Spalanco improvvisamente gli occhi.
Davanti a me c'è la sagoma sfocata di una persona con i capelli corti, ma non riesco a vedere in modo netto di chi si tratti a causa della spessa coltre di nebbia, evanescente e di colore biancastro, che aleggia nel poco spazio all'interno della Capsula.
I miei polmoni non funzionano ancora, il mio cuore pompa molto lentamente il sangue nelle vene e ogni mia cellula reclama ossigeno.
Cerco non pensare al mio bisogno sempre più opprimente di aria mentre spero con ansia che la nebbia si dissolga più in fretta per farmi ritornare a respirare il prima possibile.
Quando la nebbia scompare, un paio di secondi più tardi, riesco subito a riconoscere il volto che mi guarda dalla parte opposta della Capsula.
Mio fratello Jamie mi osserva con disprezzo mentre ticchetta con le nocche di una mano sul triplo strato di vetro, con una cadenza ritmica.
Sta aspettando, come ogni anno, che la Capsula si depressuri e faccia poi scattare la chiusura ermetica che mi tiene ancora sigillata al suo interno, in un ambiente privo di ossigeno.
In pochi istanti, sento il suono acuto che segnala l'apertura del portellone e una strana sensazione si fa strada nel mio stomaco e si impadronisce di lui mentre Jamie solleva a fatica lo sportello compatto e pesante della Capsula.
<<Ma perché la mamma lo fa fare sempre a me?>> Bisbiglia tra i denti Jamie, mentre mi porge una mano con sgarbo per aiutarmi ad alzarmi.
Fingo di non aver sentito le sue parole e afferro la sua mano con forza per sollevarmi dalla specie di bara in cui sono rimasta rinchiusa per dieci, lunghissimi mesi.
O almeno, dovevano essere tali per mio fratello, per mia madre e per tutte le altre persone, ma per me è stato come fare una lunga dormita priva di sogni durata più o meno qualche giorno.
<<Lynn, respira.>>
Mi ordina mio fratello con aria dura e seccata, lasciando la mia mano con un gesto secco e duro non appena mi sono stabilizzata sulle gambe che non usavo da mesi.
Non presto molta attenzione alla sua cattiveria, ormai sono abituata a questo tipo di trattamento nei miei riguardi, e mi limito a dargli ascolto.
Inalo subito quanta più aria possibile e la tipica sensazione di arsura mi invade il petto, facendomi avvertire di nuovo il piacevole brivido dell'aria dentro ai polmoni funzionanti.
Rimanere in ibernazione, rinchiusa all'interno di una Capsula nascosta sotto il pavimento per dieci mesi, ha reso il mio metabolismo più lento rispetto alla norma umana e, di conseguenza, ogni processo che avviene regolarmente in un corpo vivo è nuovo e sconosciuto, per me.
Dopo qualche altro respiro profondo e un paio di fitte al petto e alla nuca, i miei polmoni riprendono del tutto a funzionare con regolarità e decido che è finalmente giunto il momento di muovermi.
Jamie è rimasto al mio fianco per tutto il tempo, ma il suo sguardo non è dolce e preoccupato come quello che qualsiasi altro fratello avrebbe in questo momento, ma mi mostra, invece, tutto il suo astio e il suo disprezzo nei miei confronti.
Nei confronti di sua sorella gemella.
Nei confronti di un'Indegna.
<<La mamma ci aspetta in salotto.>> Mi informa con voce atona Jamie mentre mi passa un paio di pantaloni e una maglietta a mezze maniche. Dentro alla Capsula posso indossare solo la biancheria intima perché qualsiasi altro indumento potrebbe compromettere l'inserimento automatico delle Zampe, i sottili tubi che mi danno tutto il nutrimento di cui ho bisogno per sopravvivere quando sono in stato vegetativo e con il metabolismo rallentato come in moviola, nei punti più importanti del mio corpo.
<<Vedi di non consumare troppo ossigeno finché io non sono entrato nella Capsula.>> Mi apostrofa ancora mio fratello, uscendo prima di me dalla piccola stanza che funge da camera da letto, sua per dieci mesi dell'anno e mia per i restanti due.
Sollevo gli occhi al cielo, trattenendo uno sbuffo che avrebbe consumato troppo ossigeno.
Ossigeno.
Si basa sempre tutto su questo.
La mia intera esistenza e quella di tutto Mitrion è dettata dalla quantità di ossigeno che ogni persona consuma nel giro di una giornata.
In base a questo dato e al numero di abitanti del Polo, cioè 25.000 persone, al complesso abitativo viene erogata una quantità di ossigeno sufficiente alla sopravvivenza di quel numero di umani attraverso delle pompe.
Per questo il numero di abitanti non può superare il tetto di 25.000, non ci sarebbe ossigeno sufficiente per tutti.
Perciò, ogni persona registrata riceve alla nascita un microchip che consente il costante monitoraggio del numero di nascite e morti da parte dei governatori del Polo.
Ma ci sono degli individui che non sono registrati perché, con loro, si supererebbe il tetto massimo di abitanti per il Polo Uno. Sono detti Indegni, e vengono sistematicamente uccisi dai Pulitori ogni volta che qualcuno li trova.
Io sono una di loro, sono un'Indegna.
Non ho il microchip con
me e non sono registrata all'anagrafe.
Sono il numero 25.001 che popola questa città, sono una sfruttatrice abusiva dell'ossigeno che pompano nel Polo per permettere la vita.
Per questo vivo come una persona dovrebbe per soli due mesi l'anno, e anche in questo periodo la mia vita non è come vorrei.
Jamie è il mio fratello gemello, e abbiamo avuto la fortuna, se così posso chiamarla, di essere identici anche per quel che riguarda la statura, la corporatura e altre cose che possono risultare diversi anche tra due gemelli.
La nostra sola differenza, oltre che al sesso, sta nel colore degli occhi: mio fratello Jamie ha gli occhi verdi, i miei sono grigi con screziature viola.
Finisco di indossare i pantaloni e mi dirigo in salotto a passo incerto.
Dopo dieci mesi immobile occorre un po' di tempo per riprendere del tutto il controllo sul proprio corpo.
Mentre cammino lungo il corridoio faccio scorrere la mano lungo la parete bianca, pregustando i miei due mesi di finta libertà e di falsa vita.
In soggiorno trovo mia madre seduta sul divano in pelle nera, intenta a leggere un libro, e mio fratello Jamie che digita nervosamente qualcosa al suo cellulare.
Mi schiarisco la voce per segnalare la mia presenza e mia madre alza immediatamente gli occhi dal libro mentre lo chiude di scatto, alzandosi.
<<Lynn.>> Dice solamente, venendo verso di me con le braccia tese. Mi stringe in un caldo abbraccio materno e io godo ogni istante di quel contatto con lei, sapendo che non me ne restano tanti altri.
Mia madre è molto anziana, e ogni volta che mi sveglio ho paura che mio fratello mi dica che non c'è più. La sua salute è buona, ma da quando è morto mio padre, alla veneranda età di cinquantasette anni, mia madre non è più stata la stessa. Lei, di anni, ne ha cinquantadue e molte sue amiche sono già passate oltre.
Mia madre scioglie l'abbraccio e mi osserva con le mani sulle mie spalle.
<<Sei cambiata tantissimo rispetto all'anno scorso, tesoro.>> Osserva in tono mortificato e basso.
Questo è un problema, lo so bene. Più differenze ci sono tra me e Jamie, più tempo ci vuole per trasformarmi ed immedesimarmi in lui.
<<Non mi sono ancora vista allo specchio, mamma. Assomiglio ancora a mio fratello?>> Domando con ansia e frustrazione, maledicendomi per non essermi prima fermata in bagno per osservare bene il mio riflesso nel grande specchio sul lavabo.
Mia madre fa un passo indietro e si allontana da me, squadrandomi.
<<Sì, abbastanza. Ma credo che questa volta dovremo fare qualcosa in più per rendervi identici, rispetto allo scorso anno.>> Sentenzia infine mia madre, aggiudicandosi un grugnito da parte di Jamie.
Ci voltiamo entrambe a guardarlo e vedo i suoi occhi verdi, carichi di odio e rabbia, saettare da ogni parte della stanza tranne che su di me.
<<Per quanto voi due vi continuiate a sforzare, Lynn non potrà mai essere come me. Guardaci, mamma. Siamo diversi.>> Sputa con rabbia mio fratello, fissando una volta per tutte i suoi occhi su di me e guardandomi con disprezzo puro.
<<Jamie...>> Mia madre solleva l'indice e fa per sgridare il ragazzo, ma io le afferro la mano e la abbasso, mettendomi davanti a lei con un sorriso stampato in volto.
<<Va tutto bene, mamma. Lascia perdere quello che dice.>> Provo a calmarla parlando con voce serena e dolce, sperando che non si arrabbi.
<<Mi ha mancato di rispetto, Lynn. Io sono sua madre e lui è mio figlio, non si può comportare in questo modo. Si meriterebbe un Richiamo, per il modo in cui mi tratta.>> Borbotta offesa mia madre, lanciando a mio fratello un'occhiata furente da sopra alla mia spalla.
<<Ti prego, non litigare con Jamie. Sono appena uscita dalla Capsula, vorrei avere un bel ricordo di questo momento.>> Dico, coprendo mio fratello alla vista della donna spostando la testa di fronte a lei.
Mia madre mi lancia uno strano sguardo, poi sembra addolcirsi. In questo momento, i segni dell'età presenti sul viso di mia madre sono più evidenti che mai.
<<Hai ragione. Scusami, Lynn.>> Ammette in un sospiro lento, <<È andato tutto bene con il risveglio? Jamie è stato buono con te? Ti ha aiutata?>> Mi chiede qualche istante dopo, con un sorriso dolce dipinto in viso, e cambiando immediatamente umore, oltre che i modi di fare.
Mi sembra di rivivere ogni volta la stessa giornata, ormai. Dopo ogni mio risveglio accadono sempre le stesse cose per i due giorni seguenti e mia madre e Jamie contribuiscono alla tipica routine di ogni volta.
Ma sono arrivata a pensare che questo sia il giusto prezzo da pagare in cambio di due mesi di libertà.
<<Sì, mamma. Jamie mi aiuta tutte le volte.>> Rispondo con pazienza, sollevando gli occhi al cielo senza farmi vedere dalla donna.
Da quando ho compiuto quindici anni, nonostante amasse vedere i nostri risvegli, lei non è più venuta ad aiutarmi in quel momento e ha lasciato questo compito a mio fratello. Io faccio lo stesso con lui quando devo tornare nella Capsula al suo posto, ma cerco di essere più gentile.
Nostra madre non ci ha voluto dire il motivo del suo cambiamento repentino nei confronti del risveglio, ma Jamie ed io abbiamo deciso di comune accordo di accettarlo e di non indagare più a fondo nella faccenda.
Mia madre sorride e asserisce lentamente con il capo.
<<Bene, sono contenta. Adesso vai in camera con Jamie. Tra poco preparo la cena, parleremo a tavola.>> Dice mia madre, liquidando sia me sia mio fratello mentre torna a sedersi sul divano, stringendo il libro.
Aspetto che Jamie mi raggiunga per andare insieme in camera, ma lui mi sorpassa e urta con prepotenza la mia spalla di proposito prima di sparire nella stanza.
Trattengo uno sbuffo, irritata dal suo comportamento, e lo seguo.
Mentre varco la soglia della stanza, mi sorge un dubbio.
<<Prima la mamma ha accennato a un Richiamo. Che cos'è?>> Chiedo a mio fratello, appoggiando la schiena contro il muro portante non appena entriamo nella camera.
<<Cosa ti fa credere che io abbia voglia di parlare con te?>> Mi chiede arrogantemente in risposta mio fratello, sollevando un sopracciglio e guardandomi con la coda dell'occhio.
Io sollevo gli occhi al cielo, irritata dal suo comportamento scontroso.
<<Rispondi, Jamie. Dovrò pur sapere di cosa si tratta, se devi fingere di essere te.>> Dico, in tono più che gentile se messo a confronto con il modo in cui mi tratta lui di solito. Jamie sospira e si stende sul letto.
<<Il Richiamo è un avviso privato che la Sede invia alle persone anziane per eliminarle.>> Mi spiega con voce atona e priva di interessa.
<<Intendi ucciderle?>> Chiedo.
<<Sì, genio. Uccidono i vecchi per far nascere nuovi bambini. Non è molto difficile da capire.>> Dice Jamie, parlandomi come se fossi stupida.
<<E se uno si rifiutasse di dare ascolto al Richiamo?>> Chiedo io, ansiosa. Mia madre non è più molto giovane, ormai. Se le succedesse qualcosa...
<<Lo uccidono lo stesso.>> Dice, alzando le spalle, <<La comodità del Richiamo sta nel fatto che i Punitori non devono inventarsi grandi cose per poterlo fare.>> Mio fratello gesticola con fiacchezza mentre parla.
<<È una cosa orribile.>> Commento con disgusto mentre arriccio il naso.
Vedo Jamie annuire. <<Già. Beh, in dieci mesi la vita cambia ed entrano in vigore nuove regole. In due un po' di meno, ma vedi di non stravolgermi l'esistenza quando sarai me.>> Mi ammonisce mio fratello, serio. Per la prima volta da quando mi sono svegliata, mi parla quasi come se fossi umana e registrata. Come se fossi una sua pari. Come se non fossi Indegna.
<<Non ho mai fatto niente di male, fino ad ora.>> Rispondo, sollevando le spalle con fare pratico.
<<Appunto, Lynn. Fino ad ora.>> Ribatte Jamie con voce secca. Sospiro e chiudo gli occhi per mantenere la calma. Due giorni.
Mancano solo due giorni, Lynn.
Due giorni e sarai libera.
STAI LEGGENDO
ᵒˣʸᵍᵉⁿ
Science Fiction#JustWriteIt #EarthLove 30dayswritingchallenge ~ Sul pianeta Mitrion tutto è diverso. La vita umana è confinata all'interno del Limite, una serie di barriere che contengono la città di Polo Uno, oltre la quale il pianeta è morto. L'ossigeno è il ben...