Symphony I.

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[ATTENZIONE: RATING ROSSO]



Genn, l'ultima volta che era stato nel suo monolocale per più di qualche ora, mica se la ricordava, tanto erano poche le volte che ci era ritornato dopo quel giorno, il cui ricordo aleggiava ancora irreale e rarefatto tra loro, in cui si erano fatti quella dichiarazione così inconsueta e proprio per questo così intima, così loro; ci avevano provato, il giorno dopo, a riprendere quella parvenza di normalità, a riprendere la loro vita di sempre, ma lo sapevano entrambi che, in fondo, non sarebbe stato possibile, perché era come se qualcosa si fosse inceppato e per andare avanti dovessero arrangiarsi in un altro modo, ed allora Gennaro se n'era tornato nel suo appartamento.

Si era infilato sotto le coperte il prima possibile, i piedi che si sfregavano tra di loro nel vano tentativo di recuperare un po' di calore, ma sentiva una sensazione strana, come un senso di spaesamento proprio all'altezza del torace, lo sentiva infiltrarglisi tra le costole e tra le fibre muscolari, e non ci aveva messo molto a capire che derivasse dalla mancata vicinanza di Alex, del calore del suo corpo tonico, e mica ci era riuscito a non stupirsi di come quella routine che si era instaurata tra lui ed Alessio si fosse insidiata nel profondo del suo petto, tanto da farlo sentire fuori posto in qualsiasi occasione in cui il moro non vi fosse.

Alex, dal canto suo, si rigirava tra le coperte da una buona mezz'ora, le lenzuola bianche attorcigliate attorno alle gambe muscolose, mentre tentava senza successo di ignorarla, quella strana inquietudine che permeava la sua stanza, i movimenti agitati ed irrequieti che si susseguivano senza sosta; non doveva nemmeno chiederselo a cosa fosse dovuto questo suo strano umore, lo percepiva chiaramente che era l'assenza di Genn accanto a lui a renderlo così agitato e allora mica era riuscito a trattenersi dall'afferrare il cellulare, un "non riesco a dormire se non ci sei tu qui con me" inviato in fretta e furia al biondo, che quando aveva letto quelle parole, non ci aveva pensato che qualche secondo o poco più, vestendosi il più velocemente possibile e chiamando la società di taxi, quella che utilizzava solo in caso di emergenza, perché si sa, a Londra i taxi costano un occhio, e lui mica se ne poteva permettere più di tanti con quei pochi soldi che guadagnava alla caffetteria.

Ora si ritrovava lì, fuori dalla porta dell'appartamento di Alex, stretto nel suo giubbino preferito, quello color senape che piaceva solo a lui ed al moro, e quando Alessio gli aveva aperto, i capelli scompigliati, una maglietta nera che gli fasciava il busto, infilata per metà in un paio di pantaloncini da calcio, Genn avrebbe potuto giurare di non aver mai visto niente di più bello in tutta la sua vita, o di non aver mai sentito un calore ed un amore tale a quello che aveva provato quando il suo ragazzo l'aveva stretto tra le braccia, il viso seppellito tra i suoi serici capelli biondi, il suo respiro che gli si impigliava tra le ciocche chiare.

Quando si erano staccati, Alex era arretrato appena, giusto il necessario per poterlo guardare intensamente negli occhi, e Genn aveva alzato le spalle

-Nemmeno io ci riuscivo a dormire senza di te, ed allora ho risolto il problema- e l'aveva baciato sulle labbra, che poi quello, proprio un bacio non era, era più uno scambiarsi di fiato, uno sfregarsi di bocche che si cercavano nella penombra del pianerottolo.

-Mi piace il tuo modo di risolvere i problemi- e l'aveva preso per mano, trascinandolo fino alla sua camera, lo sguardo vispo e consapevole di Davide e Giò incollato sulla schiena, e si erano infilati sotto le coperte, i piedi –ancora ghiacciati – di Genn che si infilavano tra i polpacci bollenti di Alex, l'orecchio di Gennaro posato proprio all'altezza del cuore dell'altro per sentire i suoi battiti che gli rimbombavano nella testa e nel petto, lenti e regolari, che erano una delle poche cose in grado di rilassarlo completamente, e così si erano addormentati, l'uno cullato dal respiro dell'altro.

I like it when you sleep, for you are so beautiful and yet so unaware of it.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora