Capitolo 4

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La mattina dopo mi sono svegliata, come tutti i soliti e monotoni giorni, al contrario delle altre volte però mi sentivo diversa, come non mi ero mai sentita prima di allora, ero felice, ma felice veramente, e c'è differenza, credetemi.
Ho raggiunto la stessa fermata dell'autobus sotto la quale mi fermavo ormai da un'infinità di tempo, ho tirato fuori dalla tasca del mio Parka il cellulare, ho attaccato le cuffiette e mi sono messa ad ascoltare la musica, fino a che non è arrivata quella canzone, che tutti abbiamo nella playlist, quella che quando parte scatena un milione di ricordi. Facendo un miliardo di pensieri sulla mia vita, come succede quando si fa la doccia, ho perso l'autobus, che è passato senza nemmeno fermarsi. Sparlando un po' male dell'autista, mi sono avviata a piedi verso la mia scuola, quell'orribile edificio grigio in cui avrei passato le mattinate invernali dei miei prossimi cinque anni, sempre con le cuffiette, quelle non mi mancano mai, la musica mi salva.
Sono arrivata in centro e, essendo senza internet ho acceso la wifi, improvvisamente un sorriso è spuntato sul mio viso. Mi aveva mandato un messaggio che diceva: - Buongiorno Bimba -. Ecco che ho cominciato a ripensare a cosa avremmo potuto essere, quel noi che saremmo potuti diventare, non mi avrebbe ostacolato nessuno, era il mio sogno, e se in un sogno ci credi tanto prima o poi si avvera giusto? Ci sarei riuscita.
Arrivo davanti all'edificio prefabbricato, in quell'orribile giardinetto dove quando piove si formano delle pozzanghere di fango enormi che danno piuttosto fastidio se si ha indosso un paio di Vans. Tirai fuori dal giubbotto il badge che dovevo passare ordinariamente all'entrata, quello che si erano raccomandati di non perdere il primo giorno di scuola e che io avrei perso da lì a pochi giorni, insieme a molte altre cose. Trovai le mie care amiche: Elisa e Aurora, due tipe simpatiche, Elisa il tipo di ragazza che quotidianamente copia i compiti, ma che fa morire dal ridere, e Aurora, quella che ride per tutto, quella scema, un po' come me ... perché di persone così ce n'è bisogno. Ecco, di queste l'unica che aveva una relazione stabile con il suo ragazzo Felipe era Elisa, ogni giorno era alle prese con la copertura di un succhiotto diverso.
Siamo entrate e, sono iniziate le cinque ore di lezione quotidiane, che, come regolare, non passavano mai. Finalmente, arriva la ricreazione e la classe si svuota per precipitarsi alle macchinette, che sembrano essere l'unica fonte di cibo per i ragazzi della scuola. Torno in classe con i miei Smartis e mi posiziono al solito posto con la mia compagna di banco, Marcela, soprannominata "Cicala", legato ad un episodio accaduto i primi giorni di scuola. Finiti i dieci minuti di libertà che ci lasciano in quella specie di carcere ci rimettiamo tutti ai banchi per altre tre noiosissime ore di spiegazioni e interrogazioni; nel frattempo il mio banco si è riempito di scritte, tra cui il suo nome, infatti spiccava un bellissimo "Mattia" accompagnato da un cuoricino, sulla sinistra del mio banco posizionato rigorosamente dalla finestra, io adoro guardare fuori e pensare. L'ho scritto con il pennarello nero indelebile, così che nessuno avesse potuto più cancellarlo, così che nessuno avesse potuto più cancellarci.
La giornata di scuola era passata, sono corsa a prendere l'autobus che stavo per perdere per la millesima volta e gli ho scritto, poi ho disattivato la wifi e ho aspettato di arrivare a casa, quel luogo che solitamente osano chiamare con un nome così dolce e tranquillo come "casa", ma che non ne rispecchia per niente le caratteristiche. Andai in camera mia e mi sistemai, dopodiché presi il telefono, lo accesi e trovai una notifica, mi aveva risposto, ho immediatamente digitato il blocco schermo per visualizzare, rispondere e iniziare una conversazione dolce come poche.
Lui era così, con una corazza invalicabile fuori, ma con un cuore pazzesco, io chiusa in me stessa con un cuore che era l'equivalente di un campo minato, che solo lui poteva evitare di far esplodere.

My Bæ, Su Sonrisa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora