Capitolo 2

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Eravamo buoni amici, buonissimi amici. Lui il ragazzo che ha lasciato la mia migliore amica, io la ragazza che l'ha aiutata a superare tutto, cacciandosi nel suo stesso disastro, un disastro magnifico.
Gli avevo chiesto il numero un pomeriggio d'estate ai giardini della piccola città in cui vivevamo, lui aveva acconsentito e così avevamo iniziato a scriverci per risolvere il danno irreparabile che aveva creato con la mia migliore amica Gaia. Dopo però, con il passare del tempo, ci scrivevamo non solo per il problema che doveva risolvere, ma anche per raccontarci le nostre sventure, tutto insomma.
Arrivò il giorno che ero stata appena lasciata dal mio ragazzo e stavo piangendo, cominciammo a parlare:

-Ei.
-Dimmi tutto.
-È successa una cosa bruttissima, sono sconvolta ...
-Oh no, qualcosa con Lorenzo?
-Hai indovinato. Ci siamo lasciati.
-Ah, mi dispiace tanto, ne vuoi parlare?
-Si ...
-Sfogati.
-Non voglio dire niente di troppo lungo, perché tanto sono parole buttate al vento, solamente, vorrei trovare una persona che farebbe di tutto per me, non solo io che farei di tutto per lui ... capisci?
-Io farei di tutto per te.

C'è stata quell' ultima frase che ha fatto immediatamente cessare il mio pianto, non era possibile che il ragazzo di cui era innamorata la mia amica, e che mi piaceva dalla fine dell'estate mi venisse a dire una cosa del genere, soprattutto dopo tutto quello che era successo. Io però non ho resistito, ho pensato alla Gaia, che poverina ci aveva perso la testa, e mi sono detta che era la mia occasione, sentivo che sarebbe accaduto qualcosa di stupendo, e così gli ho risposto:

-Oh ... non me lo sarei mai aspettata ...
-Eppure è così, mi hai conquistato con il tuo sguardo, dal primo giorno che ti ho vista.
-Questo spiega tutto allora, il perché della storia che stava crescendo con la Gaia mandata a monte, i baci sulla guancia, i messaggi, gli sguardi furtivi mentre non me ne accorgevo.
-Eh si, hai proprio ragione.
Devo confessarti che anche tu mi piaci da quando ho accompagnato la Gaia a parlarti, mi sei rimasto proprio in testa.
-Anche tu.
-Aspetta, ma non sei fidanzato?
-Si, lo ero fino a ieri, ma ho capito che era meglio finire tutto e venire da te.
-Wow, mi hai sorpreso ...

Abbiamo continuato così per giorni, senza ancora mai incontrarci fino a che un mercoledì ha iniziato un discorso orribile.

-Non sono abbastanza per te.
-Non è vero, mi rendi felice, questo mi basta.
-Sbagli, non ti merito, non possiamo proseguire, per il tuo bene, combinerò qualche cavolata e tu ci starai male e non voglio che questo accada.
-Se ne sei convinto ti dimostrerò che sbagli.
-Vedremo.

Così ero determinata a fargli capire da che parte stava la ragione, avremmo potuto continuare, non ci sarebbe stato nessun problema, lui mi rendeva allegra e solare come non ero mai stata, io facevo uno strano effetto su di lui, non sarebbe finita lì, e avevo ragione.
Così dopo una discussione lunga un pomeriggio su come avrei detto di quello che si stava creando alla mia migliore amica, abbiamo deciso di incontrarci il giorno dopo, un giovedì, come dimenticare quel giovedì, rimarrà per sempre impresso come una macchia di inchiostro nero nei miei ricordi.

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