J:Svegliati fiocchetto -sento pronunciare a bassa voce contro il mio orecchio.
Come ogni mattina,penso sia papà che mi sveglia per andare a scuola,invece quando schiudo gli occhi e li incrocio con quelli color nocciola di Justin torno alla realtà.
Lui è seduto accanto a me con il braccio sulla mia spalla e la scuote.
Non appena nota che mi sono svegliata, abbozza un sorriso dolce e si avvicina al mio viso.
Contemporaneamente io mi sollevo sui gomiti e mi sistemo i capelli.
Io:buongiorno-dico con voce roca e un sorriso a trentadue denti.
Probabilmente Justin aveva in mente di darmi un bacio,ma quando si accorge che mi allontano leggermente,lo fa anche lui e si limita a ricambiare il buongiorno.
Io:che ore sono? -dico continuando a guardarlo mentre si alza dal letto,già vestito con un pantalone stretto color nocciola,una t-shirt nera e una bandana sulla fronte.
È estremamente bello,penso tra me e me,e sinceramente non so come abbiamo fatto a rimanere divisi per tutta la notte.
Ma ripeto,meglio così.
J:sono le cinque e venti,il volo parte tra due ore però per le sei è meglio se partiamo. Ti aspetto di sotto così hai il tempo per prepararti. -mi guarda e chiude la porta dietro di se,lasciandomi da sola nella stanza.
Non è la prima volta che cambia umore nell'arco di dieci minuti e credo che sia per la situazione imbarazzante di poco fa.
Avrei potuto reagire decisamente meglio,ma visto che è stato lui il primo a dire di prendermi del tempo ieri sera è quello che farò;
So che un bacio del buongiorno non guasterebbe e non affretterebbe troppo le cose,ma ho deciso di fare le cose quando me le sento davvero per non prenderla come abitudine.
Mi alzo dal letto,prendo con me il borsone che ho preparato ieri sera e vado in bagno.
Apro il getto d'acqua e mentre aspetto che si scaldi mi tolgo i vestiti,rimanendo in intimo.
Accarezzo l'acqua con le dita e non appena arriva alla temperatura giusta mi tolgo il resto ed entro in doccia.
Sciacquo i capelli ed il corpo e mentre lo faccio non penso ad altro che a quello che faremo oggi. Se ieri sera ero così sicura di sentirmi a mio agio dappertutto con Justin,oggi non ne sono più tanto sicura. Un po' per come ha reagito e un po' perché so che se dovesse ricapitare mi farebbe sentire davvero a disagio in un posto lontano da casa.
Appena ho terminato avvolgo l'asciugamano sopra il seno e mi trucco.
Poi scelgo dal borsone un jeans nero con gli strappi sulle ginocchia,una t-shirt bianca ed un cappottino sempre nero sopra.
Apro tutti i cassetti del bagno in cerca del profumo che Justin si è spruzzato poco fa e lo trovo nello scaffale vicino allo specchio.
Lo spruzzo sui polsi e sul collo e dopodiché riprendo tutte le mie cose rimaste in camera e scendo al piano di sotto.
Pattie è in camicia da notte e sta preparando il caffè,mentre Alfredo e Scooter sono appoggiato allo stipite della porta a chiacchierare ed aspettare la partenza.
Io:buongiorno-dico con in imbarazzo,e ricambiano il saluto tutti in coro.
Pattie:hai voglia di fare colazione? -dice con un sorriso dolce e posando la mano sul mio braccio.
Io:no la mattina non faccio quasi mai colazione,prenderei solo un caffè se lo sta facendo.
Pattie:sono di una certa età ma ti prego non ricordarmelo dandomi del lei -dice con una fragorosa risata- puoi chiamarmi Pattie -mi porge la mano.
Io:piacere Madison.
Justin sta seduto a tavola in silenzio, guardando il cellulare. Poco dopo Pattie mi allunga una tazza di caffè,chiacchieriamo un po fino a quando non arriva l'ora di partire.
Scooter: se è tutto pronto direi che possiamo andare -dice mettendosi il cappotto e strofinando le mani tra loro.
Justin prende la sua valigia e io prendo la mia,saluto la sua madre e saliamo in macchina tutto questo accompagnato da un estremo silenzio tra me e quel ragazzo così maledettamente permaloso.
Non pensavo se la prendesse per così poco.
Comunque appena partiamo Alfredo e Scooter cominciano a parlare fra loro ed io e Justin ci ritroviamo in un gigante imbarazzo nei sedili del viaggiatore.
Io guardo fuori dal finestrino e lui controlla il cellulare, alzando la testa di tanto in tanto, per circa dieci minuti.
Poi improvvisamente mi stringe la mano,rassicurandomi.
J:sei pronta?
Io:considerando che,per quello che so,potremmo andare a qualche isolato da qui come dall'altra parte del mondo? Sì dai potrei essere più agitata,se solo tu non mi evitassi palesemente.
Lui mi guarda negli occhi e stringe la presa della mia mano,sorridendomi.
Poi avvicina il suo viso al mio e mi bacia delicatamente le labbra.
J:cosi va meglio -risponde automaticamente senza lasciarmi il tempo di rispondere.
Io:sei una delle persone più strane che abbia mai conosciuto dopo me stessa -rido leggermente.
Justin non mi ascolta e continua a guardare fuori dal finestrino,indicandomi qualcosa.
J:siamo arrivati -dice aprendo la portiera e porgendomi la mano.
Alzo gli occhi e noto subito l'enorme edificio davanti a me:aereoporto di Toronto.
Qualcosa mi dice che non andremo affatto a qualche isolato da qui.
Io:mi stupisci Bieber,davvero -sorrido e mi avvicino per baciarlo.
J:mi è gia stato detto -ride maliziosamente e si avvicina ancora in modo da attaccare le nostre labbra.
Entriamo in aereoporto, facciamo tutti i controlli e dopo circa un ora e mezza seduti in sala d'attesa la voce metallica cattura la mia attenzione.
X: i passeggeri del volo Airlines numero 3742 diretto a Mosca,sono pregati di imbararcarsi attraverso il gate C42,grazie.
Vedo i ragazzi alzarsi e subito mi faccio degli enormi viaggi mentali sul perché della destinazione. Davvero stiamo andando in un posto dove minimo ci sono -30 gradi?
No,preferisco alla lunga i parchi acquatici a questo punto.
Sono già intenzionata a tornare a casa e mentre penso alle mie fantasticherie vedo Justin e gli altri parlare con un uomo della sicurezza.
X:ci scusi per il ritardo signor Bieber,il suo jet privato per Parigi è appena arrivato. Seguitemi.
Guardo Justin con un sorriso a trentadue denti e sorpresa allo stesso tempo.
J:doveva essere una sorpresa -dice seccato.
Io:Parigi? Justin non ci posso credere! Stiamo andando a Parigi ed io mi sono portata solo un borsone e non ho preso neanch- mi interrompe
prendendomi il polso e ridendo.
J:non preoccuparti andiamo che siamo già abbastanza in ritardo.
Lo seguo e saliamo sull'aereo.
È normale che abbiamo più paura di come comportarmi con i ragazzi e con Justin in un viaggio di nove ore che del viaggio stesso?
E ora come lo spiego questo a mio padre?
STAI LEGGENDO
The feeling (justin bieber)
FanfictionPerché in fondo dalla vita non ho mai preteso tanto. No aspetta,le frasi non possono cominciare con un perché. Riprovo. Non ho mai preteso tanto dalla vita,nemmeno adesso lo pretendo. Un po' perché tutto quello di cui avevo bisogno erano la mia fami...