La voce appartiene al ragazzo con i dread castani che abbiamo incontrato io e Tyler appena entrati nello skate park, mentre le braccia che mi stanno tenendo stretta e mi impediscono di colpire Cameron in un ennesimo pugno appartengono ad una ragazza con i capelli biondi e lo sguardo dolce e amichevole. È strano come questa ragazza abbia abbastanza forza da tenermi ferma nonostante io abbia provato più volte a liberarmi.
<<Avete capito, ragazzi? Niente risse nel parco.>> Ribadisce proprio la ragazza, parlando con voce calda e più rilassata di quanto dovrebbe.
<<Infatti la nostra non era una rissa.>> Ribatte Cameron in un borbottio basso, alzandosi in piedi a fatica e pulendosi il naso sanguinante con il dorso di una mano.
La ragazza scoppia in una lieve risata rilassata e il ragazzo con i dread stringe le labbra, scrollando il capo.
<<No, certo che no. Infatti tu non hai il naso rotto e lui non sta diventando sordo da un orecchio.>> Dice lo skater con ironia evidente nella voce.
<<Non sono sordo. Anche se mi esce il sangue ci sento lo stesso.>> Ribatto io, seccata. Ho combinato un casino, un vero e proprio casino.
<<Se lo dici tu.>> Dice la ragazza che mi sorregge, alzando le spalle e facendo sollevare ance le mie.
<<Si può sapere cosa vi è saltato in mente? Conoscete bene le regole dello skate park.>> Il ragazzo con i dread guarda prima me, poi Cameron e poi di nuovo me. È ovvio che se la prenda di più con me, sono io che vengo qui quasi sempre. Questa è la prima volta che ho visto Cameron allo skate park, quindi lui non poteva sapere le regole non scritte che vigono tra gli skaters.
<<Non è scritto da nessuna parte che non posso fare due trick usando un pezzo di merda come skateboard.>> Le parole di Cameron sono fredde e taglienti nonostante il naso rotto gli alteri il timbro di voce e gli renda più complicato parlare. Mentre pronuncia le sue parole cariche di odio, la musica si ferma e tutti i ragazzi, prima sparsi tra le varie rampe e le piste, si ammassano attorno a noi.
Intravedo Tyler accanto alla ragazza dai capelli bianchi con cui parlava quando siamo arrivati, Ki e Michael che si passano una bottiglia di alcol vuota a vicenda, Hollande e Kristen che sorreggono una Selena dallo sguardo stupito e triste, ma ancora una volta non vedo Thomas.
E io che mi sono messa nei casini per colpa sua.
<<Si sa che la merda non scivola, Cameron. Prova con la tua faccia da culo, magari risulta più morbida e acquisti velocità più in fretta.>> La voce di Kristen è più risoluta e seria di quanto non fosse appena l'ho incontrata, probabilmente la sbornia le è passata del tutto. Molti ragazzi ridono alle sue parole e io esibisco il mio miglior sorriso.
<<Per favore, ragazzi, manteniamo la calma. Non voglio essere costretto a chiamare i Punitori per un semplice litigio tra amici.>> Il ragazzo con i dread parla rivolgendosi a tutti i presenti e capisco che ha molta autorità, qui allo skate park, anche se a giudicare dal suo modo di fare non si direbbe.
<<Lui non è affatto mio amico.>> Puntualizza Cameron con acidità.
<<E tu continui a mostrare a tutti il tuo altissimo livello di maturità. Ho parlato con le maestre della scuola materna, mi hanno detto che forse ti fanno tornare all'asilo.>> Ribatto io, usando un tono pacato ma tagliente. Per quanto io mi sforzi, il mio odio nei confronti di Cameron è arrivato a livelli stellari.
<<Basta, ragazzi.>> Ordina risoluta la ragazza che mi stringe ancora.
<<Lascialo andare, Jennifer.>> Dice il ragazzo con i dread, e la ragazza subito lascia la presa sulla mie spalle.
<<Quindi? Avete intenzione di dirci cosa è successo o continuerete fino a domani a guardarvi come due cani rabbiosi?>> Chiede ancora il ragazzo, molto meno cordialmente di pochi minuti fa.
<<Ha iniziato lo smilzo, io ho solo reagito alle sue provocazioni!>> il giocatore di basket parte subito a voce alta e prova a togliersi tutte le colpe.
<<Lo smilzo? Non hai nessun altro tipo di offesa? Magari se ti impegni e fai lavorare i tuoi due neuroni riesco a trovare qualcosa migliore di questo.>> Osservo io con fare cinico. Sento qualche risata e vedo Ki coprirsi la bocca con la mano per non scoppiare a ridere. Non so perché, ma questo mi dà più forza e mi raddrizzo il più possibile con le spalle.
