Recall

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<<Dove diavolo pensavi di andare scappando di casa, Lynn?>>
Le parole isteriche e rotte di mia madre sono le prime cose che sento quando varco la soglia di casa mia.
Sapevo che si sarebbe arrabbiata, ma ormai mi sono abituata ad essere trattata in malo modo dalle persone della mia famiglia e non mi sono preoccupata più di molto della sua reazione. Lo prevedevo, ecco tutto.
<<Avevo bisogno di fare due passi da sola, mamma.>> Le rispondo con pazienza, sfilandomi il giubbotto dalle spalle e posandolo sull'attaccapanni.
<<Due passi? Due passi? Ma ti rendi conto del rischio che hai corso uscendo di casa senza il chip?>> Dice mia madre, incredula, mentre cataloga e analizza con lo sguardo ogni mio movimento.
<<Mamma...>> Provo a dire, invano.
<<Ti potevano trovare i Punitori, Lynn. Ti potevano trovare e uccidere sul posto, a sangue freddo. Lo sai questo, vero?>> Mi incalza mia madre mentre si avvicina a me alla massima velocità che le consente l'età.
Sospiro, trattenendo l'acidità che vorrei usare per risponderle. <<Sì, lo so, mamma. Ma non è successo niente del genere e sono ancora viva e vegeta.>> Rispondo, giocando con le mie mani intrecciate. Mi sento un po' a disagio, ma è una sensazione fugace che dura poco più di un attimo.
<<Per fortuna!>> Esclama mia madre, sollevando le braccia e gli occhi al cielo. <<Ti sei comportata come una bambina incosciente, non mi aspettavo che tu potessi pensare di fare una cosa tanto stupida.>> Mi rimprovera. Colgo una nota di rammarico nella sua voce e questo mi rattrista un po' e mi fa riflettere sul mio comportamento.
<<Scusami, non volevo.>> Dico dopo un po', abbassando il capo in segno di dispiacere. Le sue parole mi hanno fatto pensare. E sono giunta alla conclusione che, se potessi, lo rifarei.
Le sensazioni di pressione e paura che mi attanagliavano lo stomaco mentre andavo in giro per il Polo in un corpo senza il chip mi hanno fatta sentire viva.
Triste e inadatta, è vero. Ma viva.
Mia madre addolcisce la sua espressione e capisco che la ramanzina è finita. <<Perché sei uscita, tesoro?>> Mi chiede con voce pacata e tenue.
Scrollo le spalle, cercando la risposta adatta. <<Avevo bisogno di aria. Non riuscivo a stare nella stessa camera di... della Capsula.>> Avrei voluto dire che mi era impossibile stare nella stessa camera di Jamie, ma il volto corrucciato e triste di mia madre mi ha fatto cambiare idea.
Lei mi sfiora la guancia con la sua mano delicata e io chiudo gli occhi, assaporando il calore del contatto umano.
Capisco da come mi tratta che a me ci tiene. Che mi vuole bene.
<<Domani pomeriggio sarà tutto finito, Lynn. Tuo fratello prenderà il tuo posto e tu potrai prendere il suo. Ora va' a dormire, ti aspetta molto lavoro da fare.>> Risponde con voce calma e rassicurante mia madre, dopo che mi ha accarezzato il viso, sorridendomi e accennando con la mano al corridoio che porta alla camere da letto. Annuisco, stringendo le labbra, e mi dirigo strascicando i piedi verso la camera.
Poi una domanda si abbatte con ferocia sui miei pensieri e la curiosità ha la meglio sul mio poco buonsenso.
<<Mamma?>> La chiamo, voltandomi del tutto verso di lei. Devo cogliere le sue reazioni, analizzarla come lei ha fatto con me quando sono tornata.
<<Dimmi, Lynn.>> Risponde lei con voce stanca, mentre si siede sul divano con un libro sottomano.
<<Quando hai scoperto di essere incinta di due gemelli, perché hai deciso di tenere sia me sia Jamie? Se avevi già un'idea del tipo di vita che ci spettava, la tua non è stata una scelta molto saggia.>> Dico, osservando con attenzione mia madre.
Niente. Lei rimane impassibile. Completamente apatica. Immobile.
Dopo qualche secondo, il suo viso si apre in un sorriso materno.
<<Te lo dirò quando sarai più grande, Lynn, adesso è ancora troppo presto. Buonanotte, tesoro.>> Mi risponde, chiudendo il discorso e affondando il viso nel suo libro.
<<'Notte mamma.>> Rispondo io, delusa dal fatto che non sono riuscita a cogliere niente di strano dalla sua reazione alla mia domanda. Mi volto e, sospirando, torno in camera.
Per fortuna, mio fratello Jamie dorme o finge di dormire, perciò non sono costretta a parlargli.
Non ne ho affatto voglia, soprattutto dopo il nostro litigio non da poco.
Mi sfilo i vestiti e indosso il pigiama, poi mi stendo nella branda provando a non far cigolare troppo le molle e cado in un sonno senza sogni.

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