Il giorno dopo Kier si svegliò con un mal di testa decisamente epocale, la bocca impastata e nel letto di Mathias.
Ci mise lunghi minuti a ricostruire il giorno precedente: il bacio di Bao e la spirale discendente che l'aveva seguito presero pian piano forma nella sua mente, strappandogli un verso abbattuto. Infine arrivò alla promessa che aveva fatto all'altro e si coprì il volto con una mano, chiedendosi cosa avesse fatto di male per finire in una situazione simile.
Si mosse e una fitta al cervello lo fece gemere e, come in risposta a quel verso, la voce di Mathias lo raggiunse.
«Era ora ti svegliasi, sono le otto.»
«L'alba praticamente.» mormorò con voce impastata. Scostando il lenzuolo si sedette sul letto, notando che aveva indosso solo le mutande.
Prese un profondo respiro, sforzandosi di ricordare se aveva fatto qualcosa che richiedeva lo spogliarsi, ma non gli venne in mente nulla. «Perché sono...»
«Ti sei vomitato addosso.» L'interruppe secco l'altro, già vestito, comparendo sulla porta della stanza con un sorriso divertito sul volto. «Muovi il culo, il caffè è pronto.»
Kier annuì e si alzò andando verso la doccia, dove riuscì a riprendersi un minimo. Prese un paio di jeans dell'amico e una camicia, raggiungendolo in cucina e sedendosi al bancone, fissando il liquido scuro nella tazza con aria assorta. La testa gli scoppiava, martellanti fitte non lo lasciavano in pace. Era uno dei peggiori dopo sbornia della sua vita e quando vide Math tendergli una pastiglia allungò una mano, prendendola. «Possedere una casa farmaceutica ha dei vantaggi, ammettilo.» disse, ingoiando la compressa con un lungo sorso della bevanda calda.
«Tanti in realtà.» Mathias sorrise con un angolo della bocca, mentre sul tablet che aveva tra le mani scorreva le varie notizie del giorno. «La morte del pesciolino di Bao è sul giornale. Parlano di un efferato omicidio, forse un disumano regolamento di conti, opera di un folle psicopatico. Eri incazzato?»
«E se fosse stato Bao?» L'occhiata che gli rivolse Mathias fu eloquente e Kier sogghignò. «Sì, sono stato io. Non c'è gusto con te. Comunque ci hai preso, non ero di buon umore.» Qualcosa emerse nella mente di Kier, che sbuffò. «Se ammazzo Bao, te la prendi tanto?»
«È bravo nel suo lavoro, ci sa fare, mi darebbe più di qualche noia sostituirlo in effetti.»
«Capito.»
Mathias annuì. «Nulla ti vieta di fargli male, però, se dopo continua a respirare. Ora andiamo, ho un appuntamento tra meno di un'ora.»
«Dio, ma come cazzo fai a essere in ufficio puntuale tutte le mattine?»
Mathias si strinse nelle spalle, precedendo l'altro fuori dall'appartamento. «Abitudine, e Shiry. Se non arrivo in tempo quella è capace di venirmi a prendere per un orecchio...»
Kier scoppiò a ridere, il mal di testa già decisamente scemato, mentre arrivavano ai parcheggi e si metteva alla guida dell'auto dell'altro. Provava una certa apprensione: si aspettava di essere baciato o qualcosa del genere da un momento all'altro e non sapeva bene come reagire. Gli aveva dato una possibilità, ma si sentiva nervoso. Quel genere di cose non facevano per lui e tutto quello che stava succedendo lo stava spiazzando e confondendo. Voleva bene a Math, non poteva negarlo. Si rendeva conto che era molto più di un'amicizia, ma, ne era certo, non era amore. Se però si sbagliava? Se era amore e non lo capiva?
Cosa voleva dire amare, in fondo? Mettere l'altro davanti a sé, e lui lo faceva. Sapeva benissimo che si sarebbe fatto ammazzare senza problemi per Mathias, ma non solo per l'affetto che provava. Lui era il signor Lazzari, il capo della Famiglia. Era l'uomo che gli aveva dato una casa, un lavoro, una vita. Tutto quello che era, che aveva, lo doveva a lui.
Questo lo stava mandando in un loop di senso di colpa, del dovere, affetto, che lo stava facendo comportare in modo assolutamente stupido.
Aveva dato una possibilità all'altro e neanche sapeva bene perché, forse per non deluderlo, per non fargli del male, nella speranza che, forse, si sarebbe innamorato e l'avrebbe reso felice.
"Bao ha ragione, a volte sono una specie di scolaretta", pensò con irritazione, decidendo di accantonare quei ragionamenti che lo stavano solo innervosendo: le emozioni, per lui, erano un campo inesplorato e che tale avrebbe dovuto restare.
Arrivati al complesso della Lazarus Pharma, Mathias scese e Kier andò a parcheggiare.
Uscì dal sotterraneo e decise di prendersela con calma, il mal di testa era ormai passato e lo stomaco che brontolava richiedeva la sua attenzione.
Percorse la strada davanti al grattacielo della Lazarus Pharma e si infilò in un negozio, comprando delle ciambelle e mangiandone almeno tre mentre tornava indietro, passando davanti alle guardie della sicurezza e salutandole con un cenno. Salì, lasciò a Shiry un paio di ciambelle e andò all'ufficio di Mathias, dove gli porse le altre e senza una parola uscì. Andò nel cucinino del piano a prendere due tazze di caffè e nel girarsi si trovò davanti Bao, con il solito sorriso sul volto.
«Salve, bellezza! Ieri te ne sei scappato a gambe levate!»
Il rosso sghignazzò e Kier, con il volto assolutamente calmo, posò le due tazze sul tavolo ed estrasse la pistola, puntandola contro l'altro. «Mi hanno detto che non posso ammazzarti; restano tante altre cose che posso fare, però.» senza battere ciglio fece partire il colpo che centrò la gamba dell'altro che si lasciò sfuggire un grido. Shiry arrivò di corsa assieme a un paio di ragazzi che vedendo la scena si bloccarono, senza capire. Arrivò anche Mathias che sospirò.
«Dovevi farlo proprio qua, Ki?»
«Non mi hai detto che dovevo aspettare.»
Il corvino guardò Bao. «Ora sai che non gli piace quello che hai fatto.»
«Allora è stato lei a dirgli che non poteva seccarmi, lo sapevo che mi voleva bene, capo!» Bao ridacchiò, stringendosi la gamba, e Mathias alzò un sopracciglio.
«Portatelo al nostro ospedale, fatelo rimettere a posto. Tu vieni con me.» Kier con calma mise via l'arma, prese le tazze e seguì l'altro fino al suo ufficio. Le posò sulla scrivania, vicino alle ciambelle, e sentì l'altro che iniziava a ridere divertito.
«Ora ci credo, cazzo se non ti è andato giù quel bacio!»
«Cioè non mi credevi?!» Kier esclamò, sbuffando e guardando male l'altro, che si sedette prendendo una ciambella.
«Avevo il dubbio, non mi sembrava che lo avessi proprio allontanato con grande decisione.»
Kier si strinse nelle spalle. «Pensavo ad altro e non volevo ammazzarlo, non sapevo come l'avresti presa.» Addentò l'ultimo pezzo di ciambella, bevve un sorso di caffè e sospirò soddisfatto. «Avevo fame.»
L'altro annuì, continuando a mangiare e guardare lo schermo sottile del terminale davanti a lui, scorrendo le mail e altro, con aria assorta. Dopo una decina di minuti si appoggiò con la schiena alla poltrona e fissò Kier per un lungo istante.
«Sei ancora dell'opinione di ieri?»
«Su?»
«La possibilità, Ki.» il tono di Mathias era esasperato.
L'altro si morse il labbro, poi annuì. «Sì. Ti ho detto che ci avrei provato e sai che mantengo la parola.»
Non era esattamente una dichiarazione d'amore, ma Mathias si accontentò. Una possibilità era già molto. Con un mezzo sorriso sul volto si alzò, girando attorno alla grossa scrivania e a quel punto guardò attentamente l'altro. «Lo so.»
Si chinò, sfiorando con la mano il collo di Kier in una carezza e guardando il viso dell'altro, imbarazzato come un ragazzino, e sentendo prepotente la voglia di baciarlo. Assecondò quel desiderio, scendendo a posare le sue labbra su quelle che bramava, delicatamente, sentendo il suo respiro contro la pelle. Rimase lì, lievemente posato, aspettando per lunghi secondi. Infine l'altro si ammorbidì, lasciando che il bacio si approfondisse, diventando qualcosa di più consistente e maturo.
Baciare un uomo era diverso e che l'uomo fosse Mathias rendeva la cosa anche più strana. Kier chiuse gli occhi, alzando le braccia fino ad allacciarle al collo dell'altro, cercando di capire se gli piacesse quello che stava facendo. Se ci fosse qualcosa, qualche emozione particolare, un indizio in quel territorio inesplorato che potesse fargli pensare all'amore o a qualcosa che avrebbe potuto diventarlo, inutilmente. Non poteva però negare che l'altro baciasse bene e che dopo l'iniziale imbarazzo la cosa non fosse poi così male, da un punto di vista fisico.
Il bacio proseguì e Kier sentì le mani dell'altro accarezzarlo, sfiorare da sopra la camicia il collo e le spalle, scendere lungo il torace e fermarsi lì, appena sopra la cintura, come se avesse capito che per il momento quello era un confine.
Quando Mathias si staccò, sorrideva. Era da molto che Kier non lo vedeva così sereno e con un simile sguardo soddisfatto, ed era bastato solo un bacio.
«Quindi?»
Kier sospirò, alzandosi. «Fai domande stupide, quindi cosa?»
«Com'è stato?»
«Come qualunque bacio.»
«Qualunque?»
Kier alzò gli occhi al cielo poi affondò le mani nelle tasche dei jeans. «Non è che mi sia diventato duro, era questo che volevi sapere?»
«Non esattamente, no.»
«Ora non fare l'offeso, è stato un bacio, punto. Non è stato male, vuoi i complimenti per come baci?» il biondo sogghignò, canzonatorio. «Non è che mi sono tipo saltate le rane in pancia e non ho sentito le campane e gli angeli, se è questo che vuoi sapere. Mai sentiti con niente e nessuno, in realtà, neanche quando ero particolarmente preso; figurati con un bacio.»
Mathias sbuffò, scuotendo il capo. «Almeno non hai avuto voglia di vomitare.»
«No, quello no. Non è stato male, ma era un bacio, punto.»
L'occhiata maliziosa del corvino mise di colpo Kier in imbarazzo. «Mi stai dicendo che ti ci vuole altro? Bastava dirlo, mi prendevo il giorno libero e stavamo a casa mia.»
Kier andò alla porta, fissando l'altro con aria cupa. «Ora non correre. Non così in fretta, ok? Ma poi, cazzo, no, dammi tempo di pensarci almeno!» Sbottò, di colpo irritato, abbassando la maniglia della porta. «A dopo, vado a vedere come sta Bao.»
«Lo metteranno a posto in un paio d'ore.»
Kier infilò la testa nell'ufficio prima di chiudere la porta. «Lo so. Voglio fare un giro e quella è una buona scusa per non stare qua a fare quello che dice Shiry. Buon lavoro!»
Mathias rise e si stiracchiò, guardando la porta chiudersi
«Così è stato solo un bacio, eh?» mormorò tra sé, divertito, prima di tornare al lavoro.
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Amore Cieco
ChickLitMathias, Capo Famiglia dei Lazzari, manda Kieran, il suo miglior uomo, a fare una consegna pericolosa al Dannemora, un carcere di massima sicurezza. Quando Kieran ne esce però tra loro qualcosa cambia, i rapporti di una vita mutano e quello che non...