Capitolo 9

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-Ah che puzza!- esclama una rossa storcendo il naso. Il ragazzo vicino a lei le sposta la torcia di fuoco vicino al viso -Sta zitta, Melanie! meglio che stare in mezzo ai zombie,no?-

-non ne sarei tanto sicura...- dice Melanie. Poi rabbrividisce.

Passi.

-Jas...Jason?- balbetta -Li senti?-

Il ragazzo con un insolito colore di capelli, blu, annuisce e trascina la rossa in un punto della fognatura dove l'acqua è più alta.

-Sta giù- le mormora.

***

Sono stesi completamente sul soffitto mentre vedono l'orda di zombie passare sotto di loro. Alison trema, Gabriel le poggia il braccio sulla sua schiena e le sussurra di stare zitta, Alison annuisce e poggia la testa sul pavimento, stringe forte gli occhi e le dita grattano il cemento nel mentre che si stringono.

Guarda Gabriel che la scruta preoccupato.

-Qualche problema?- chiede lei cercando di fare l'indifferente alla sua paura. Gabriel scuote la testa e riprende a guardare di sotto, schiude leggermente le labbra come se sta per dire qualcosa, ma nulla, le lascia a mezz'aria. Poi guarda l'amica -Finirà...- cerca di rassicurarla. Non ha mai provato qualcosa per qualcuno, non ha mai provato a fare qualcosa che interessasse qualcun altro. Ma per lei, si sente in dovere di fare di tutto.

Alison sorride dolcemente -Gia speriamo...- mormora, poi si sposta un po' di lato, fino ad accostare il suo corpo a quello di Gabriel che immediatamente la guarda -Che fai?-

-Ho freddo- si giustifica lei, poi abbraccia la sua schiena -Mi pare normale che cerchi calore...-

-Ma non sul mio- afferma Gabriel, Alison lo guarda sorpresa e anche un po' delusa.

-Dò fastidio?-

In fondo pensa che tutte quelle esperienze passate insieme, tutti quelle occhiate, sorrisi e qualche abbraccio, ci pensa...s'illude più che altro, pensava che anche per Gabriel, lei, era diventata qualcosa.

Ma forse si sbaglia, forse per lui Alison è una "trovatella" a cui ha dovuto badare. Le lacrime le salgono agli occhi, perché tutto questo è dovuto succedere?

Era meglio se stava a casa sua, con suo padre che non le voleva bene, la vita monotona di tutti i giorni, piuttosto che tutta quella tortura. E non pensa agli zombie, no. In quel momento tutto il caos è passato in secondo piano,perché ora ci sono quei occhi grigi che la fanno stare male, occhi capaci di ipnotizzarla. Ora c'è Gabriel.

Lo sguardo di Gabriel diventa meno duro -Scusa,forse ho esagerato...-

Alison lo guarda distratta -Non fa nulla- si dice che non è il momento per sognare il principe bello tanto quanto impossibile, è ora di pensare alla cruda realtà. La realtà in cui i zombie ti inseguono, la realtà in cui puoi morire in ogni istante. Si scosta dal corpo caldo del ragazzo e gli sorride teneramente -Scusami tu-.

Un attimo dopo però la mani di Gabriel scattano verso la vita della ragazza, poi una scende giù per la schiena e l'afferra riavvicinandola a sé. In fondo gli serviva quel contatto. Non poteva pensare a una mancanza da parte sua. Vuole tutto di lei: i suoi sguardi i suoi sorrisi, i suoi abbracci, la dolce voce che molte volte l'ascolta senza ascoltarla, perché la sua voce è così morbida che lo trasporta via. Gettano un'occhiata giù tra i palazzi, vedono una capigliatura mora e lunga correre nella mano insieme a un biondo. La ragazza si ferma, guarda verso di loro, non è uno zombie, e li indica. Gabriel scatta in piedi -Claire!- urla.

Lancia uno sguardo dietro di sé, a una botola che probabilmente li porta dentro all'edificio dei pompieri, fa un cenno a Alison di seguirlo -Dobbiamo scendere!-

La ragazza annuisce, si ritorna all'azione.

***

Sono arrivati a una botola, in mezzo alla città. Non sembra esserci traccia dell'orda di zombie, Stewart la apre e subito un tanfo invade l'aria. Aria si tappa il naso -Sei sicuro che sia una buona idea, Stewart?-

-Non vedo altra via d'uscita - mormora lui guardando il fondo, poi si volta verso Aria -Io scendo, poi se va tutto bene ticchetto tre volte sulla scala, se qualcosa va male, due volte,intesi?-

Aria si arroccia il bordo della sua maglia tra le dita e annuisce, rimane a guardare dove prima c'era Stewart quando lui è sceso. Si avvicina al buco nero della botola, vi si inginocchia vicino e aspetta. Scruta quel vuoto,in ansia.

Un ticchettio.

Attende un secondo.

Un altro ticchettio.

E siamo a due.

Ancora nulla.

-Stewart...- sussurra,si guarda un attimo intorno e riprende a guardare la botola con gli occhi carichi di terrore.

Tre ticchettii.

Sorride rincuorata e inizia a scendere giù per la scaletta in ferro. Fa piano piano,non vede nulla, il ferro scricchiola, probabilmente è arrugginito.

Arrivata a un certo punto sente due mani calde posarsi sui suoi fianchi e poggiarla delicatamente a terra. Poi Stewart si stacca da lei e inizia a fare un po' di luce a scatti col suo accendino mezzo scarico. Aria si attacca al braccio del ragazzo e si scruta in torno, impaurita.

Camminano per un po', si sente solo il rumore dell'acqua pestata e i loro lievi respiri, poi si sente qualcosa in lontananza,voci.

Stewart tira Aria, aumentando il passo.

Ora le voci si sono azzittite, si sono ritrovati in un cunicolo, non c'è traccia di nessuno però.

-Credi siano zombie, Stewart?-

-No- risponde lui continuando a scrutarsi intorno.

Poi vede una leggere fiaccola -Esci- dice con voce autoritaria -Siamo umani-

Poi si sente del rumore d'acqua e un'albino con le mani alzate -Hey, tranquillo amico. Siamo con te-

Stewart lo guarda -Siamo?-

Il ragazzo con i capelli blu fa un cenno e una ragazza dai lunghi capelli rossi esce dall'acqua imbronciata.

Stewart li scruta -Morsi?-

L'altro nega -Voi?-

-N..no- risponde Aria.

-Tu, dove andate?- chiede Stewart al ragazzo. Quello sorride di scherno -Mi chiamo Jason-

-Dove andate- fa una pausa -Jason?-

-Via dalla città-

-E' possibile...- si stupisce Aria. Interviene la rossa -Certo che si può!- li guarda -Sono Melanie, piacere-

-Come?- chiede Stewart impassibile come sempre.

-C'è un emblema, messo probabilmente da chi ha creato il caos, sulle porte della recinsione- informa Jason, poi Melanie lo interrompe -Ma manca il progetto per decifrarlo, noi abbiamo un pezzo ma ne dovrebbero mancare quattro-

Sakura spalanca gli occhi e tira fuori il pezzo di carta dalla tasca dei pantaloni,il pezzo trovato all'archivio -E' questo?-

Melanie e Jason sgranano gli occhi -Si-


(mi rendo conto che questo è un capitolo molto breve, quindi domani pubblicherò una nuova parte!)






28 DAYS IN HELL.  #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora