COME LA PRIMA VOLTA

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Sono trascorsi molti giorni da quell' alba condivisa con Daryl, e da allora sono successe molte cose: Abbiamo trovato un prete, Gabriel, che nascondeva nella sua chiesa e nella anima oscuri segreti.

Tuttavia, il ricordo di quel momento continua a ripresentarsi alla mia porta...

Curioso, come a volte ci si dimentichi degli eventi importanti, ma ci si ricordi delle piccole cose.

Non ricordo bene il giorno in cui sposai Lori, forse ero troppo nervoso, ma ricordo bene un giorno di pioggia in cui mi svegliò con un bacio, mentre la sua catenina dorata mi sfiorava il collo. Ricordo la morbidezza delle sue labbra e il profumo dei suoi capelli...

No, non posso pensare a lei, fa ancora troppo male.

Da quando non c'è più, il mio cuore è come bruciato, e ora non è che un muscolo atrofizzato, inutile.

O almeno, era ciò che pensavo, prima di quel giorno.

Camminavamo in cerca di scorte, io e Daryl eravamo andati a sinistra del fiume , mentre Abraham, Eugene e Rosita a destra. C' erano delle fattorie nella zona e speravamo di trovare rifornimenti.

Carol, Gleen e Maggie erano andati ad ovest, alla ricerca della farmacia della città.

Gabriel, Michonne, Carl e Judith erano rimasti dentro la chiesa, sistemando delle travi sulle finestre e dei pali appuntiti all' esterno dell' edificio.

Tara, Bob, Sasha e Tyreese invece erano andati in cerca di armi nella villa dei Johnson, che erano famosi per le loro tenute di caccia. La villa si trovava in una cittadina non troppo lontana dalla chiesa, diventata ormai il nostro campo base.

Era pomeriggio inoltrato, faceva un gran caldo e non c' era una nuvola in cielo, insomma una delle tipiche giornate per fare gite in famiglia.

Forse per questo motivo ero particolarmente distratto quel giorno, continuavo a giocherellare con la fede al mio dito, mi sentivo come se da un momento all' altro dovesse spuntare Lori con in braccio Carl, con quel suo spendido sorriso e la mano tesa verso di me.

E' per questo che i ricordi sono pericolosi, ti portano in un mondo che non è altro che un sogno, mentre la realtà cerca di mangiarti vivo, letteralmente.

Non me ne accorsi neanche, a ripensarci sono stato davvero stupido, ma in quel momento non riuscivo proprio a restare concentrato.

Fu solo più tardi, che ne capì il motivo.

Camminavo e guardavo il cielo come un fottuto adolescente innamorato, quando all' improvviso sentì un ronzio vicino al mio orecchio.

Mi girai di scatto e vidi uno dei vaganti steso per terra, con una freccia conficcata nel cranio.

Non me ne resi neppure conto, ma c' e n' era un' altro proprio alle mie spalle.

In un secondo mi fu addosso, io riuscì a malapena a mettere le mani su quello che restava del suo petto, fermando di poco la sua avanzata.

Poi sentì il corpo caldo di Daryl scontrarsi con la mia schiena, il suo braccio che mi avvolgeva la vita tirandomi indietro, la sua mano muoversi veloce verso la testa del vagante.

Poco dopo era a terra, con un buco nella fronte.

Io invece ero ancora lì. Daryl era ancora lì.

Mi stringeva forte il petto, respirandomi sul collo.

"Idiota! Già che ci sei potevi metterti a fischiettare!" Lo disse senza staccarsi da me, parlando a pochi centimentri dal mio viso, imbronciato e preoccupato.

Volevo replicare, dire qualcosa, ma non ci riuscivo.

Ero come bloccato...

Lui mi guardava, senza dire una parola, mi guardava negli occhi e sembrava che mi stesse leggendo l' anima.

Avrei dovuto staccarmi, lui avrebbe staccarsi. Ma nessuno dei due lo fece.

Rimannemmo così, per un tempo che parve infinito...

Fu allora, che sentì qualcosa dentro di me, qualcosa che non avrei mai pensato di provare di nuovo.

Come la prima volta che Lori mi tenne la mano...

Come la prima volta che Rachel Stevens mi diede un bacio sulla guancia, quando eravamo bambini.

Fu quella la prima volta in cui il mio cuore si riaccese di nuovo. Sembrava che stesse per prendere fuoco insieme a noi.

Daryl respirava calmo e mi guardava, studiando i miei occhi.

Il vento spingeva i suoi capelli sul mio viso, accarezzandolo delicatamente.

Improvvisamente però avvertimmo un rumore, così ci staccammo e ci guardammo intorno, ancora storditi e confusi.

Era un vagante, che riuscì a sistemare senza problemi.

Il momento tra di noi era passato, ma qualcosa dentro di me era ancora acceso.

Lo ricordai allora, il motivo per cui non smettevo di pensare a Lori.

"Credo che oggi fosse il nostro anniversario." Lo dissi ad alta voce, senza sapere perchè, mi uscì e basta.

Lui mi guardò, sospirò e abbassò lo sguardo, come se si sentisse in colpa.

"Beh, non è ancora il momento di raggiungerla." Esclamò facendomi l' occhiolino.

Annuii e sorrisi, sfiorando con la punta delle dita l' erba alta, e dando un ultimo sguardo al cielo azzurro.

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