Capitolo 55

5.4K 234 6
                                    

"Lasciami andare Julian devo andarlo a cercarlo." Dissi io appena scesi giù dalle scale e lui mi si parò davanti..

Era dalle 14:00 del pomeriggio che non vedevo fin.
Se ne era andato sbattendo la porta e senza rispondere alle mie continue chiamate e messaggi.

Erano ormai le 23:00 di sera e ancora non era arrivato a casa.
Mi ero cambiata e avevo in mano le chiavi della macchina di mio padre.
Un po sapevo guidare anche se mi mancava la patente ancora..

Julian mi tenne per le braccia prima ancora che io potessi uscire di casa.. Kyle mi prese le chiavi dalla mano facendomi sbuffare.

"Dove vuoi andare che non hai la patente e non conosci nemmeno la città?" Disse Julian mentre kyle e gli altri erano d'accordo con lui.

"È da ore che è via non risponde al telefono e non so dove cazzo sia. Lo capite che voglio andare da lui con o senza il vostro permesso?" Dissi io frustrata.

Julian restò zitto e fece segno di no con la testa.
"Tu resti qua, io e kyle andiamo a cercarlo.. Dylan, daniel voi state attenti e avvisateci se torna a casa fin!"  Chiarì Julian poco dopo.

Io annui e sospirai.
Incrociai le braccia e presi il telefono che avevo nella tasca dei jeans troppo stretti.

Chiamai mio padre e dopo poco rispose.
Gli raccontai tutto e come prevedevo lui non era affatto d'accordo con la mia decisione ma dopo vari tentativi e tutto lui rispose semplicemente che avrebbe fatto di tutto per proteggermi e tenermi al sicuro.. E s'è questa era la mia scelta dovevo essere cauta e a breve sarebbe dopo domani sarebbe tornato a casa.
Fin e il clan doveva stare qua per un po di tempo finché le acque non si sarebbero calmate a Bristol. Tanti trafficanti e capi importanti furono messi dietro le sbarre mentre aspettavano le loro sentenze per i loro peggiori capi di imputazione...

***
Avevo appena finito di parlare al telefono con mio padre quando la porta di casa si spalancò e quando vidi entrare kyle e Julian senza fin la mia preoccupazione aumentò.

Due altre fottute ore erano passate era quasi l'una e non ne potevo più.

Andai in cucina e aprendo una credenza tirai fuori una bottiglia di whisky.
Non presi neanche il bicchiere..
Bevvi sorso dopo sorso mentre mi sentivo la testa più leggera..

"Non risolverai nulla charlie. Credimi" disse jenny appoggiando la sua mano sul mio avambraccio.

Io la guardai stanca e risposi " sono stati giorni difficili per me se voglio staccare due secondi lo faccio dato che il mio ragazzo se ne è andato e non so dove sia. O vuoi criticarmi? Perché se non basta c'è anche la storia di quel figlio di puttana che mi minaccia da mesi.. Che mi ha drogata e approfittato del mio corpo quando ero priva di sensi.. Va bene, così jenny? O vuoi sapere anche che siccome per colpa sua ha mandato in ospedale becca ridotta uno straccio perché io non ero in città che dopo domani parto per andarmene lontana da voi perché non sopporto l'idea che vi succeda qualcosa. Quindi posso bere ora jenny?" Dissi con una calma letale e con freddezza.

Tutti mi guardarono scioccati e sorpresi mentre jenny aveva gli occhi lucidi e le tremava il labbro.

Bevvi un'altra sorso e sospirando le dissi "scusami.. Non volevo scusami davvero. Tu non centri nulla con tutto questo." Dissi io risentita e in colpa.

Lei annuì facendo un piccolo sorriso ed io annuì andandomene con la mia bottiglia ancora mezza piena in giardino.

****
A piedi scalzi camminavo o almeno barcollavo intorno al bordo della piscina mentre bevevo quel poco che restava del liquido ambrato, che vi era nella bottiglia.

Quando finì la bottiglia sbuffai asciugandomi le guance bagnate dalle infinite lacrime che vi erano poco prima.

Andai con passo poco fine verso la vetrata e quando entrai dentro lasciando la porta aperta del giardino notai appoggiato al bancone l'unica persona che avevo aspettato e assillato tutto il giorno per sapere dove diavolo era e se stava bene.

Lui girò il suo sguardo verso di me e quasi non riuscì a sostenerlo..

Io cercai di guardarlo con la mia solita aria da sfida tanto che quasi mi sembrò di vederlo sorridere ma forse avevo le allucinazioni.

Andai verso di lui incespicando un po per l'alcol è un po la mia goffaggine.

Guardava con sguardo di rimprovero la bottiglia di whisky vuota che vi era nella mia mano.

Io l'appoggiai nel lavandino e dissi " finalmente ti degni tornare a casa cazzo.  Non hai risposto alle mie chiamate e te ne sei andato via come se nulla fosse.." Dissi io appoggiandogli l'indice sul petto.

"Scherzi vero? La mia ragazza vuole andare da quello che l'ha molestata e drogata e pretende che io sia impassibile?" Rispose lui incredulo e ancora con tono arrabbiato.

Sbuffai e gli guardai prima le labbra e poi gli occhi. Era così bellissimo.
Volevo baciarlo e stringerlo a me per non lasciarlo mai andare via da me.

"Lo sai perché l'ho fatto e poi sarà più facile trovarlo ne sono convinta.
Vuole fare il duro e il furbo ma non ha capito un cazzo.." Risposi io sicura, ma in realtà quella lì era solo finzione. Io mi cagavo letteralmente sotto.

Lui annuì insicuro ne ero sicura io.
Lui mi accarezzò una guancia e guardandomi negli occhi  si avvicinò a me e sussurrò a fior di labbra "ti amo più della mia stessa vita, lo sai vero?" Con l'altra mano mi strinse un fianco avvicinandomi più vicina al suo corpo.

Ero sicura che lui era il mio antidoto a tutto. Se un attimo prima ero quasi ubriaca ora ero lucida, se io stavo male lui era la mia felicità, se io ero in pericolo lui era il mio scudo, se volevo stare tranquilla e amata lui mi dava il suo cuore e io ugualmente perché lui era la mia casa ed era la persona che avrei voluto sempre avere al mio fianco.

Se dovevo rischiare la mia vita e la mia possibilità di riscattarmi lui ne valeva la pena.

Io avvicinai le mie labbra sulle sue e baciandole con tutto l'amore che possedevo sentivo il mio cuore ricostruirsi piano piano.

Beating heartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora