IX. Primavera di Praga

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Parigi era meravigliosa, un vero incanto. Stavo vivendo il mio sogno, ma Sofia non c'era. Non avevo molti amici, anzi, a dir la verità non ne avevo per niente. Forse anche a causa di questo, però, fui molto produttivo sul lavoro, composi altre nuove canzoni, corressi la mia "A Sofia", intitolandola semplicemente "Tonalità minore" e migliorandone qualche passaggio.
Di tanto in tanto, Pavel mi inviava da Praga alcuni suoi spartiti che poi finivo sempre per incidere, con qualche piccolo adattamento personale. La sua genialità non aveva confini, io e lui, insieme, eravamo una vera bomba.
Dopo un inizio difficile, l'onda del successo finalmente mi colpì, inizialmente nell'ambiente parigino, poi in tutta la Francia. Ero costantemente impegnato in serate, invitato a ricevimenti con artisti importanti e spesso corteggiato da ragazze delle quali non conoscevo neppure il nome. Eppure, il mio umore non era dei migliori. La mia situazione economica era ormai stabile, mi ero ritagliato una fetta abbastanza importante nell'ambiente musicale francese, ma mi mancava Sofia. Ero rimasto in contatto telefonico con lei, circa una o due volte a settimana sentivo la sua voce, ma era così triste non poterla vedere. I suoi genitori non avevano minimamente preso in considerazione l'idea di un suo trasferimento, e così cominciammo a rassegnarci all'idea di un amore a distanza.
Passarono i mesi, e una mattina come tante altre giunse una notizia che mi lasciò di sasso: Praga, la mia Praga, era stata invasa dalle forze armate russe. Ero assolutamente distrutto, non sapevo cosa fare, la mia città era stata stuprata ed io non c'ero. Volevo tornare indietro, tornare nel mio appartamento a Mala Strana, ma il signor Morel me lo impedì. Ovviamente tornare in Boemia sarebbe stata una pazzia, gran parte della gente stava fuggendo in ogni paese europeo per evitare problemi, ed io, che ero già lontano, non potevo sputare in faccia alla fortuna. Certo, anche la Francia all'inizio dell'estate aveva affrontato numerosi problemi politici e rivolte, ma qui si parlava di invasione militare. Provai ripetutamente a contattare Sofia, ma nessuno rispose, durante i giorni seguenti continuai imperterrito, ma niente, Sofia sembrava essere scomparsa nel nulla, chissà con chi, chissà perché. Inoltre, ero preoccupato che potesse esserle successo qualcosa di brutto, ma pregavo di sbagliarmi.
E poi, una mattina, ricevetti una lettera da Pavel, e fu una pugnalata al cuore. Mi aveva scritto per annunciarmi che stava per suicidarsi, e che quindi mentre tenevo quella lettera in mano lui era probabilmente già morto. Aveva ricevuto l'invito ad un matrimonio qualche giorno prima, il matrimonio di Alena e Gustav, e non aveva retto il colpo. Mi diceva di non essere triste, perché prima o poi ci saremmo rincontrati in qualche altro mondo, e allora avremmo messo a soqquadro anche quello. In allegato alla lettera, mi mandava il suo intero quaderno, pieno di appunti, composizioni musicali, e qualsiasi tipo di cosa. "In questo modo, il mio talento non andrà sprecato. Fanne buon uso" mi scrisse. Ero distrutto, ma poi notai un piccolo appunto alla fine della pagina: "P.S. Sofia si è trasferita a Roma, ti ama ancora, mi ha detto di dirti che le dispiace di essere scomparsa." e seguiva il suo indirizzo, accanto al quale compariva una scritta sottolineata due volte "VA DA LEI". Il mio cuore si era appena spaccato a metà, una parte inseguiva Sofia, l'amore della mia vita, l'altra piangeva Pavel, il mio migliore amico morto suicida, che anche in punto di morte aveva voluto aiutarmi. Credo che non riuscirò mai a ringraziarti abbastanza, amico mio.
Nei giorni seguenti, comprai un biglietto ferroviario per Roma, e partii senza paura.

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