Andante II.

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Vivere in quattro in un appartamento di un centinaio di metri quadri non era mai stato un problema, tanto più se suddetto appartamento si trovava nel centro di Londra e l'affitto era abbordabile; la cosa inevitabile, però, era il fatto che in quei centro metri quadri il caos regnasse assolutamente sovrano, tanto che non sarebbe stato strano il trovare un calzino abbandonato tra i cuscini del divano o una maglietta non troppo pulita appesa alla maniglia di una porta.

Il concetto di proprietà privata, quindi, era molto labile e vago, tanto che a volte Gennaro non era poi così sicuro che la biancheria che indossava fosse sua o di Alessio, e a dirla tutta non poteva evitare di sentirsi un po' schifato al pensiero.

Il momento più critico di questo miscuglio di oggetti di proprietà ignota, però, era il dover fare la lavatrice, perché anche se Alex e Genn lavavano i loro indumenti assieme e lo stesso facevano Giò e Davide, così come avevano deciso di comune accordo per placare le lamentele infinite di Gennaro, non avevano pensato che attuare questo piano geniale sarebbe stato molto più semplice – e, a dirla tutta, anche molo più igienico – se avessero avuto fin dall'inizio la lungimiranza di non gettare alla rinfusa tutta la loro biancheria sporca in un unico cesto, a tratti stracolmo e maleodorante.

«Devo ancora capire perché tocca sempre a me fare 'sta cosa!»

«Jà Alè, lo sai che mi fa schifo!»

«E perché mai se fa schifo a te a me dovrebbe piacere?»

Gennaro si era appeso al braccio di Alessio con fare teatrale, schioccandogli un bacio asciutto sulla guancia destra.

«Ma perché tu sei il mio eroe Alè»

«E ti salvo dai germi cattivi?»

«Esatto!»

Alessio aveva scosso la testa, a metà tra il divertito e lo scocciato, immergendo nuovamente le mani nel sacco della roba sporca, tentando di individuare i vestiti suoi e di Genn, e pregando tutti i santi del paradiso di non ritrovarsi tra le mani le mutande di Giò o di Davide.

«Eww che merda! La prossima volta tocca a te Gennà!»

«Ma no Alè tu sei così bravo a scavare in mezzo a tutte quelle cose luride»

«Grazie per ricordarmi cosa stanno toccando le mie mani, sei proprio un tesoro»

«Lo so, è una delle mie tante qualità!»

«Assieme alla modestia immagino!»

«Esatto!»

Gennaro era sceso dalla sua postazione privilegiata, ovvero appollaiato in cima all'asciugatrice, saltellando fino a raggiungere Alex, facendo aderire completamente il petto alla sua schiena mordicchiandogli il lobo dell'orecchio destro; Alessio aveva sussultato appena, concentrato com'era nella disperata ricerca del calzino a righe blu e gialle che mancava all'appello, lasciandosi sfuggire un gemito roco.

«Gennà che fai?»

«Rendo la ricerca più interessante» ed aveva iniziato a lasciargli una scia di baci umidi sul collo, appena al di sotto della linea della mascella, passandogli le mani sul petto coperto dalla maglietta scura.

«Sei sexy anche nei panni di Dora l'esploratrice»

Alessio aveva ridacchiato, inclinando leggermente il capo verso sinistra per lasciare maggior accesso alla bocca calda e peccaminosa di Gennaro.

Il moro si era alzato da terra, voltandosi e chiudendo le braccia muscolose attorno al corpo esile e spigoloso di Genn, baciandolo a fior di labbra, intrecciando poi le dita tra i suoi capelli chiari per approfondire il bacio e stringerselo addosso il più possibile, facendogli scorrere i palmi aperti sulla schiena; Alex era sceso a mordicchiargli il collo niveo, quando un "regà le zozzerie andate a farle in camera" accompagnato da un bussare concitato li aveva interrotti, facendoli staccare di botto, le labbra gonfie, i capelli – soprattutto di Gennaro – scompigliati, ed una mezza erezione che premeva nei pantaloni, i loro panni sporchi abbandonati completamente sulle piastrelle scure.

I like it when you sleep, for you are so beautiful and yet so unaware of it.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora