Capitolo 7

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Restammo per un po’ fuori, intanto sia Mattia, che Lorenzo, che il loro amico, che ho scoperto fosse in classe con loro al Nautico, “senza il nome” si fumarono una sigaretta; tornammo dentro per prendere un drink, che io non avrei bevuto, ma solo assaggiato, e poi camminare, io e lui mano nella mano, in quella sua mano forte e sicura, verso la pista da ballo.
C’erano già tante persone ubriache nonostante fosse solo nemmeno mezzanotte, e tante ragazze che ballavano scatenate sui piccoli cubi illuminate dai flash delle luci colorate che si muovevano per tutto il locale. Mattia mi prese per un fianco, molto dolcemente e mi mise l’altra mano dietro la nuca, a fermare i capelli; io mi spinsi contro di lui con le mani attorno al suo collo, e cominciammo a ballare.
Si avvicinò molto al mio viso truccato perfettamente per l’occasione e mi disse sotto voce, come solo lui sarebbe capace di fare: - Ehi, sei bellissima stasera sai?, sei la mia principessa.- Io arrossi e sorrisi, toccai con il mio sorriso le sue labbra che mi diedero un leggero bacio, per poi combinarsi insieme alle mie e diventare una cosa sola, a mio parere fu il più bello di tutti. Chiusi gli occhi e sentii sbocciare dentro di me un’esplosione di sentimenti meravigliosi che non avevo mai provato prima di allora, sentii come una scossa di elettricità attraversarmi da cima a fondo, lasciando in me un non so che di speciale, seppi di per certo che era opera sua, e la cosa mi piaceva moltissimo.
Mi sfiorò con le labbra rosse a causa del contatto con le mie, e bagnate, il collo, posandoci sopra un sensibile bacio, come sapeva fare lui.
Tornammo fuori dopo aver ballato, i suoi amici erano ancora dentro a bere, così colse l’occasione per spingermi contro il muro e riprendere a baciarmi, questa volta con più passione e devo dire che fu molto coinvolgente. Quando ormai non riuscivo più a respirare mi staccai e con il fiatone gli chiesi.- Ti è piaciuto?-. mi guardò per un po’ negli occhi e poi, senza dire niente riprese a baciarmi meravigliosamente.
Bevve e fumò un altro po’, ormai era tardi e mio papà mi aveva mandato un messaggio dicendo che mi stava aspettando lì fuori. Così presi la giacca e la borsa, che dal mio punto di vista, è un oggetto o accessorio femminile veramente inutile, come tante altre cose del resto, perché io sono una di quelle persone che gira con lo zaino ovunque, per qualunque occasione, è sempre presente. Salutai i suoi amici e infine lui, che mi diede un morbido bacio sulle labbra.
Uscii dalla porta felice ma con un po’ di dispiacere, perché sapete com’è, con lui avrei potuto passare tutta la vita e, logicamente una serata non mi bastava. Sono fatta così.
Entrai nella macchina di mio papà, mi allacciai le cinture, accesi la radio, lui accese il motore e partimmo, diretti verso casa. Arrivati nel parcheggio, mio padre mi disse chiaramente di non suonare il campanello perché la mamma stava dormendo; siccome non sono normale, e me lo dico da sola,cosa ho fatto? Ho suonato il campanello, mi piaceva fare di testa mia, e improvvisamente si è sentito una specie di urlo proveniente dall’ultimo piano del tranquillo e monotono palazzo in cui abitavo. Poteva essere solo una persona: mia mamma. Quindi, decisi di rimediare chiedendo le chiavi a mio papà, che nel frattempo aveva parcheggiato l’auto, e aprii il portone, salii le scale senza fare rumore, trovai la porta di casa aperta, e immaginai chi potesse averla aperta. Varcai la soglia e mi precipitai con passo felpato e veloce in camera mia, mi misi il pigiama e, solo dopo avergli dato la buonanotte, mi infilai sotto le coperte per chiudere gli occhi e dare svago al mio subconscio che iniziò a fantasticare, come ormai era d’abitudine. Da quando avevo compiuto tredici anni sognavo molto di più, il perché mi è ancora ignoto.

*Siamo alla fine del mio settimo capitolo, spero che fin ora vi piaccia ciò che scrivo.*

~cosasuccederà~ ❤

My Bæ, Su Sonrisa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora