A Genn piaceva dormire, gli era sempre piaciuto, anche quando se ne stava solo nel suo piccolo monolocale in zona tre – anche se gli riusciva molto difficile, tra sirene di ambulanze e volanti della polizia – da quando condivideva il letto con Alex, però, dormire gli piaceva ancora più di prima , soprattutto se era accoccolato al petto del moro, le gambe aggrovigliate malamente tra loro, il lenzuolo arrotolato alla fine del letto e lungo i polpacci.
La cosa un po' meno bella di tutto ciò, però, era il fatto che di notte Alex si muovesse come una tarantola impazzita, spingendolo quasi sempre nel margine estremo del materasso, tanto che a volte Genn – che di notte non muoveva nemmeno un muscolo – si svegliava con il braccio sinistro a penzoloni e lo spigolo del comodino pericolosamente vicino alla fronte.
La mattina, invece, era il momento che entrambi preferivano, quando Genn riusciva miracolosamente a guadagnare terreno sul suddetto materasso, ed Alex era abbastanza cosciente da muoversi il minimo indispensabile, giusto per incastrasi meglio il biondo addosso, evitando che i suoi fianchi sporgenti o le sue rotule particolarmente ossute gli si impiantassero addosso, ed allora se ne stavano abbracciati per un po', Alessio voltato sul fianco destro, Genn avvolto tra le sue braccia muscolose, le sue dita callose che gli percorrevano ripetutamente i bicipiti magri.
A volte, non si sa bene il perché, capitava che Alex per una buona mezz'ora parlasse solo con citando testi di canzoni; la prima volta che era successo, era stato a dir poco esilarante, tanto che Gennaro ci aveva messo cinque minuti o poco più a capire bene cosa stesse succedendo, intontito com'era dal sonno.
«Good morning my love, it's been a while since we have talked.»
«Alè che c'hai? Hai battuto la testa mentre dormivi?»
Alex aveva scosso la testa sorridendo e lasciandogli un bacio asciutto sulla punta del naso.
«I like it when you sleep, for you are so beautiful and yet so unaware of it.»
«I 1975? Sul serio? Quel cd è sopravvalutato, lo sai come la penso!» ma Gennaro aveva ridacchiato stringendosi appena un attimo di più contro il suo petto coperto solo dalla maglietta nera di cotone, mentre la sveglia aveva impietosamente iniziato a suonare trapanandogli i timpani.
«Mmh, Alè ci dobbiamo proprio alzare?»
«And if you ask me to stay, you know that's where I will be»
«Ti amo un po' di più quando fai 'ste stronzate super dolci, lo sai?»
«The only thing that I want is your love»
«Ce l'hai già.»
Genn gli aveva strofinato la punta del naso – rigorosamente ghiacciata – sulla guancia ricoperta da uno strato di barba sottile.
«Gennà, ora ci dobbiamo alzare sul serio però!»
«Alè, hai distrutto il momento, sappilo!»
La domenica mattina, poi, anche se ormai era uno dei compiti fissi di Genn quello di fare i famosi pancakes, se la concedevano comunque una buona mezz'ora stretti tra le coperte; quella mattina, come da copione, Genn si era ritrovato sul limite estremo del letto matrimoniale – come facesse Alex ad aprirsi a stella con nonchalance durante la notte era ancora un mistero – sentendo il moro sbadigliare sonoramente, stiracchiando le membra intorpidite.
Alessio si era girato repentinamente, allungando le braccia verso Gennaro, per stringerselo addosso, e però si sa che la mattina Alessio mica riesce a controllarlo bene il suo corpo ed i suoi movimenti, scoordinati già normalmente, ed era finito per far scontrare un po' troppo violentemente i dorsi delle mani sulla schiena pallida di Genn, che era inevitabilmente volato oltre il bordo del materasso, battendo violentemente il didietro sul parquet scuro.
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I like it when you sleep, for you are so beautiful and yet so unaware of it.
Fiksi PenggemarDi quando Gennaro ha un pessimo equilibrio nella metropolitana, ed Alessio lo prende al volo. [Gennex]