Capitolo 3

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°°Il giorno dopo°°°
Mi siedo sulla panchina sotto la pensilina dell’autobus alla fermata ad aspettarlo.
Dopo circa un quarto d’ora sento bussare dietro di me, mi giro e … c’era lui sorridente!
Mi alzo corro dietro il vetro della struttura e mi catapulto tra le sue braccia aperte, quell’abbraccio sembrò durare anni … mi staccai e gli posai un bacio leggero sulla morbida guancia, quanto mi era mancato.
-È un po’ che non ci vediamo, sono contentissimo di vederti!
-Non immagini me!
-Ascolta, andiamo a fare un giro?
-Va bene - dissi.
Camminammo per un bel po’, fino a che non mi si pianta davanti, mi ferma e mi dice:- Sediamoci qui Bimba.-
Io: -Va bene Uomo. -  questi soprannomi diventarono i nostri soprannomi; lui era il mio Uomo e io la sua Bimba.
Seduti sul muretto cominciammo una conversazione come tante altre, ad un certo punto mi chiese:
-Quando sei nata?
-24 dicembre 2001.
-Davvero? La vigilia di Natale?
-Si …
-Allora vedi che ho ragione che sei speciale?
-Non è vero. Tu quando sei nato?
-20 settembre 1999.
Diventò la mia data preferita …
Dopo circa venti minuti di allegra conversazione con risate, pacche, baci e sguardi profondi, ci alzammo e tornammo indietro fino a che non veni bloccata intenzionalmente da lui per la seconda volta. Mi fermai di scatto, lui mi spinse contro il muro e avvicinò il suo bellissimo viso al mio, io chiusi gli occhi, nonostante sarei rimasta a fissare i suoi, di un colore misto tra il verde e l’azzurro, per ore ed ore senza stancarmi mai. Sentii una sensazione favolosa di pressione sulle labbra e capii che mi stava baciando, schiusi le labbra e lasciai che la sua lingua incontrasse la mia e ci si intrecciasse con movimenti morbidi e romantici. Dopo quel lungo bacio che sembrava non finire più, si spinse contro di me,avvicinando la bocca al mio orecchio e sottovoce in un melodioso sussurro disse: - Sei bellissima-. Io mi sentii morire dentro, quelle parole mi sciolsero l’anima, capii che mi faceva sentire veramente speciale, perché se era lui a dirmi che ero bella, ci credevo un po’ di più.
Si sedette su un altro muretto e mi disse: - Siediti -. Mi posizionai di fianco a lui e vidi che mi guardò, poi battè una mano sulle sue cosce, allora mi sedetti su di lui, mi guardò di nuovo e, stavolta fu lui a chiudere gli occhi. Cominciò a passarmi un dito sulle labbra su e giù, così gli chiesi il perché di quel meraviglioso gesto che mi faceva impazzire, e lui rispose:- Hai delle labbra bellissime-. Lo baciai intensamente, provocando emozioni e sensazioni che non avevo mai sentito baciando un ragazzo. Poi pensai, mi aveva detto che ci avrebbe messo passione, che sarebbe stato un bacio vero, così fu.
Dopo una serie di baci ripetuti e un succhiotto sul collo fatto da me, ci alzammo e decidemmo che era l’ora di prendere l’autobus per tornare a casa; le nostre mani si intrecciarono magicamente e io al suo tocco ebbi un piccolo sussulto, una scossa di carica elettrica mi attraversò dalla testa ai piedi, era opera sua, di tutto, era speciale.
Camminammo un altro po’ per raggiungere la fermata dall’altra parte della strada e restammo fermi, mano nella mano ad aspettare l’arrivo del bus. Si girò verso di me: - Vado a cercare una sigaretta – disse.
Io:- Devi per forza? Non hai niente di meglio?
-No, cosa avrei di meglio?
-Me.
-Hai ragione.
Andò comunque a cercare la sigaretta, nel frattempo arrivò il mio autobus e lo vidi corrermi incontro. Mi baciò prendendomi il labbro tra i denti come mai nessuno aveva fatto prima di allora, lo succhiò intensamente provocando in me la reazione di sensazioni sconosciute. Lo feci anche io subito dopo e pensai che sarebbe bello sapere cosa pensa quando mi guarda o cosa dice ai suoi amici quando mi chiedono di me.
Salii sul bus e lo guardai mentre partivo, cominciarono a scorrere fuori dal finestrino delle immagini veloci del paesaggio e mi misi a rivivere tutti i magnifici momenti che avevamo passato insieme. Scesi alla fermata davanti a casa pensando a quanto fosse stata magica quella serata.

My Bæ, Su Sonrisa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora