50.
Si svegliò con un gran mal di testa. La sbronza della sera precedente lo aveva stordito. Si ricordò della notte passata con quella bionda e si sentì uno schifo. I ragazzi avevano ragione, tutti, più o meno, allo stesso modo. Si alzò dal letto e si guardò allo specchio. Aveva i capelli arruffati, gli occhi lucidi e notò una macchia rossa, di quello che gli parve rossetto, sul collo. Si passò una mano sui capelli e si rifugiò in bagno, sciacquandosi il viso e togliendo quel segno dalla sua pelle.
Afferrò una pasticca per il mal di testa e la inghiottì, assieme ad un bicchiere d'acqua. Strinse fortemente gli occhi, lacrimando. Il dolore alle tempie era atroce e si maledisse. Se solo fosse rimasto a casa, a guardare la TV o magari a chattare, senza successo, con lei. Si ricordò le parole dei ragazzi. Facevano male, ma erano tutto, fuorché false. Si spogliò dei vestiti e si fece una doccia calda, per poi uscire e vestirsi.
"Niall, sei sveglio?" Chiese una voce da dietro la porta.
Era quella di Liam.
"Sì..." Sussurrò debolmente, sperando non avesse sentito. Non voleva vedere nessuno in quel momento, ma lui era l'unico in grado di aiutarlo. Perciò, si sollevò dal letto ed andò ad aprire. "Entra." Si scostò dalla soglia, per farlo passare, e chinò la testa.
"Che ti prende ultimamente?" Domandò, andando diritto al punto.
Era un ragazzo molto sensibile e comprensivo. Adorava parlare con lui.
"Sono un coglione." Iniziò. "Ho trattato male l'unica ragazza che abbia mai amato, insultandola. Vi ho mancato di rispetto e ho fatto l'errore di andare a letto con quella, ieri sera." Scoppiò in lacrime ed iniziò a singhiozzare. "Mi manca da da morire." Il castano lo guardò in silenzio, senza pronunciare parola.
Non voleva interromperlo, avrebbe riservato le sue domande alla fine.
"Eri solo arrabbiato, ma è normale." Lo consolò, abbracciandolo.
"No, cazzo!" Gridò. "Le ho dato della bugiarda, della puttana e della traditrice. Non mi perdonerà mai più, Liam." Singhiozzò e il ragazzo gli porse un fazzoletto.
"Ascoltami, amico." Sospirò. "Abigail ti ama, tanto quanto tu ami lei. Ti perdonerà, ne sono sicuro. State per avere una bambina, insieme. Il vostro amore ha dato vita ad un piccolo angelo, perciò non perdere altro tempo. Va da lei, fottitene degli altri. La tua ragazza e tua figlia devono essere le tue priorità."
" Ma, Simon..." Lo interruppe.
"Se stai ad ascoltare le sue parole, non sarai mai felice. Ora muoviti, fai le valigie. Ti aiuterò io, se vuoi." Sorrise.
"Lo faresti davvero?" Annuì. "Grazie mille, sei un grande amico." Si alzò e lo abbracciò.
[...]
Niall camminava per le strade italiane con timore e ansia, tanta ansia. E se lei lo avesse dimenticato? E se si fosse fidanzata, magari con Leonardo? Strinse i pugni lungo i fianchi. Abigail era solo sua e di nessun altro. Se lui non poteva averla, allora nemmeno gli altri dovevano. Bussò alla porta e sentì dei passi farsi sempre più vicini. Non appena fu aperta, gli occhi color nocciola si specchiarono nei suoi.
"N-Niall?" Sussurrò.
"Posso entrare?" La mora annuì. "Grazie." Le sorrise, ma non ricambiò.
Non sembrava felice di vederlo.
"Che ci fai qui?"
"Torna da me, per favore."
"Non posso, te l'ho detto." Si sedette sul divano e lo invitò ad imitarla. "Io sto bene con mia madre, non la lascerei mai sola."
"Ma perché non puoi?" La aggredì e la ragazza si allontanò, impaurita. "Dio, perdonami." Le baciò la mano. "Solo che senza di te sto impazzendo. Mi manchi più dell'aria che respiro, più di qualsiasi altra cosa al mondo. Mi manca averti intorno, svegliarmi con te, baciarti, sfiorarti, toccarti, abbracciarti, coccolarti e vedere il tuo pancione girare per casa." Abby ridacchiò sofficemente. "Mi manchi tu." Si inginocchiò davanti a lei.
"Sei stato molto dolce, però non posso." Lo allontanò.
"Dimmi perché, e giuro che me ne andrò." Si guardò attorno, spaesata.
"Perché devo studiare."
"Studierai tramite dei corsi online, si può fare."
"Devo stare con mia madre, è da sola adesso."
"Verrà con noi."
"È che sono stanca di camminare."
"Allora, ti porterò in braccio io. Da qui fino Londra, giuro." La mora sorrise.
Era così dolce.
"Non insistere, ti prego."
"La smetterò quando mi dirai la verità." La fece sedere sulle gambe, nonostante le sue opposizioni. "Sono tutte piccole cose queste, amore." Le scostò una ciocca dal viso, mettendola dietro l'orecchio. "Sei così bella." Si avvicinò a lei, lentamente, per darle il fatidico bacio. Era così vicino, ma le loro labbra si sfiorarono appena, perché lo scansò e si alzò.
"Vattene." Sussurrò. "Non rendere tutto più difficile." Pianse.
"Va bene." Chinò la testa, con gli occhi lucidi. "Ma tornerai da me." Le faceva male vederlo andar via, ma sapeva che era la cosa giusta.
Abigail e Niall non potevano stare insieme, ma il destino è già scritto.
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Darren » niall horan.
Fanfiction[COMPLETED] Niall Horan, componente della boyband più popolare del momento, si ritrova ad accettare un contratto alquanto bizzarro. - "E se ti fingessi uno studente, facendoti chiamare Darren?" (Revisionata). »»» © darkaess. all rights are reserved...