Atto 6

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<<Andiamocene da qui è meglio.>> Nico afferrò la mano di Keila e la trascinò verso il centro abitato, mentre lei continuava a fissare un punto preciso davanti a lei. La fece sedere sul bordo della fontana ed iniziò a scuoterla per farla tornare alla realtà. <<Hei! Non era lui, non è possibile che giri libero per il paese dopo quanto accaduto! Ragiona!>>...Dagli occhi di Keila cominciarono ad uscire delle lacrime mentre pian piano iniziò a focalizzare il suo sguardo sul ragazzo di fronte a lei con un'espressione preoccupatissima. D'un tratto si ritrò le braccia di lui intorno al collo. <<Calmati, non sei sola, ti aiuterò, te l'ho già detto. Ma ora piangere non servirà a nulla.>> La voce di Nico era dolce e la calmò. La ragazza liberò leggermente le sue braccia dalla presa per abbracciarlo anche lei, stringendo la sua camicia quasi a tirarla. Rimasero cosi per qualche minuto, poi lui si scostò e le sciugò le lacrime con le dita. <<Va meglio?>> Le chiese. E lei annuì con uno sguardo di leggera timidezza che le impediva di guardarlo negli occhi. <<Però...ti giuro che quello che ho visto era proprio Daniel...era identico a lui...>> Nico le si sedette vicino sospirando. <<Non potrebbe essere stato un errore della tua mente? Una sottospecie di allucinazione? Dopo ciò che hai passato...e visto...dopo averlo perso... a volte quando si perde una persona che si ama tanto si ha l'impressione che la sua voce ci segua o pensiamo persino di vederlo. >>...<<Stai parlando come se fosse morto.>>...<<Non ho detto questo...ma nel tuo caso è un po' come se lo fosse...>> Keila sembrava sul punto di riprendere a piangere. Quando si alzò in piedi di scatto stringendo i pugni. <<Vendetta...>>...<<Cosa?>>...<Ho detto VENDETTA!>>...Nico in quell'istante si trovò di fronte non più la stessa ragazza di poco fa. Aveva uno sguardo totalmente diverso. Gli occhi color smeraldo erano lucidi per il pianto di poco prima e leggermente arrossati. Lo sguardo era deciso ed i suoi occhi sembravano trasudare odio cosi come la sua espressione di rabbia mista a decisione. Dopo un attimo di sgomento Nico disse:<< Va bene. >>. Portando sul suo viso un'espressione serissima. <<Adesso però conviene rientrare, si sta facendo tardi, dopo una bella dormita saremo più lucidi, specialmente tu, devi essere distrutta; e quella dormita nel bosco non deve averti aiutata. >> Nico le prese la mano e la portò a casa.
La mattina dopo Keila si svegliò nella stanza di Sara. Le aveva concesso metà del suo letto ed una delle sue vesti da notte in cotone color malva. Si cambiò, rimettendosi lo stesso abito del giorno prima, si diede una spazzolata ai capelli ed uscì da sola, mentre gli altri dormivano. Aveva bisogno di fare un giro per schiarirsi le idee. Camminò per un po' in mezzo alla gente. Quel clima di allegria le piaceva. Ed inoltre non aveva più sentito parlare della "battuta di caccia" avviata da quel Dagon dalla mattina precedente. Ma non poteva abbassare la guardia, nonostante le guardie che conoscevano il suo volto non fossero qui e nonostante nessun'altro poteva accusarlo se i suoi occhi rimanevano normali. Non aveva ancora pensato a cosa li scatenasse. Forse la rabbia, o i suoi poteri. Probabilmente quando raggiungevano un certo picco.Eppure da piccola il nonno non le aveva mai detto nulla su un qualche cambiamento negli occhi. Magari da piccola il suo potere era più debole. In effetti non ricordava particolari episodi di furia dopo la sua prima manifestazione di potere. Dopo un po' sentì una vocina in lontananza che chiamava "Mamma". Vide un bambino in mezzo ad un gruppo di persone, avrà avuto più o meno 6 anni. Gli si avvicinò per aiutarlo. <<Va tutto bene?>> Stava piangendo a dirotto, ma tra le lacrime rispose con una voce smorzata dalle lacrime:<<Signorina...la mamma...non la trovo..>> A quanto pare nella mischia doveva aver perso di vista la sua mamma. <<Dove era prima?>>...<<Qui.... accanto a me...>>...<<Come si chiama?>>...<<Mirah....la mia mamma si chiama Mirah...>>...Prese la mano al bambino e lo allontanò dalla folla, dopodichè si mise a gridare il nome della donna nella speranza che potesse sentirla essendo più forte e più chiara di quella del bimbo. <<Aspetta...che aspetto ha la tua mamma?>>...<<Ha i capelli raccolti ed è vestita di rosa...>>...Cercò di vedere qualcuno con questi requisiti in mezzo alla folla davanti a lei, ma tutto ciò che vedeva erano uomini di mezza età, ragazzine , e casalinghe prese a chiacchierare tra di loro, la maggior parte con lunghi capelli ed abiti fin troppo succinti. <<Dovrei portarti da qualche guardia...>> Si, sempre che non venga riconosciuta... <<Come ti chiami bimb...>> Keila si voltò e vide il bambino correre verso un vicolo cieco. <<Hei! Fermati!>> Gli gridò rincorrendolo. <<La mamma...la mamma è qui...l'ho vista...>> Lo seguì finchè non si trovò di fronte una strada senza uscita. E il bambino era sparito.<<Che diamine...>> Sussurrò. Cominciava a credere di star diventando pazza. Iniziò ad indietreggiare fissando dritto davanti a se il muro di pietra che bloccava ogni via d'uscita. Finchè qualcosa dietro non la bloccò.<<Cos...>> ...<<Tutto bene signorina?>> Si voltò e si trovò davanti un uomo vestito di nero con una maschera famigliare, simile al volto di una fenice. Era uno di quegli uomini. Uno di quelli che avevano distrutto il suo villaggio e rapito Daniel. Iniziò a tremare. Abbassò il volto nella speranza che lui non la riconoscesse. <<Si..grazie...>>...<<La vedo agitata, sicura di stare bene? >>Keila continuava a fissare il pavimento. <<Si, si....ho solo perso di vista un mio amico, tutto qui.>>...<<Vuoi che ti aiuti a trovarlo?>> Proprio nel momento in cui l'uomo stava per alzarle il viso con un gesto della mano, come a volerla guardare bene negli occhi sentì alla sue spalle una voce famigliare. <<Tutto bene qui?Hei, dov'eri finita, ti cercavo. >> Nico le afferrò il polso e la trascinò verso di se per allontanarla dalla guardia. >>...<<Ah, è il tuo amico?>>. Le chiese l'uomo. Keila annuì senza guardarlo in faccia. <<Va bene...ma stai attenta, hai sentito l'annuncio di ieri no? E' in corso una caccia all'uomo. >>...<<Lo sappiamo, e se avremo notizie riferiremo senz'altro.>>Nico fissava l'uomo negli occhi che si intravedevano dalla maschera, accennando un leggero sorriso. Dopodichè la guardia fece un cenno di saluto e se ne andò. Keila tirò un sospiro di sollievo. <<Stai bene? Dov'eri finita!? Sei sparita senza dire nu-...>> Keila si gettò tra le braccia del ragazzo davanti a lei sprofondando nella sua camicia nera. <<Era uno di quelli...>>...<Cos....>> ...<<Era uno di quelli che ci hanno attaccati...ed era anche uno di quelli che ha torturato Daniel...>> Keila si lasciò cadere sulle ginocchia ed iniziò a piangere. <<Non ci credo...era davanti a me...ed io avevo paura e mi sentivo impotente! Ancora! Voglio fargliela pagare! Devono pagarla tutti!>> Nico si abbassò per abbracciarla nel tentativo di calmarla. <<Per ora l'importante è che non ti abbiamo riconosciuta. Al resto penseremo poi. >> Il ragazzo l'aiutò a rialzarsi.Non appena fu più calma Keila prese a parlare. <<Nico...sto diventando pazza...non è vero?>> Le raccontò cosa aveva appena vissuto, ma lui non sembrava affatto sorpreso. <<No non sei pazza...non è la prima volta che in questo paese scompare qualcuno, è già successo in passato...ma non è mai stato trovato alcun colpevole o alcuna spiegazione logica...e dopo ciò che mi hai detto la logica è totalmente da scartare.>>...<<Ma allora cosa significa...>>...<<Magia nera.>>

IL COLORE DEL DIAVOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora