Capitolo 1 (Prologo)

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Cosa e' successo?

22-05-15

Sette giorni,tre ore,ventiquattro minuti.

Da quando e' successo tutto. Una bomba,urla,poi nulla. Ancora urla,lamenti,terrore. 

Da quando la città e' diventata una città fantasma. Wakefield non esiste più.

Ora lei se ne sta in un angolo, a singhiozzare. Non ricorda niente,sente solo un forte dolore alla testa. Si e' risvegliata di colpo,in una scuola. Forse era la sua,forse no. Ha camminato spaesata per quei corridoi,fin quando non trova un uomo barcollante. Un bidello. Ma questo uomo le si scaglia contro,e' pericoloso e lei scappa via. Si rintana in un'infermeria. Ora sta li', accucciata contro il muro e pensa a quello che ha visto poco prima. L'uomo era sporco di sangue. Poi si gira intorno e scopre con orrore che e' tutto sporco di sangue. Si alza e si trova davanti a uno specchio, si guarda: i capelli biondi che le arrivano sotto le spalle. e i suoi occhi blu brillare nel suo viso pallido ormai spento dalla stanchezza. Si porta una ciocca di capelli all'orecchio. E' davvero lei questa? Come si chiama?

Si affretta a uscire dalla scuola; sente il bisogno di portassi dietro un vecchio pezzo di manico che apparteneva a una scopa oramai dispersa nell'edificio. Esce dalla scuola e arriva nel cortile, cammina con passo felpato. Vede "persone" in piedi, barcollare come quell'uomo di poco prima. Nota che sono tutti sporchi di sangue e qualcosa non va nei loro occhi. Sente lamenti. Cammina piano. Si volta. Le persone incominciano a camminare verso di lei, che arretra. Ma loro continuano ad avanzare e cerchiarla -Che volete?- riesce a mormorare e non si sorprende quando non riconosce neanche la sua voce.

Continuano, avanzano, come se le volessero fare del male. Aveva le spalle al muro e loro avanzavano, pian piano che si avvicinavano poteva sentirne l'odore putrefatto,il sangue addosso,senza qualche arto.

Sembravano morti.

Erano morti,non c'era dubbio.

I loro lamenti le entrano in testa,chiude gli occhi e aspetta quello che deve succedere. Non lo sa neanche lei quello che deve succedere.

Sente qualche rumore,non si allarma, si staranno avvicinando.

Aspetta secondi e secondi ma nulla avviene successivamente.

-Puoi aprire gli occhi,non mordo- 

Apre gli occhi, la cosa che vede dapprima sono tutte quelle persone a terra,poi con orrore vede le teste staccate e il sangue dappertutto. Poi punta lo sguardo al ragazzo che aveva parlato.

Moro, occhi neri, pallido e.....semplicemente stupendo, sembra un dio.

-Potresti anche ringraziarmi invece di fare la muta- ribatte con tono acido.

La ragazza spalanca la bocca,non riesce a parlare poi si chiarisce la voce e annuisce -Mh...grazie-

-Chi sei?- chiede lui in modo spiccio. Non sembra uno molto aperto deduce la rosa.

-Io.....-

Lui alza un sopracciglio e lei si lascia cadere a terra sconsolata facendo cadere il bastone che solo ora si era ricordata di avere -Non lo so ...non-

-Hai perso la memoria- deduce in fretta poi guarda il bastone- la signorina aveva paura di sporcarsi le manine?-

La ragazza lo guarda male -Io non uccido la gente-

-Gente?-

Lei si alza di scatto e lo indica,poi indica le teste mozzate -Hai ucciso.....-

-Sono morti- sbotta svogliato - ti sembro per caso un'assassino?-

Lei resta zitta e guarda i cadaveri, lui si scalda ancora e sbotta - saresti morta,sono uomini tornati in vita,zombie. Ma questa volta non siamo in uno di quei stupidi videogiochi. Fa come ti pare, me ne vado al rifugio- fa qualche passo e si allontana.

-Aspetta- urla lei - potrei farmi una doccia li'?-

Il moro ghigna -Siamo in una catastrofe e tu pensi a essere carina- lei abbassa lo sguardo- fa come ti pare- ripete.

Lei lo raggiunge, aveva ancora il vecchio rotto manico ancora in mano -Vedi di usarlo,questa volta nel caso venissimo attaccati- dice il ragazzo.

-Non mi hai detto come ti chiami- mormora lei.

-Importa?- la schernisce.

-Si. Non mi fido-.

-Ti fideresti di più solo se ti dicessi il mio nome?-

-No- ribatte la ragazza -ma e' un passo avanti-.

-Stewart. Benson Stewart-.

E la conversazione finì li'.

28 DAYS IN HELL.  #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora