tu stravolga il mio mondo, tutto, pur di stare con te, e se ci fosse qualcosa che ti da noia, io, ti giuro, darei la mia vita affinchè tu stia bene. Ti amo."
Presi a piangere tipo a metà lettera. Camminai velocemente per abbracciarlo con le guancie bagnate dalle lacrime.
"Fai anche troppo, te lo giuro" sussurai.
"Mai abbastanza" scosse la testa. Mi baciò la fronte. Poi ci spostammo in soggiorno. Si sedette e mi sdraiai con la testa sulla sua spalla. Ci sussurrammo cose dolci, tra un bacio e l'altro.
"Grazie per la lettera" sussurai, come se qualcuno dovesse sentirmi. Mi spostò i capelli dalla faccia.
"Questo e altro per la mia piccola topolina" sorrise. Risi.
"Sai essere così dolce, Hamilton" dissi sorridendo.
"Sai che mi da noia essere chiamato Hamilton" disse mettendo il broncio.
"Davvero, Hamilton? Non lo sapevo, Hamilton" dissi con aria di sfida. Mi mise sotto di lui. Arrosii.
"Senti, non so chi ti credi di essere, ma per me sei quella persona che ti manda in fissa. Smettila, potrei farti tanto male" sussurò.
"Ora passiamo alle minacce, tesoro?" Chiesi. Mi baciò quando la porta si aprì. E una Phoebe completamente fuori di testa entrò. Urlava "A.D.I.D.A.S BABY!!" sicuramente aveva bevuto.
"Phoebe! Ti riporto a casa! Vieni!" Dissi arrabbiata. Mi infilai le scarpe e la presi per un polso. Mimai un 'torno subito' a Nash che sorrise.
Hayes era sotto casa, lui era lucido.
"Scusami, è che gli è presa così. Mi urlava 'you gonna get it tonight!!' Ancora non ho capito cosa vuol dire" disse impaurito.
"Meglio così" sussurai.
"È?" Disse.
"È? Portala a casa e falla rilassare.
"Okay, grazie" lo abbracciai.
"Avanti, vieni" disse prendendo Phoebe in braccio.
"You gonna get it tonight!!" Continuava a urlare. Povero Hayes. Salii velocemente a casa.
"Che è successo?" Chiese.
"È successo che ho una migliore amica cretina!! Il tuo caro fratellino è in seri guai" dissi, e non mentivo.
"Okay...vuoi andare a letto?" Chiese. Annuii. Mi avviai con lui accanto che mi stringeva un braccio sulle spalle. Arrivati in camera, ci sdraiammo e mi addormentai tra le sue braccia.
Autrice
Swash ragazze!! Sono tornata il capitolo tanto aspettato da @When_angels_cry è arrivato.
SPOLLICIATE!!
STAI LEGGENDO
He Was My Drug N.G
Fanfiction"Sempre soli, tu con le tue puttane, io con i miei pensieri. Ma non ti è mai venuto in mente di cambiare? Non ti sei mai stancato di fare sempre le stesse cose? Voglio dire, sarò pure noiosa quanto ti pare, ma almeno non sono stronza e puttana come...