CAPITOLO 4

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Abbiamo quasi completato il giro manca solo Aron,dentro di me sto pregando che non mi scelga ho già bevuto abbastanza questa, sera e non sono in vena di un'altro bicchiere.



《Scelgo Jennifer 》dice in tono sarcastico. Vorrei maledirlo, spero solo che non mi faccia una domanda imbarazzante o sul mio passato.《Hai mai sofferto per un fatto accaduto in famiglia? O sei una ragazza viziata e riccona?》dice. 《Aron abbassa i toni》dice Jack con fare protettivo.

Le sue parole mi hanno ferito, quindi è questo che pensa di me?, vorrei urlargli in faccia quanto lo odio e dirgli che la mia vita non è perfetta come sembra, mio padre ci ha mollati perché ha trovato una più giovane e ha iniziato a fare uso di stupefacenti, mia madre è caduta in depressione e ogni notte mi appoggio con la schiena alla porta di Camera sua e iniziamo a piangere insieme.È questo che vuole sentire? non so cosa replicare perciò mi alzo con le lacrime agli occhi e corro via.
Il parcheggio è ancora pieno di gente, perciò cammino il più velocemente possibile, non ho voglia di incontrare qualcuno.
Mi dirigo verso il campus e camminando ripenso alle parole che ha detto e ai suoi occhi verdi che si sono uniti ai miei, lo odio non solo è uno stronzo, ma si insinua anche nei miei pensieri.
Apro la porta della stanza e mi butto sul letto. Non so perché sto ricominciando a piangere e a singhiozzare quando all'improvviso entra Giuly correndomi immediatamente in contro,《scusa,non volevo succedesse è un cretino, vedrai gli ho fatto una ramanzina che non si scorderá mai》dice rincuorandomi. Mi viene da ridere al pensiero di Giuly che sgrida Aron sarebbe una scena molto divertente. 《 non devi scusarti non è colpa tua》dico asciugandomi le lacrime.




Ho bisogno di una doccia per rilassarmi e pensare, accendo l'acqua calda e mi siedo per terra per pensare. Perché la vita si è accanita su di me, in questo momento mi piacerebbe chiamare mio padre e raccontargli cosa mi ha fatto quel ragazzo, scommetto che verrebbe qua e gli farebbe un bel discorsetto, questo però sarebbe successo qualche anno fa. Alla fine è vero che le cose e le persone passano e vengono come le stagioni, ci sono solo per un certo periodo della vita, e decidono loro quando andare e quando venire. A questo punto la mia domanda è, la felicità esiste? I miei pensieri vengono interrotti da uno spruzzo di acqua fredda, cavolo perché finisce sempre così in fretta.





***
Oggi è il grande giorno e iniziano le lezioni, il primo corso e quello di storia dell'arte è non vedo l'ora di andarci. Prendo una maglietta nera aderente e dei jeans blu e mi avvio in caffetteria. Vedo seduto in un angolo Jack con alcuni biglietti in mano, così decido di avvicinarmi a lui.


《Jenni! Sono felice di vederti, posso parlarti di una cosa? 》dice con quel bel sorriso. Mi limito ad annuire, 《allora prima di tutto mi dispiace per venerdì, e poi mi chiedevo se ti piacerebbe venire ad una festa a casa mia》. 《Non preoccuparti, certo che mi piacerebbe》. 《Fantastico, comunque dormirete da me perciò porta qualcosa per la notte》esclama allontanandosi. Ho un sorriso stampato in volto, non vedo l'ora che sia venerdi per andare alla festa. Mi allontano per andare in classe, quando apro la porta ci sono solo quattro o cinque studenti. Non conosco nessuno tranne Ludo, così decido di sedermi accanto a lei. 《Ciao, mi dispiace per ieri》dice imbarazzata. 《Ora basta scusarvi non è stata colpa vostra, ma di Aron, e poi dopo quello che ha passato posso anche capirlo》replico. Sembrerà che lo sto difendendo ma non è così. 《Questo non gli permette di trattarti in questo modo》.



Non faccio in tempo a rispondere, il professore si presenta a tutti parlandoci del programma di quest'anno e di un progetto che aveva in mente per il prossimo semestre. La porta si apre perciò io e Ludo ci giriamo a guardare, cavolo è lui, abbasso immediatamente lo sguardo.
Adesso spero soltanto che non si sieda in parte a me.
Ovviamente si siede imparte a me, sono sicura che lo fa apposta, gli piace vedere l'imbarazzo e la sofferenza sul mio volto, potrei scommetterci

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