<<Smetti di parlare, infame.>> Abbaia Cameron, scattando come un cane.
<<Wow, che passi avanti. Da smilzo a infame nel giro di tre anni.>> Dico, con stupore esagerato, prima di ridere pacatamente. <<Sei monotono.>>
<<Prova a...>> Il ragazzo si avvicina a me di un paio di passi, ma Jennifer e lo skater si frappongono tra noi.
<<Niente minacce, Cameron, o sarò costretto a sbatterti fuori dallo skate park.>> Dice quest'ultimo, serio.
Dall'espressione di Cameron si direbbe che è semplicemente furioso. <<Nessuno ti dà l'autorità di farlo.>> Sbotta.
<<Ma il regolamento parla chiaro. Quindi smettila finché sei in tempo.>> Interviene Jennifer, anche lei in tono perentorio e autoritario.
<<Questo non è il posto per gli atleti della città, faresti proprio meglio ad andartene in ogni caso.>> Qualcuno, credo Hollande, grida queste parole e subito la maggior parte dei presenti, per lo più skaters, inizia a inneggiare contro Cameron.
Riesco chiaramente a vedere sul volto dell'atleta il terrore del rifiuto di tipo sociale e l'umiliazione di sentirsi gridare contro da tutti gli adolescenti del Polo Uno, dagli adolescenti che, tra qualche anno, divertano i suoi colleghi di lavoro e vicini di casa. Tutti i suoi pensieri sembrano sfociare in un'impronta violento di rabbia. <<Andate tutti a farvi fottere, io sto dove mi pare.>> Grida.
<<Un'altra parola del genere e sei fuori, palestrato.>> Lo ammonisce il ragazzo con i dread, senza spostarsi di un millimetro nonostante lo sfogo di rabbia di Cameron.
<<Zack ha ragione. Vogliamo sapere che cosa è successo, perciò adesso nessuno muoverà più il culo fino a quando non sarà risolta questa storia.>> Aggiunge Jennifer, dura. È strano come possa cambiare da calma e amichevole ad autoritaria e secca.
<<Il troglodita mi ha fatto cadere la bottiglia di rum.>> Dico, indicando con un cenno del capo Cameron.
<<Non è colpa mia se hai una presa di merda. Sei davvero smilzo, io lo dico da tempo.>> Ribatte Cameron, sollevando le spalle. Un po' della sua rabbia è scomparsa insieme al rossore delle sue guance.
<<Era una bottiglia di rum. Era piena. Almeno avresti potuto chiedere scusa per quello che hai combinato, invece di fare il bulletto prepotente.>> Dico io. So che sto rischiando e che lo sto provocando, ma l'idea di poterlo colpire di nuovo in faccia e fargli male mi piace, anche se so che potrei ricevere tanti pugni quanti ne potrebbe ricevere Cameron da me.
<<Ti importa così tanto di una bottiglia di rum? Sei diventato pure alcolizzato?>> Mi schernisce il ragazzo con voce tagliente. Io sorrido.
<<Lo sbronzo, tra i due, sei tu. L'alcol ti ha dato alla testa, va' a casa a prendere un'aspirina, che non reggi la botta.>> Lo avviso in tono materno, ignorando gli ammonimento di Zack e le occhiate in tralice di Jennifer che, nel frattempo, si sono spostati di lato per far parlare Cameron e me faccia a faccia.
<<Non sei tu a dirmi quello che devo fare.>> Sibila tra i denti quest'ultimo. I suoi occhi nocciola si fissano nei miei e, questa volta, non ho la minima intenzione di abbassare lo sguardo e vedere per prima.
<<Ovvio che no, ci pensa sempre la tua mammina a fare tutto quello che occorre per stare dietro ad un bimbo piccolo e infantile come te.>> Rispondo io con tono ovvio, come se Cameron avesse appena detto una cosa assurdamente stupida.
<<Almeno io ho qualcuno che mi dà tutto quello di cui ho bisogno per fare una bella vita. Tua madre non ti aiuta, Jamie?>> Chiede con volto angelico Cameron. Io stringo le mani in due pugni, trattenendo i tremiti di rabbia e il dolore mentre Zack mi appoggia una mano sulla spalla.
<<Giusto, lo avevo già dimenticato, che sbadato. Tua mamma è morta, è vero. Ma non disperare, sono certo che abbia preferito prendersi una pallottola in mezzo alla fronte che vivere con un coglione come...>> Non gli lascio il tempo di finire la frase che gli sono addosso.
Gli salto addosso e inizio a tirargli i capelli mentre ci le unghie affilate gli graffio la faccia. Cameron prova a staccarmi da addosso a lui, ma io non voglio cedere, deve pagare per quello che ha appena detto. Intorno a me sento i ragazzi inneggiare allo scontro e le loro voci mi danno la carica per combattere contro Cameron, molto più grosso e forte di me.
<<Dillo un'altra volta! Di' un'altra volta una cosa del genere e giuro che ti ammazzo, Cameron!>> Grido, tirando più forte i capelli castani del ragazzo. Lui grugnisce e mi dà un pugno nello stomaco che Ki lascia senza fiato per un istante. Non appena mi riprendo e i miei polmoni ritrovano l'aria, do un pugno proprio sul naso già rotto di Cameron e lui grida di dolore.
Io mi godo la mia vittoria mentre tre paia di mani mi allontanano dal corpo ormai esausto del ragazzo e mi bloccano a terra contro la mia volontà.
<<Adesso basta, Jamie.>> La voce tesa di Tyler mi fa calmare e io smetto di opporre resistenza mentre ascolto Cameron piangere come un bambino.
<<Cazzo, piagnucoli peggio di mia sorella di dodici anni quando l'aveva mollata il fidanzato.>> Ki commenta con il suo solito cinismo e molti dei presenti, me compresa, ridacchiano.
<<Quel pezzo di merda mi ha rotto il naso, sta' zitto se non vuoi che rompa io il tuo.>> Ribatte a fatica e con voce nasale Cameron, circondato da Zack, Jennifer e qualche altro skater.
<<La chirurgia plastica estetica costa, Jamie ti ha fatto un favore. Almeno adesso non hai più la faccia da culo che avevi prima.>> Osserva ilare Kisten, ammiccando in un sorriso.
<<Non sai quante ragazze ti invidieranno per quel ritocchino.>> Aggiunge Hollande, annuendo con le sue labbra piene tirate.
<<È un pezzo di merda!>> Sbraita Cameron, irato e furioso.
<<Forse, ma non dire che non ti aveva avvisato.>> Dice Tyler. Sorrido, mentre un forte calore mi invade il petto. Tutti ora gazza del gruppo sono dalla mia parte, e sentire che si impegnano per prendere le mie difese mi fa sentire accettata dal gruppo e amata. Sono loro a darmi l'affetto di cui ho bisogno, quell'affetto che mio fratello non mi ha mai dato.
<<Cameron, credo che tu te ne debba andartene di qui.>> La voce di Zack è risoluta e triste, come se gli dispiacesse dover allontanare il ragazzo dallo skate park.
<<Credo che tu debba farlo adesso.>> Aggiunge Jennifer, dato che il ragazzo interpellato non si è mosso di un millimetro dopo le parole di Zack.
Cameron si risveglia dai suoi pensieri e si avvicina pericolosamente a me, puntandomi contro il petto un dito sporco di sangue. <<Se ti becco in giro, Jamie...>> Inizia, furente.
<<Si, si, lo sappiamo tutti. Ci prendi, ci picchi e ci fai tante cose brutte.>> Lo anticipa Ki, liquidando Cameron e sminuendo il suo teatrino da bullo con un gesto della mano. <<Ora però sparisci.>> Aggiunge.
Cameron, nel silenzio più totale che è calato greve sullo skate park, mi lancia un'ultima occhiata in tralice e poi, dopo essersi voltato di scatto, se ne va facendosi largo a spintoni tra le persone che avevano circondato la zona sottostante alla rampa.
Quando vedo i capelli castani del ragazzo sparire riprendo a respirare in modo regolare e un peso si solleva dal mio petto.
<<Wow, Jamie. Sei stato grande!>> Ki mi afferra una mano e mi dà una pacca sulla spalla, estasiato. Hollande annuisce compiaciuta e Kristen si appoggia con la testa alla spalla di Michael, facendomi il segno della vittoria con una mano. Non vedo ancora Thomas da nessuna parte.
Sposto lo sguardo su Zack e Jennifer e il mio precario buon umore lascia spazio alla terribile e ormai ben nota sensazione di guai in vista.
<<Jamie, mi dispiace dovertelo dire, ma mi vedo costretto a chiederti di lasciare lo skate park.>> Le parole di Zack sono dure e risolute, e capisco che, per quanto mi possa sforzare, non c'è niente che io possa fare per fargli cambiare idea.
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ᵒˣʸᵍᵉⁿ
Science Fiction#JustWriteIt #EarthLove 30dayswritingchallenge ~ Sul pianeta Mitrion tutto è diverso. La vita umana è confinata all'interno del Limite, una serie di barriere che contengono la città di Polo Uno, oltre la quale il pianeta è morto. L'ossigeno è il ben...