Capitolo 9

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Sento ancora il suo respiro sul mio collo. Sono a cena con tutta la famiglia ma mentalmente sono nel mondo di Mary dove gli unicorni si abbeverano in un ruscello di cioccolata ed io mangio e non ingrasso. Continuo ad annuire ad Harry che non la smette di parlare cosa c'è di così importante?!
Devo anche chiamare Alessandra perché con me non abbocca la scusa che sta male. C'è qualcosa che non va.
Devo poi assolutamente sapere come va tra Ashley e Jake... coppia che sembra andare a gonfie vele.
Torno sul pianeta quando ormai è troppo tardi "Allora , mi hai capito?" Dice Harry tutto convinto.
Io sorrido ingenua "Ceertoo" ovviamente capisce che non stavo ascoltando, sbuffa ed alza gli occhi al cielo.

Appena finito di sistemare con mia madre la cucina saluto tutti e vado in camera.
Faccio un tuffo sul letto e chiamo subito Ale.

"Pronto Mary" risponde lei con un tono meno brillante del solito
"Cos'è successo? Lo sai che puoi dirmi tutto... perché insieme ne abbiamo passate tante" le dico con la speranza di confortarla.
"Solite cose dai stai tranquilla..."
Mh non le credo.
"Va bene fai come vuoi ma io domani vengo da te!" Detto ciò le racconto un pò di oggi pomeriggio e poi le auguro la buonanotte.

"O5:00" Indica il mio cellulare. Ennesima notte insonne. Mi alzo dal letto e controllo dalla finestra il tempo. Non è proprio una giornata bellissima ma ho proprio bisogno di una corsa. Per me correre è libertà. Libertà di muovermi. Libertà di pensare. Insomma svuoto la mente e mi sento leggera.
Mi vesto con abiti comodi e scendo le scale nel modo più silenzioso possibile. Purtroppo non riesco nel mio intento è scivola giù lo zaino di mio fratello che cade con un tonfo ai suoi piedi.
"Che ci fai già sveglia?" Mi chiede stupito
"Beh è la stessa domanda che potrei fare a te,sai? Comunque vado a correre"
Mi guarda con un sorriso "Hai la delicatezza di un elefante" dice indicando lo zaino. Non ha utilizzato a caso quella frase. È diventata un pò la citazione di mio padre. Infatti fin da piccola sono stata una persona maldestra.
Non la ricordo con dolore per la nostra famiglia è un bel ricordo che condividiamo con Rihanna. In due eravamo davvero tremende.
"Comunque vado alla NYU non ho voglia di farmi il traffico delle 7 e poi son problemi miei dove vado. Il fratello maggiore sono io!" Mi dice facendomi l'occhiolino. Alzo le spalle e con le cuffie esco fuori di corsa.

Le parole di Adele risuonano nelle mie orecchie ed è pura poesia.
Respiro forte l'aria fresca del mattino e guardo il paesaggio in torno a me scorrere veloce.
Boom!
Un tonfo e cado a terra. Prima ancora di capire impreco contro ciò che mi ha fatto cadere
"Ma che ca..." sento a mia volta
Alzo gli occhi e incontro quelli che non avrei mai immaginato: Michael.
"Tu corri?! Non ti facevo così sportiva" dice con un sorriso.
Io gli faccio una linguaccia e mi alzo.
"Bhe c'è sempre qualcosa di cui stupirsi" dico io
"Te di sicuro sei piena di sorprese"
Non controbatto ciò che ha appena detto...forse è così...
Ricomincio a correre e lo lascio lì un attimo stupito.
Dopo poco mi raggiunge fino ad arrivare al mio fianco.
Non voglio che mi guardi mentre corro. Non sono decente e poi odio chi mi fissa.
Comincio a correre più veloce e cerco di seminarlo. Evidentemente è impossibile dato che con pochi scatti è sempre al mio fianco.
Continuo a correre veloce fino a quando lo sento parlare
"Fermati o ti sentirai male!"
Mi fermo di colpo e per poco non mi viene addosso.

Ho il fiatone e non riesco quasi a parlare.
"Smettila di seguirmi" gli dico con un filo di voce
"Non ti sto seguendo" dice beffardo.
Lo evito di nuovo avvicinandomi ad una fontana per bere un pò d'acqua.
Mi segue anche qui e si siede alla panchina di fronte la fontana.
Bevo e mi giro per tornare a casa e prepararmi per andare a scuola.
"Dove vai?" Mi chiede
"A casa a farmi una doccia"
Si mette al mio fianco e iniziamo a camminare in modo tranquillo.
Ormai ho capito che fa di testa sua.
"Stasera vieni?" Mi chiede ad un tratto
"Dove?"
"Jake da una festa. Viene anche Ashley"
"Non lo so. Ma che sia chiaro non vengo perché me lo hai detto tu. Solo perché c'è Ashley" lo ammonisco e lui scoppia in una fragorosa risata.
"Bambolina stai tranquilla. Poi sei carina anche quando ti arrabbi"
Sento che l'ultimo neurone che questo ragazzo aveva ha deciso di uccidersi ha capito che è un caso perso
"Non chiamarmi bambolina!" Gli dico arrabbiata.

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