Andante III.

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[ATTENZIONE: RATING ROSSO]

«Alè, me l'avevi promesso!»

«E jà mi vergogno!»

«Di me ti vergogni? Ma se ormai ti ho visto nudo più volte di tua madre!»

Genn l'aveva guardato inarcando un sopracciglio con fare divertito, le braccia incrociate al petto, mentre la matita mollemente appoggiata sul retro dell'orecchio destro traballava pericolosamente.

«E poi me l'hai promesso.»

Alex si era voltato verso di lui con espressione colpevole, ed aveva abbassato lo sguardo.

«Pensavo te ne saresti dimenticato..»

«Abbiamo spedito a tua madre, che per inciso non ho nemmeno mai visto di persona, delle ridicole foto in cui porto una coroncina di fiori e tu pensavi che io mi sarei potuto dimenticare che mi avevi promesso di posare nudo per me?»

«Eh... jà ti stava troppo bene quella corona! E poi mamma le ha adorate quelle foto!» ma Alessio lo sapeva benissimo che a Gennaro non avrebbe saputo dire di no in qualsiasi caso, tanto che sotto l'accappatoio di spugna blu che indossava non portava nemmeno i boxer, e quando si era voltato di spalle, trafficando con il laccio che gli cingeva la vita, poteva quasi percepirlo il sorriso trionfante che si era fatto spazio sul viso pallido di Genn.

Alex si era seduto sul bordo del letto scalciando via le pantofole, che erano atterrate sul parquet con un tonfo sordo, grattandosi la nuca, imbarazzato e rassegnato allo stesso tempo.

«Dai, dimmi come mi devo sistemare»

Genn gli si era avvicinato, posando gli stinchi all'estremità del materasso, esattamente tra le gambe del moro, e si era chinato per baciargli dolcemente la bocca, contornando con la punta della lingua le sue labbra sottili, sfilandogli poi l'accappatoio con un movimento fluido, passando i palmi aperti sulle sue spalle larghe.

«Siediti a gambe incrociate, incurva leggermente la schiena in avanti, poggia le mani sulle cosce e guarda me»

Ad Alex, questo Genn così deciso ed autoritario piaceva un sacco, soprattutto perché la poteva scorgere senza difficoltà quella scintilla di gioia mista ad eccitazione che gli balenava negli occhi, pregustando già il momento in cui avrebbe iniziato a disegnare.

«Ma se mi metto così si vede tutto, ma tutto tutto.»

«Alè, non è niente che non abbia già visto, o toccato, o leccato, quindi smettila di fare il pudico e segui le indicazioni del maestro!»

Alessio aveva borbottato a mezza bocca, anche se si stava posizionando esattamente come gli aveva detto il biondo, un rossore diffuso ad imporporargli le guance, perché a lui esporsi così platealmente proprio non piaceva, ma farlo davanti a Gennaro, farlo per Gennaro, era così maledettamente giusto e naturale che quando questi aveva iniziato a far scivolare attentamente la biro sul foglio – perché Genn di disegnare con le matite si rifiutava categoricamente, tanto che quando una volta Davide gli aveva chiesto il perché, lui l'aveva guardato con gli occhi leggermente sgranati per lo stupore, come se ritenesse assurdo che qualcuno non lo capisse "ma perché il risultato finale è vero solo se gli errori sono superati e non cancellati", anche se probabilmente, se gliel'avesse chiesto qualsiasi altra persona sulla faccia della terra, lui avrebbe alzato le spalle, dicendo qualcosa tipo "perdo sempre la gomma" –

Alessio si era perso a studiare il suo viso, i suoi tratti leggermente induriti per la concentrazione, il labbro inferiore intrappolato tra i denti, i capelli strategicamente bloccati all'indietro da una bandana nera e verde perché non gli ostacolassero la vista, e si era completamente dimenticato di essere nudo, riscoprendosi per l'ennesima volta irrimediabilmente e perdutamente innamorato di lui.

I like it when you sleep, for you are so beautiful and yet so unaware of it.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora