Canzoni per il capitolo
Mako - Sunburnt
Stephen Swartz - Bullet trainAppena arrivo alla tenda di papà mi volto velocemente,sperando di non vedere piu i ragazzi.
Fortunatamente è cosi,li vedo di spalle che camminano verso due o tre gruppi di aree dopo la mia.
Torno a guardare papà e sbuffo:
-mi sono allontanata un po per cercare qualcuno ma il campeggio era praticamente deserto,quindi sono tornata indietro perché avevo paura di perdermi. Sai con il senso dell'orientamento che ho- scoppio in una risata per sdrammatizzare la situazione.
Lui mi guarda per qualche secondo cercando di assumere un'espressione seria e distaccata,ma poi scoppia a ridere insieme a me.
D:Certo che lo so-continua a ridere-come quando ti sei persa nel campeggio vicino a Montreal,che era infinitamente piu piccolo di questo! -inizialmente al ricordo di quel giorno mi viene da ridere.
Cosi faccio,e insieme a papà formiamo un coro di felicità che non sentivo da tempo.
La verità è che sotto a ciò,c'è un velo di malinconia: come un alone che passa sopra le nostre teste e che soffoca quelle risate,all'inizio orecchiabili.
Ma più questo alone si diffonde,più il rumore quasi sincronizzazato delle nostre voci diventa fastidioso da udire,forse per il ricordo della mamma o forse per il rimpianto dei vecchi tempi.
Questa sensazione viene avverita da entrambi,lo capisco perché improvvisamente ci zittiamo senza nemmeno avere il coraggio di guardarci negli occhi.
D:Comunque devo solo mettere la carne sulla griglia ed è pronto,quindi prendi il pane e siediti a tavola,se vuoi.
Le sue parole sono cosi limitate,soffocate come se non vedesse l'ora di raggiungere la fine del discorso per riprendere quell'imbarazzante silenzio,abituale da qualche minuto.
Faccio come dice e aspetto che la cena sia servita a tavola.Mentre ceniamo ci siamo fortunamente lasciati alle spalle ciò che è avvenuto poco fa e chicchieriamo un po di tutto.
Io:mi passeresti la senape,è li difianco a te -dico con il braccio teso e l'esasperato bisogno di quella sostanza gialla dentro il mio hamburger. Lui me lo passa e io finalmente condisco il panino.Nonostante siano quasi le otto il clima è bellissimo,c'è abbastanza luce e l'aria non è particolarmente fredda,riesco a stare all'aperto solo con una giacca di jeans.
Come avrò ripetuto milioni di volte,è una cosa davvero strana per essere in Canada.Appena abbiamo finito di cenare io e papà ci alziamo da tavola e raccogliamo tutte le stoviglie in una grande bacinella di plastica blu. Mentre lui raccoglie la sporcizia me la passa,il che vuol dire che mi toccherà lavare tutto quanto.
Senza aspettare comandi mi metto le infradito e mi dirigo verso quella cosa che qua definiscono 'bagno'.
Appena entrata noto solo due donne intente a fare quello che dovrò fare io tra poco,perciò mi posiziono davanti ad un lavandino e comincio a dare una scuaquata a tutti gli oggetti.Sciaquo,insapono,poi risciquo e asciugo.
Questo è ció che faccio per una ventina di minuti fino a che non sento qualcuno al telefono avvicinarsi alla stanza dove mi trovo.
È uno di quei simpaticissimi ragazzi biondi che ho incontrato oggi pomeriggio,se non mi faccio vedere è meglio.
-Si entro domani sera saremo a casa -fa una pausa-ti dico di sì,certo certo -sono le uniche parole che sento dire prima che cominci a fare un discorso in una lingua da me sconosciuta,credo tedesco.
Dopodiché chiude la chiamata,e appena noto che alza la testa mi volto di scatto,sperando che non si fermi e parlare,o a ridere come qualche ora fa.
Continuo a maneggiare le stoviglie indifferente,anche se mi ha già sicuramente visto.
-Non sei brava a fare finta di niente-si avvicina -lo sai vero? -mi guarda e appoggia i palmi delle mani sul bordo del lavandino,dietro di se.
Io:non stavo cercando di farlo,ma comunque avrei avuto dei buoni motivi -cerco di essere il piu esplicita possibile,riferendomi a quello che è successo nel pomeriggio.
-I miei amici sono sempre cosi,quando voglio far abboccare fanno di tutto,credimi-dice con un sorriso malizioso stampato sulle labbra.
Io:far abboccare? -rido sarcasticamente.
Lui scuote la testa per farmi capire di lasciar stare la sua stupida riflessione e allunga il braccio verso la bacinella difianco al lavello,che sto per sollevare.
-Lascia che ti aiuti -sorride dolcemente,ma il suo viso non mi promette assolutamente niente di buono.
Io:N-no non c'è bisogno- riprendo la bacinella dalla mia parte.
-Avanti,lo voglio fare -china la testa da un lato per farmi intendere di lasciarlo fare.
E cosi faccio anche se tutta questa sua disponibilità mi fa un po paura.Ci dirigiamo insieme verso la mia tenda.
Appena arriviamo papà si volta verso di me e mi vede insieme al ragazzo,di cui non so il nome.
D:oh c-ciao! -gli sorride -bene vedo che ti sei fatta già qualche amico.
Sorrido forzatamente,"se per nuovo amico intendi un ragazzo di cui non so nemmnno il nome,e che ha riso di me solo per far 'abboccare',certo!" -Penso tra me e me dopo l'affermazione di papà.
-Vede,stasera vicino alla mia area d'accampamento organizzano un falò e se potesse venire anche sua figlia per me sarebbe un piacere. -questa sua improvvisa educazione verso mio padre,come se mi conoscesse da tempo,non fa altro che far aumentare i miei dubbi su di lui.
Ha qualcosa che non va,sicuramente.
Io:Em-m io-sto per trovare una scusa abbastanza valida per non andare ma mio padre mi interrompe.
D:certo puoi andare,anzi fa molto piacere anche a me purché non torniate all'alba.-ride sarcasticamente.
-Non si preoccupi -stringe la mano a mio padre e mi fa cenno di seguirlo,lontano dalla tenda.
Forse sto correndo troppo,forse non è un ragazzo cosi malizioso come credevo, quindi decido di andare anche per divertirmi un po, non ho mai fatto un falò prima d'ora.Dopo circa cinque minuti di tragitto in silenzio,lui rompe il ghiaccio.
-Comunque sono Stephanel,piacere -dice porgendomi la mano.
Io:Piacere Madison-ricambio il suo gesto.Poco dopo arriviamo sulla riva della spiaggia libera e noto subito un fuocherello acceso con una dozzina di persone intorno. Tutte hanno dei bicchieri e alcuni mashmallow in mano.
Appena ci vedono arrivare,si volano tutti a guardarmi,mettendomi in imbarazzo.
S:ragazzi vi presento Madison -solleva un braccio difianco a me.
-Ciao! -urlano tutti in coro,e io sorrido.
Mi siedo a gambe incrociate sulla sabbia intorno al fuoco,difianco a Stephanel e ad uno dei tanti ragazzi biondi presenti.
S:che ti va di bere? -dice indicando la coperta con tutti gli alcolici.
Io:è indifferente scegli tu- sorrido dolcemente,la verità è che non ne ho mai avuto l'occasione e se dovessi scegliere una bibita sbaglierei sicuramente nome.Se fossi stata in un altro luogo,con altre persone,non lo avrei fatto.
Ma qui,ora, sono pronta a divertirmi come dovrebbe fare una normale sedicenne.
Stephanel mi porge il bicchiere di plastica rosso,e senza guardarne il contenuto bevo tutto d'un fiato.Sono passati dieci minuti e sto gia facendo amicizia con le due ragazze difianco a Stephanel,sono davvero carine.
Ma voglio qualcosa di più.
Voltandomi,mi avvicino all'orecchio del ragazzo e sussurro:
-Hei Stephanel,passami un altro bicchiere per favore.
Lui rimane un po perplesso e poi dice:
-Sei sicura? magari ti fanno star mal- lo interrompo.
Io:passami un altro bicchiere -lui alla mia risposta sorride maliziosamente,forse anche troppo ma presa dal momento non ci faccio caso.
Dopo avermelo passato lo bevo ancora tutto d'un fiato,facendomi girare la testa.
Pochi minuti dopo,il vociare dei ragazzi si fa sempre meno intenso.
Comprendo solo qualche parola,il resto mi sembra solo un miscuglio di suoni indistinti e incomprensibili.
La testa mi fa davvero male,ma nonostante ciò mi alzo in piedi e faccio una cosa di cui,tra qualche ora,potrei sicuramente pentirmi.
Vado a prendere un altro bicchiere.~🌸In ritardo madornale ma ecco il nuovo capitolo!
~Milli❤️
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The feeling (justin bieber)
FanfictionPerché in fondo dalla vita non ho mai preteso tanto. No aspetta,le frasi non possono cominciare con un perché. Riprovo. Non ho mai preteso tanto dalla vita,nemmeno adesso lo pretendo. Un po' perché tutto quello di cui avevo bisogno erano la mia fami...