Vodka and skaters

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Tyler è passato a prendermi da casa e, insieme, ci siamo avviati verso lo skate park.
<<Non fanno più la musica house di un paio di anni fa.>> Dice Tyler, con fare esageratamente tragico, mentre attraversiamo la strada.
Io annuisco, prestando attenzione alle note della melodia che risuona per la strada. Riesco già a percepire la musica come un suono ben distinto nonostante ci siano ancora un paio di minuti di cammino per arrivare all'ingresso del parco.
<<Guarda quanto cacchio sono bravo, Jamie.>> Esclama il ragazzo, poi inizia a ballare in modo scomposto e buffo e io scoppio in una breve risata.
<<Tyler fai davvero schifo.>> Dico, tra una risata e l'altra. Tyler torna verso di me, sempre ballando con la fluidità di un palo in acciaio e fuori ritmo, e mi guarda con espressione ammiccante e un sorriso sghembo.
<<Perché dici così, quando vorresti poter ballare tanto bene quanto il re della danza?>> Mi chiede con uno strano accento, indicandosi mentre ancheggia in modo meccanico. Io rido, coprendomi la bocca con una mano. È troppo buffo.
<<Sei proprio senza speranze.>> Dico in tono scherzoso, scuotendo la testa.
<<Lo so.>> Risponde Tyler, allegro.
<<Insegnami il tuo segreto, sommo re della danza.>> Dico in tono solenne, poi inizio a ballare anche io in modo stupido e talmente tanto brutto che dovrebbe essere considerato un reato dai governatori del Polo.
Tyler ed io facciamo gli stupidi ballando ancora per qualche minuto, ma ritorniamo in noi quando arriviamo vicino all'ingresso dello skate park. Un conto è rovinarsi la reputazione con il proprio migliore amico, un altro è rovinarsela davanti all'intero nucleo adolescenziale del parco e della città.
Varchiamo l'ingresso, un alto e imponente cancello spalancato e con i battenti in acciaio e ferro arrugginito, e veniamo subito travolti da un gruppo di ragazzi con degli skateboard colorati in modo molto artistico tra le mani o sotto braccio.
<<Ehi ragazzi, avete portato qualcosa di buono da bere?>> Ci chiede uno degli skaters, un ragazzo con i capelli raccolti in dread scuri e le gomitiere sulle braccia scoperte.
<<No, amico. Siamo arrivati adesso, non abbiamo noi l'alcol.>> Risponde con un sorriso Tyler, alzando le spalle e stingendo le labbra con fare alla mano e amichevole.
<<Non vi preoccupate, ragazzi. Se passate tra un po' dalla Buca, ci vediamo là per un paio di trick.>> Dice il ragazzo con i dread mentre ci sorride, dando sia a me sia a Tyler una pacca sulla spalla prima di scomparire con i suoi amici skaters verso la Buca.
Quando riusciamo a superare la barriera formata dagli skaters che si aggirano per il parco, Tyler ed io ci addentriamo tra le piste e tra le rampe alla ricerca di qualche viso conosciuto che faccia parte del nostro gruppo di amici.
<<Tyler! Jamie!>> La voce sconosciuta di una ragazza attira la nostra attenzione e mi volto a guardare nella direzione da cui proviene. Una giovane ragazza dai lunghi capelli castani e le labbra rosse e carnose sta venendo nella nostra direzione agitando un braccio e sorridendoci.
Tyler mi dà una pacca con il dorso della mano sulla pancia e si avvia verso la ragazza con me alle calcagna.
<<Per fortuna che ci hai trovati, Kristen. Vi stavamo cercando.>> Dice Tyler, scompigliando la chioma castana della ragazza non appena ci incontriamo in mezzo alla folla di ragazzi. Lei sbuffa e si sistema come meglio può i capelli, senza ottenere buoni risultati.
<<Beh, c'è pur bisogno di qualcuno come me nel gruppo, no?>> Dice Kristen, sorridendo. Poi il suo sguardo di sposta su di me e si fa subito più serio e triste.
<<Jamie, ho saputo di... Ecco, sai, volevo solo dirti che mi dispiace per quello che le è successo, era una donna molto buona.>> Bisbiglia la ragazza mentre abbassa lo sguardo a terra, facendo scivolare i suoi capelli fino sul suo volto. Biascica un po' le parole e si mangia le lettere finali, ma ciò che dice mi colpisce lo stesso.
Sollevo le spalle, ma il dolore mi prende ancora e oggi sembra perfino più forte e vivo di ieri.
<<Non ti preoccupare, Kris, sto bene. Adesso però voglio solo divertirmi un po'.>> Dico a voce bassa. Spero che lei sia la prima e l'ultima a farmi le condoglianze per quello che è successo a mia madre. Sono venuta qui per rilassarmi con un po' di alcol, divertirmi con i miei - finti - amici e dimenticare per un po' il dolore della perdita, non per rimarcare ancora sull'accaduto e pensarci.
<<Sì, giusto, hai completamente ragione.>> Asserisce la ragazza, scoppiando in una risata di gola. Dal colorito roseo delle sue guance credo che sia un po' alticcia, ma sembra ancora abbastanza in grado di intendere e di volere.
<<Dove sono gli altri, Kristen?>> Le chiede con gentilezza Tyler, attirando la sua attenzione con un gesto della mano. È un modo di fare tipico di Tyler, quello di passare il palmo di una mano davanti al viso di una persona per ottenere ascolto.
Kristen alza le spalle con espressione spaesata, poi si rende conto di avere un bicchiere di plastica vuoto in mano quando si gratta la fronte con il dorso della mano occupata.
<<Oh. Devo andare a prendere da bere. Venite insieme a me?>> Ci chiede biasciando, esibendosi poi in una buffa espressione. Forse è meno lucida di quanto io abbia ipotizzato.
<<Se ci dici dove dobbiamo andare e sai come arrivarci, sì.>> Le rispondo, cercando di sovrastare il volume della musica che è partita di nuovo, dopo qualche minuto di silenzio. Adesso si sentono le note della musica reggae, ma il volume delle casse è troppo alto e dativo a sentire le parole di Kris.
<<Non mi ricordo più dove ho preso il bicchiere. E dove ho preso la vodka. Oh merda, non mi ricordo più niente.>> Dice Kristen, alzando il bicchiere vuoto all'altezza del suo viso e piegandolo orizzontalmente per guardarci dentro. <<Questo vuol dire che l'alcol inizia finalmente a fare effetto, ragazzi.>> Commenta, poi esplode in una risata di gusto.
<<Okay, Kristen, credo sia meglio se torniamo dai nostri amici. Seguici.>> Dico, iniziando a camminare tra la calca di skaters e ragazzi ubriachi.
Dopo qualche passo mi volto per controllare che i miei amici siano ancora dietro di me, ma vedo che Kristen è ancora ferma e Tyler prova a convincerla a seguirlo, poi il ragazzo si spazientisce, afferra la castana per un braccio e inizia a trascinarla dietro di sé.
<<Okay, ce l'ho fatta. Hai trovato gli altri?>> Mi chiede con il fiato corto, mantenendo la presa salda sul polso di Kristen. Tyler ha il volto arrossato e una strana espressione sul viso.
Scuoto la testa, allungando lo sguardo verso la zona più tranquilla dello skate park. Se dovessi scegliere un posto in cui passare il pomeriggio, andrei vicino alla grande rampa, tra le piste più periferiche del parco. Lì non ci sono ragazzi che hanno bevuto troppo né skaters in pressa smanie di protagonismo, è il posto più normale di tutto lo skate park.
<<Andiamo a vedere se sono laggiù.>> Dico, indicando con l'indice la rampa che si staglia contro l'alta cancellata in acciaio e ferro che prosegue con gli stessi decori del cancello d'ingresso.
<<Penso che siano là. Guarda, quello seduto sullo skate mi sembra Ki.>> Mi risponde Tyler, trascinando una Kristen brilla e malferma dietro di sé, senza occuparsi di controllare dove e contro chi la ragazza vada a sbattere mentre lui la tira per il braccio.
Osservo meglio i ragazzi e vedo subito i capelli neri e perfettamente pettinati di Ki. Il ragazzo ha sempre avuto i capelli perfetti, ormai sono sicura di riconoscerlo, anche a distanza di dieci mesi, proprio grazie al suo taglio.
Non appena il ragazzo ci vede ci saluta e ci fa segno di avvicinarci mentre tiene sollevata con un braccio una bottiglia di vodka piena per metà.
<<Jamie! Era da tanto che non ti vedevo in giro!>> Esclama il ragazzo non appena mi avvicino, poi mi stringe in un abbraccio che io fatico a ricambiare a causa del terrore di essere scoperta, che continua ad attanagliarmi lo stomaco ogni volta che creo un contatto fisico.
<<Come va, Ki?>> Chiedo con un sorriso al mio amico, accettando la bottiglia di vodka che mi ha porto.
<<Una merda come sempre, amico. Quelli skaters del cacchio ce l'hanno a morte con me perché non gli ho passato un paio di bottiglie.>> Mi dice, poi scoppia in una risata e sale a bordo del suo skate nero opaco decorato con delle macchie di vernice color giallo fluorescente.
<<Hanno chiesto anche a me e Tyler se avevamo qualcosa.>> Lo informo, <<Ci hanno dato appuntamento alla Buca più tardi, per fare due trick.>> Dico, bevendo un sorso di alcol. Accetto subito la sensazione di arsura nella gola e un brivido di piacere mi percorre la schiena.
<<Grande, dopo andiamo a fare un salto, allora. Devo provare le nuove ruote del mio skateboard.>> Dice Ki, prendendo lo skate in mano e facendo girare una delle quattro ruote con espressione fiera e sognantez
<<Non c'è miglior pista di collaudo della Buca.>> Osservo, sollevando le spalle con fare tranquillo.
<<Puoi dirlo forte, Jamie. Eccome.>> Ki sorride e riprende la bottiglia di vodka dalle mie mani. <<Ci vediamo dopo.>> Aggiunge, poi sale sul suo skate e sparisce tra le persone al centro dello skate park.
Io lo seguo con lo sguardo e riconosco Tyler mentre parla con una ragazza dai capelli bianchi come i miei in mezzo alla ressa.
Sollevo gli occhi al cielo, irritata, e vado a salutare gli altri del gruppo.
Per fortuna non ho ancora visto Selena da nessuna parte. Ammetto che comportarmi come un ragazzo follemente innamorato di lei in questo posto e in un momento del genere non mi alletta per niente.
<<Ehi, ciao Jamie.>> Una voce alta e maschile che non riconosco mi chiama, e io mi volto per capire a chi appartiene. Seduto a terra, con le spalle appoggiate alla struttura della grande rampa con una gamba piegata e un braccio appoggiato sul ginocchio, c'è un ragazzo dai capelli biondo cenere che mi guarda con un sorriso stampato sul viso, giovane e stanco.
<<Ehi.>> Dico solo, non ricordando il nome del ragazzo. Il biondo mi fa cenno di sedermi accanto a lui e io gli do ascolto, sedendomi a gambe incrociate e con la schiena appoggiata all'intelaiatura della rampa. Qui la musica arriva ovattata grazie al legno e al ferro della struttura dietro di noi che fanno da barriera.
<<Come stai?>> Mi chiede il ragazzo, con un filo di voce e senza spostare il suo sguardo su di me. Tiene gli occhi fissi davanti a sé, e pare più serio e teso che rilassato e divertito.
<<Non lo so. Sto. Mi sento una merda all'idea di aver perso mia madre.>> Ammetto, stupendomi delle mie stesse parole così dure. Non pensavo di sentirmi in colpa, ma adesso che l'ho detto mi rendo conto che è così.
Il biondo grugnisce e beve un sorso di alcol dal bicchiere in plastica che tiene stretto dal bordo con tre dita della mano a penzoloni sul ginocchio.
<<Sarebbe dovuto morire qualcun altro al suo posto. Magari uno di quei tipi palestrati senza cervello, quegli omofobi del cazzo della squadra di basket del Polo.>> Sbraita il biondo, trattenendo a stento l'ira dal suo tono di voce giovane.
Sgrano gli occhi, stupita dalla sua reazione eccessiva, ma capisco che c'è qualcos'altro che lo disturba; non è di certo la morte di mia madre a fargli questo effetto.
<<Che cosa è successo?>> Chiedo, con tatto e gentilezza possibile. Provo a comportarmi con il biondo come Tyler ha fatto con me al fine di far stare meglio il mio amico senza nome e farlo sentire a suo agio per parlare dei suoi problemi.
<<Lascia stare, Jamie. Parlare con Thomas il gay è una cosa brutta, non lo sapevi? Potrebbero vederti quelli del basket e segnarti a vita per quello che stai cercando di fare.>> Risponde il ragazzo in tono acido. Sta imitando con rabbia qualcuno e, così facendo, mi ha appena rivelato il suo nome.
<<Non prendertela per quello che dicono gli altri, Thomas. Spesso c'è uno spreco di ossigeno di entità colossale quando si dà aria a certi cervelli bacati.>> Dico, non sapendo in che altro modo dare conforto al ragazzo. Mi dispiace per quello che sta succedendo a Thomas e per il modo un cui sta affrontando la cosa. Da quello che ho letto nella chat tra Thomas e mio fratello Jamie due giorni fa, i due sono amici stretti.
<<Già, vallo a dire a quello stronzo di Cameron, così faranno a pezzi anche te.>> Dice scoppiando in una risata roca e amara il biondo, facendo roteare tra le dita il bicchiere in plastica ormai vuoto.
Non mi piace vedere il mio amico in questo modo. Può essere gay, etero, bisex o tutto quello che vuole lui, ma il suo orientamento sessuale non deve essere la causa dei suoi problemi.
<<Vieni con me, Thomas.>> Dico, dando una pacca sulla gamba piegata del ragazzo e alzandomi in piedi.
Thomas non si muove e si limita a guardarmi con espressione vacua. <<C'è troppa gente per andare in giro per lo skate park. Non ho voglia di alzarmi.>> Si lamenta.
<<Avanti, Thom! Non fare il poltrone e seguimi.>> Lo esorto, afferrandolo per un braccio e facendo leva sui miei piedi per sollevarlo. Se lui non mi avesse assecondato, io non sarei riuscita a tirarlo su a peso morto.
<<Dove vuoi andare?>> Mi chiede una volta in piedi, pulendosi i pantaloni di jeans dalla polvere del terreno.
<<Andiamo a prendere qualcosa da bere. Qualcosa che non sia vodka.>> Rispondo, afferrandolo per un avambraccio e trascinandolo dietro di me tra la folla. Non appena entriamo nella calca di persone, l'odore di alcol e sudore mi invade le narici e il suono della musica arriva più forte e acuto ai miei timpani.
<<Ti seguo solo perché ho voglia di un po' di rum, e non perché voglio darti ascolto. Sia chiaro.>> Borbotta il ragazzo, seguendomi con passo svelto.
<<Come vuoi.>> Rispondo io mentre alzo gli occhi al cielo. Mi faccio facilmente strada fino alla cima della piccola rampa dove sono stati portati dei tavoli su cui è appoggiata una quantità industriale di bottiglie di alcol di ogni tipo e dei bicchieri di plastica puliti.
Alzo lo sguardo sulla persona che ho di fronte e trattengo una smorfia.
Forse non è stata una buona idea venire a prendere da bere.

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