Symphony III.

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[ATTENZIONE: RATING ROSSO, MA DAVVERO ROSSO]





Se c'era una cosa di cui, dopo un anno o poco più, Alex e Genn non avevano ancora parlato apertamente, era di come avrebbero voluto fare sesso, un po' perché non ce n'era mai stato veramente bisogno, ed un po' perché nessuno dei due era riuscito a trovare le parole adatte senza arrossire – anche se, a dirla tutta, Gennaro ci aveva provato più di una volta a ripetere quel discorso davanti allo specchio, ed ogni singola volta, pareva che una strana eruzione cutanea gli divorasse il collo e la punta delle orecchie, e così scuoteva la testa sentendosi un perfetto idiota, dicendosi che andava bene pure così – ma tanto per entrambi fare sesso, fare l'amore, era una cosa bellissima, indipendentemente da quando e dove lo facessero.

A dire la verità, di fantasie erotiche da far invidia ad un film porno ne facevano entrambi, immaginandosi in situazioni così verosimili, così dolorosamente possibili, che a volte si ritrovavano eccitati solo al pensiero di quello che avrebbero potuto fare se avessero avuto l'altro vicino, ed allora era capitato più di una volta che Gennaro si ritrovasse con la schiena spalmata sulle piastrelle chiare del bagno, i calzoncini da calcio di Alessio fermati dall'elastico appena sotto le ginocchia piegate, la testa reclinata all'indietro che esponeva ancora di più il pomo d'Adamo prominente, mentre si masturbava furiosamente, il palmo caldo ed appiccicaticcio per il pre-sperma che sfregava lungo l'erezione solida e tesa, le dita dell'altra mano che accarezzavano sempre più insistentemente quella breve porzione di pelle tra il perineo e l'ano, ed una litania infinita di "Alè" usciva dalle sue labbra carnose.

Era così che Alex l'aveva trovato quel giorno, ed avrebbe potuto giurare di non aver ma visto niente di più eccitante in tutta la sua breve vita, tanto che quando aveva capito cosa stesse succedendo al di là della porta che era rimasta socchiusa – perché a dirla tutta, quando Alex aveva sentito un tonfo sordo provenire dal bagno, che poi non era altro che la nuca di Genn che sbatteva sulla parete, aveva pensato che il biondo si fosse sentito male, ed allora era accorso, immobilizzandosi appena il primo "Alè" che era più un gemito osceno che altro, gli era giunto alle orecchie – ed allora l'aveva percepito distintamente il proprio membro che si induriva, tanto che se non fosse stato coperto dai boxer e dai pantaloni, era sicuro che si sarebbe eretto svettante e senza pudore tra le sue gambe; era stata una reazione più o meno istintiva quella di Alex, di spingere la propria mano a stringere l'erezione che pulsava quasi dolorosamente, costretta com'era da strati di tessuti vari, iniziando a masturbarsi con il labbro inferiore intrappolato tra i denti per non gemere sonoramente facendo capire a Gennaro che stava lì, mentre una ruga di concentrazione gli campeggiava tra le sopracciglia scure, impegnato com'era a fissare il suo ragazzo che si toccava con gli occhi chiusi e la bocca spalancata a qualche metro o poco più di distanza.

Genn si era lasciato andare con un singhiozzo strozzato, un "Alessio" masticato tra un sospiro e l'altro, le dita ormai completamente sepolte dentro il proprio corpo, ed Alex mica ci era riuscito a trattenersi, trovandosi davanti quella visione indecente che era Gennaro in preda all'orgasmo, ed era venuto dentro i pantaloni, sporcandosi la mano ed i vestiti, mentre stringeva forte i denti per non farsi sentire, ed aveva fatto appena in tempo a far sì che il proprio respiro si regolarizzasse per poi scappare in cucina, prima che Genn uscisse dal bagno con un'espressione rilassata sul viso.

«Alè, quando sei tornato?» lo aveva chiesto con circospezione, avvicinandosi al moro che si stava lavando le mani nel lavello della cucina, abbracciandolo da dietro e posandogli entrambi i palmi aperti sulla pancia.

«Sono appena arrivato» ed Alessio l'aveva sentito distintamente il sospiro di sollievo che Genn si era lasciato scappare, il viso premuto sulla sua schiena, esattamente tra le sue scapole sporgenti, e pure se non se l'erano detti, entrambi non potevano evitare di sentire un brivido di eccitazione percorrergli la colonna vertebrale, Genn perché si stava immaginando come sarebbe andata se Alex avesse fatto irruzione nel piccolo bagno, ed Alex perché non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di quel Gennaro così disinibito ed in preda al piacere.

I like it when you sleep, for you are so beautiful and yet so unaware of it.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora