ATTO 10

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La mattina successiva il ragazzo si alzò senza dire nulla alle ragazze ed uscì. Si presentò davanti alla grande chiesa del villaggio. Viveva qui da quando era bambino ma non vi si era mai avvicinato. D'un tratto sentì una presenza dietro di lui e si voltò. <<Chi sei? Cosa vuoi?>> Era un uomo alto e robusto con una maschera bianca e sorridente. (Molto in contrasto con quella voce roca e grossa che aveva). << Scusatemi, ho sentito che avevate bisogno di uomini in più per cercare quella ragazza, sarei interessato ad unirmi a voi. >> La voce del ragazzo era ferma e tranquilla, fissava l'uomo alto circa 10 centimetri più di lui nelle buie fessure degli occhi. <<Oh bene, ti accompagno dal nostro signore, vorrà conoscerti. >> L'uomo si voltò e si incammino davanti a lui facendogli cenno di seguirlo. In quel momento Nico notò un pugnale d'argento spuntare da una fondina sul lato destro della sua cintura. Entrarono dal grande portone di legno scuro. I cui cardini e maniglie erano di metallo nero. Sembrava di trovarsi in un palazzo. La chiesa era bellissima. Davanti a lui, nella navata, si estendevano decine di panchine mentre al centro un lungo tappeto rosso che portava all'altare maggiore. La cosa strana era che questo era completamente spoglio. Il muro dietro questo era quasi completamente formato da vetrate rappresentanti angeli in volo, dai colori più svariati. Il tetto partiva da circa poco più della metà del muro e si chiudeva in una cupola triangolare. Alcune porte accompagnavamo le mura della navata laterale. Diversi lampadari costernati da candele adornavano il tutto. <<Chi sei ragazzo?>> Un voce profonda rimbombò in tutto l'edificio; ed una figura comparve dalla porta all'estremità sinistra del transetto al centro della navata. Comparve davanti a lui un uomo alto e magro. Più giovane di quanto pensasse. Avrà avuto circa una quarantina d'anni. Indossava una tunica grigia con il cappuccio abbassato, con una specie di cintura sottile intorno alla vita che ripiegava la tunica come fosse una veste. Aveva dei capelli corti e neri, occhi castani, una leggera barbetta e qualche ruga che gli costeggiava il viso. Ed un'espressione molto rilassata. <<Mi chiamo Nicolas signore. >> Dagon guardò l'uomo mascherato accanto a lui incuriosito. <<Si è offerto di entrare a far parte della nostra congrega.>> Dagon guardò di nuovo Nico. <<Oh ne sono lieto, ma come mai questa decisione? E' strano che un giovane come te sia qui, di solito ammaliati dalla ricompensa si danno alla caccia per conto loro. Invece tu sei venuto da me. >> Nico fece un respiro profondo. <<Be, signore, io vivo in questo villaggio da molti anni ormai. E voglio proteggerlo. E poi ho una sorella più piccola, voglio che sia al sicuro. >>...<<Il tuo intento è molto nobile. Spero ti dimostrerai all'altezza. >>...Il ragazzo sfoderò un grande sorriso. <<Certo.>> Dagon fece cenno al suo uomo di accompagnare di la Nico. <<Vieni devi cambiarti, e soprattutto ti occorre una di queste.>> Si indicò la maschera. Il ragazzo fece solo un cenno di acconsenso con la testa. Lo portò di fronte ad una stanza chiusa. <<Qui ci sono dei vestiti. Cambiati. Appena sarai pronto vieni da me e ti darò la tua maschera.>> Aprì la porta. Non era molto grande. Vi era solo una piccola scrivania di legno con un qualche cianfrusaglia sparsa sopra. Una sedia con una tunica gettata sullo schienale. E diversi indumenti sparsi qua e la. Un paio di armadi accanto alla porta. Li aprì ma erano vuoti. Si guardò intorno, ed appesi ad un attaccapanni notò un lungo soprabito nero adornato da bottoni bianchi, e dei pantaloni di seta neri. Li prese senza pensarci due volte, si tolse i soliti pantaloni beige ed indossò quelli neri, per poi completare il tutto con il soprabito. Si accorse di uno specchio in un'anta dell'armadio e vi si fermò a guardare per un attimo il suo riflesso. La figura nello specchio non era lui. Non si sentiva a suo agio in quegli abiti "costosi" che non aveva mai avuto. Tirò un sospiro profondo ed uscì. Fuori non c'èra nessuno, la chiesa sembrava deserta. Pensò di dare un occhiata in giro. Anche se doveva andare a ricevere la maschera poteva approfittare del momento. Attraversò la navata centrale fino all'altare di pietra. Si guardò un po' intorno, a parte la poltrona del sacerdote non vi era nient'altro; nessun oggetto liturgico. Ad un tratto notò nell'angolo in fondo a sinistra una porta chiusa, bloccata da un lucchetto. Vi si avvicinò per esaminarla, quando sentì dei passi dietro di lui. E si nascose dietro una delle colonne portanti ai lati dell'altare. Vide l'uomo di prima che si dirigeva verso la stanza dove lo aveva lasciato a cambiarsi. Probabilmente aveva perso troppo tempo ed aveva attirato l'attenzione. Cercò di avvicinarsi a lui a passi svelti ma tentando di fare meno rumore possibile. Appena aprì la porta Nico scattò dietro di lui <<Hei, la stavo cercando. >> L'uomo si voltò e gli occhi al di sotto della maschera lasciarono intravedere un leggero sguardo di perplessità. Ma non disse nulla al riguardo. <<Vedo che ti sei cambiato, bene, seguimi. >>
Nico seguì l'uomo alto davanti a lui senza voltarsi indietro ma continuando a scrutare l'ambiente circostante. <<Dove stiamo andando?>> Disse lui con voce calma. << Prima di unirti a noi dobbiamo sottoporti una prova. >>...<<Prova? Di che tipo?>>...<<Ora lo vedrai. >>
Percorsero tutta la navata laterale sinistra fino ad una porta dall'aria antica. L'uomo l'aprì. <<Attento a dove metti i piedi>> Era buio. Senza nessuna luce, l'unica cosa che si riusciva a vedere era una lunga scalinata di pietra che scendeva in un oblio, grazie alla lieve luce esterna. Nico scese lentamente tentando di reggersi al muro anch'esso di pietra. Appena vide uno spiraglio di luce aumentò il passò fermando subito dietro l'uomo. Si udivano dei lamenti, ma non riusciva a vedere nulla per via dell'altezza della guardia. Si spostò superandolo e vide una scena atroce. Davanti a lui si estendeva una caverna, abbastanza spaziosa da poterci vivere in molti. In ogni centimetro di parete vi erano incise croci di ogni dimensione di un rosso che ricordava il sangue..."O forse è snague..." Pensò il ragazzo sobbalzando e perdendo per un attimo quella calma apparente. Accompagnate da torce accese che emanavano una luce intensa. Al centro in lontananza vi era una giovane donna inginocchiata a terra e con le mani bloccate da catene di ferro appese al muro. Aveva il viso rivolto verso il pavimento ed indossava un abito marrone stracciato e sporco. A terra vi erano macchie di sangue scuro, che ormai doveva essere di parecchio tempo fa. Si guardò intorno. Ve ne erano altre sparse in ogni angolo della caverna. <<Questo cos'è...chi è quella donna?>>... Disse Nico con voce tremante. << Quella è una serva del diavolo. Una seguace probabilmente anche della ragazza che ne porta il segno negli occhi. Abbiamo cercato di estirparle informazioni, ma non vuole parlare. Quindi andrà incontro al suo destino prima del previsto. Come merita ogni serva del demonio.>>...<<Ma...come sapete che è una strega? Che prove avete?>>...<< Ha aggredito il nostro signore. O almeno ci ha provato. Gridava parole incomprensibili che lo hanno quasi ucciso.>>... Nico cominciò a fissare quella figura a terra...non voleva che le accadesse qualcosa. Se aveva aggredito Dagon ci doveva essere una ragione. <<Tieni.>> La guardia sfilò il suo pugnale dalla fondina e lo passò al ragazzo. Nico lo guardò sconvolto. <<Che dovrei farci. >> L'uomo rimase con lo sguardo fermo su di lui per qualche secondo. <<Rimandarla da dove è venuta. All'inferno. Uccidila e sarai uno di noi. Qualcuno che tiene davvero al suo paese e vuole liberarlo dal male come noi.>> Esitò. Dopo poco afferrò il pugnale con la mano destra e lo strinse. Il manico era di un argento opaco con strane incisioni. Era freddo. E la sua lama brillava alla luce delle torce. Non sapeva cosa fare. Doveva trovare il modo di acquisire la loro fiducia senza farle del male. Si avvicinò lentamente alla donna e vi si inginocchiò davanti. Le sollevò il viso con la mano libera. Era giovane. Avrà avuto si e no una ventina d'anni. Ed un viso sporco e deperito. Forse aveva dei figli; ed un marito. La presa sul pugnale si fece più debole. Le lasciò il viso e si avvicinò lentamente, cercando di respirare normalmente e di non farsi prendere dal panico. Pensò all'unica cosa che poteva fare. Tornò a stringere il pugnale. Quando il suo viso fu abbastanza vicino al suo orecchio sferrò un colpo netto, dritto allo stomaco. E le sussurrò <<Recita bene.>>. La donna tornò alla sua posizione iniziale. Soltanto che ora aveva una macchia rossa ed enorme sul vestito nel punto in cui era stata appena colpita. Nico si alzò in piedi fissando dritto di fronte a se e si voltò mentre il sangue sgocciolava a terra dal pugnale. Si avvicinò alla guardia e gliela riconsegnò. <<Ora che ne farete di lei? >>...<<Bè di solito i corpi vengono bruciati. >>...<<Se volete me ne posso occupare io. Come prova aggiuntiva della mia dedizione a voi.>>...L'uomo esitò. <<Va bene. Te ne occuperai tu. >> Si diresse verso la donna, tirò fuori una chiave dalla tasca destra dei pantaloni ed aprì le catene. La donna cadde a terra immediatamente. L'uomo tornò indietro superando Nico. <<Prendila e vieni con me. Sul retro c'è la legna, potrai occupartene li.>> Annuì ed afferrò immediatamente il corpo trasportandolo in braccio.
Risalirono le scale e raggiunsero una porticina dall'altro lato della navata, poco dietro l'altare. Appena l'attraversò le narici di Nico si riempirono di un orribile odore di pelle bruciata. All'esterno vi era un grande prato con solo qualche tocco di legno qua e la. In lontananza si vedeva una fitta foresta. <<Gettala qui. >> L'uomo indicò uno spiazzo di terra bello grande. Ovviamente Nico l'appoggiò delicatamente a terra senza curarsi di ciò che aveva detto la guardia. Iniziò a radunare dei pezzi di legno intorno al corpo. Sentiva lo sguardo dell'uomo sulle sue spalle. Iniziò a sfregare due bastoncini di legno finchè non vide delle fiammelle. Li lasciò andare sugli altri ed il fuoco pian piano divampò. <<Ho superato la prova?>>...<<Credo a pieni voti. Posso riportarti da Dagon per ulteriori giudizi. >> Prese per andarsene e Nico con lui. Prima di attraversare la porta si voltò e sussurrò: <<Liberi.>> E se ne andò.

IL COLORE DEL DIAVOLODove le storie prendono vita. Scoprilo ora