Surgery

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La mattina seguente mi sveglio con un dolore lancinante alla testa.
Mi metto a sedere su un letto da ospedale che non mi ricordavo di aver visto e mi guardo attorno.
Sul momento, niente di ciò che vedo nella stanza mi sembra famigliare. Gli strumenti chirurgici non mi ricordano niente, ma poi mi viene in mente ciò che ho fatto ieri sera alla vista di un cofanetto per le lenti a contatto vuoto.
E, improvvisamente, ricordo anche ciò che è successo a mia madre.
Una fitta di dolore mi colpisce con violenza il petto e trattengo un grido di frustrazione.
Era troppo presto perché lei mi lasciasse. Ho passato troppo poco tempo insieme a lei.
Sento un trambusto fuori dalla porta della stanza chirurgica nascosta nello scantinato di casa mia e, dopo pochi istanti, il viso di mio fratello Jamie spunta dall'uscio accostato.
<<Mi hai spaventato.>> Sussurra a denti stretti, entrando nella stanza e chiudendosi la porta alle spalle.
<<Anche tu.>> Rispondo solo.
<<Scusa.>> Il viso di Jamie è più pallido del solito e i suoi occhi sono cerchiati da profonde occhiaie scure che si notano ancora di più del normale sulla pelle candida.
Non so se le sue scuse si riferiscono solo al fatto di avermi spaventata o anche a tutto quello che è successo da quando mi sono risvegliata a oggi, ma, ora, non ha importanza.
<<Non ti preoccupare, Jame. È tutto a posto.>> Dico, alzandomi in piedi con fare traballante e iniziando a sistemare gli strumenti che ho usato ieri sera per cambiare il mio timbro di voce e qualche altro dettaglio.
<<Hai fatto un ottimo lavoro anche da sola, sai?>> Osserva mio fratello, affiancandosi a me e iniziando a darmi una mano a sistemare.
Gli lancio un'occhiata in tralice e rimango interdetta dalle sue parole.
<<Grazie.>> Sibilo. Io non sono come Jamie. Nonostante il rapporto burrascoso e non proprio fraterno che c'è tra di noi, io mi comporto come una persona civile nei suoi confronti.
<<Sei stata molto brava.>> Dice ancora mio fratello, parlando con voce stanca ma paiica. Io sbatto sul piano d'appoggio il coltellino da incisione che avevo in mano, irritata.
<<Che cosa diavolo ti prede, Jamie?>> Sbotto con stizza, guardandolo con occhi seri. Mio fratello rimane a bocca aperta per qualche istante, fissandomi con gli occhi verdi sgranati, ma poi si riprende dallo shock e si schiarisce la voce.
<<Non mi prende niente, Lynn, sto solo cercando di comportarmi in modo carino con te.>> Risponde lui imperterrito, continuando a fissarmi.
Scoppio in una risata roca e priva di gioia, più di sorpresa a causa delle sue parole che di divertimento.
<<Perché lo fai, eh? Cosa te ne frega di me, adesso? Cos'è cambiato rispetto a due sere fa, quando mi gridavi di andarmene di casa?>> La mia voce è mascolina a causa dell'intervento alle corde vocali e suona acida mentre incrocio le braccia al petto e mi appoggio con tutto il peso del corpo su una gamba sola.
<<Non ho mai davvero voluto che tu te ne andassi, non credevo che mi avresti dato ascolto. Mi sono davvero preoccupato per te quando non sei tornata.>> Puntualizza Jamie, serio.
Emetto un grugnito per non ridere di nuovo e alzo gli occhi al cielo. <<Eri così tanto preoccupato da riuscire a dormire come un angioletto mentre tua sorella Indegna era in giro come una clandestina. Ti sei davvero impegnato molto a fingere che te ne fregasse qualcosa di me.>> Commento con acidità e ironia.
<<Stavo fingendo, Lynn. Non ti volevo parlare; credevo che avessimo parlato saremmo finiti per litigare ancora una volta.>> Ribatte mio fratello, guardandomi con viso esasperato.
<<Non avremmo litigato se tu ti fossi limitato a parlare come una persona civile, Jamie.>> Dico io in un sibilo, riprendendo a sistemare gli attrezzi chirurgici.
<<Ero fuori di me a causa del Richiamo della mamma. Adesso lei non c'è più e mi stavo comportando in modo carino perché credo che tu abbia bisogno di un po' di sostegno prima che io vada in ibernazione.>> Spiega in tono asciutto e basso Jamie, guardandomi mortificato. Cos'ha questo ragazzo? Perché mio fratello deve essere di umore così altalenante nei miei confronti? Perché deve essere così masochista da ricordarci quello che è successo a nostra madre?
<<Non ripeterlo più, Jamie! Non farlo, ti prego.>> Grido, portandomi le mani sulle orecchie per non sentire più le sue parole. Una fitta dolorosa mi colpisce lo sterno e mi piego in avanti con il busto, faticando a reggermi in piedi sulle gambe tremanti.
<<Che cosa? Che la mamma è morta? Devi accettare la cosa, fare finta di niente non ti aiuterà di certo a sopravvivere.>> Dice con fermezza stoica mio fratello. Questa volta, però, le sue parole suonano meno brutali e il timbro di voce è diverso.
Prendo un respiro profondo prima di annuire, poco convinta e distrutta dalla morte di mia madre.
C'è un minuto in cui vige tra me e Jamie un silenzio pesante e carico di sensazioni ed emozioni non dette, e io mi passo le mani tra i capelli per riprendere possesso di me stessa.
<<E come faccio con i soldi? Come faccio con le bollette, il cibo, e tutto il resto?>> Chiedo con voce atona.
<<La mamma ci ha lasciato nella Banca un conto aperto. Il denaro che c'è non basterà per più di un anno, ma è comunque meglio di niente.>> Mi rivela, parlando con voce piatta.
<<Cosa? Quando te lo ha detto?>> Domando subito, sgranando gli occhi e proiettandomi in avanti con il busto, senza rendermene conto.
<<Non ha importanza. L'importante è che tu stia bene, perché non entrerò nella Capsula finché non mi assicurerai che andrà tutto per il meglio.>> Risponde lui, liquidando il discorso precedente con un gesto della mano per tirare fuori un'altra questione non da poco.
<<Ce la faccio.>> Rispondo subito, prima che le mie emozioni abbiano la meglio su di me e mi facciano cambiare idea riguardo alla decisione che ho preso. Non c'è bisogno che Jamie rimanga con me, vederlo ogni giorno mi ricorderebbe troppo nostra madre. E poi, io sono senza chip, e non posso rischiare di farmi uccidere dai Pulitori, perché per mio fratello rimanere completamente solo al mondo sarebbe la fine.
<<Sei sicura?>> Mi chiede lui, sollevando un sopracciglio con fare scettico. Io annuisco, chiudendo le mani a pugno per evitare di farle tremare in modo incontrollabile.
Devo riprendermi e superare questa cosa. Devo farlo adesso. Io sono più forte di così, dannazione.
<<Puoi andare. Me la cavo, davvero.>>  Aggiungo ancora, notando l'aria dubbiosa di Jamie e il suo viso teso. Lui non mi risponde, ma si limita a fissarmi in modo molto approfondito nel silenzio della stanza, prestando attenzione ai miei tratti così tanto simili ai suoi come forse non aveva mai fatto in tutta la sua vita.
<<Vieni a chiudere lo sportello, quindi?>> Mi chiede, con voce flebile, dopo aver deciso che mi ha studiata troppo a lungo.
<<Sì. Sì, andiamo.>> Asserisco io, dissimulando le incrinature della voce con un colpo di tosse. Jamie stringe le labbra mentre esce dalla stanza, e io lo seguo fino in camera nostra con un peso opprimente sul petto, all'altezza dei polmoni, che aumenta a mano a mano che mi avvicino alla Capsula.
La macchina di ibernazione è aperta, con lo sportello di chiusura sollevato e le Zampe pronte ad inserirsi nel corpo di Jamie.
Io rimango immobile mentre lui si sfila la maglietta, rivelando un tatuaggio tra le scapole che lo scorso anno non aveva.
<<E quello?>> Trovo la forza di parlare mentre indico, incredula, la schiena di mio fratello con un dito.
<<L'ho fatto un mese fa. La mamma non lo sapeva. Nessuno lo sa.>> Dice lui, sollevando le spalle. La sua voce si incrina quando pronuncia la parola mamma, ma faccio finta di niente.
<<Che cos'è? Posso vederlo prima che tu vada?>> Chiedo, titubante.
Jamie si apre in un vero sorriso e mi volta le spalle. Io mi avvicino di un paio di passi e sfioro con la punta delle dita l'inchiostro sulla sua pelle, tracciando i contorni del tatuaggio che riporta un fila di lettere e numeri senza significato e che parte da sotto una scapola per finire poi sotto l'altra.
<<Che cosa ne pensi, Lynn?>> Chiede mio fratello. Capisco che il tempo per ammirare e cercare di capire il suo tatuaggio è finito, perciò ritiro la mia mano e rimango a bocca aperta.
<<Non lo so. Che cosa significano tutti quei numeri?>> Gli chiedo, non riuscendo a tenere a freno la mia curiosità. Ho sempre desiderato farmi un tatuaggio, ma data la mia situazione di Indegna e di 'finto Jamie' per due mesi l'anno, è impossibile per me riuscire ad ottenerne uno.
<<È la sequenza di algoritmi che permette l'erogazione dell'ossigeno nel Polo.>> Mi risponde con semplicità.
<<Come fai tu a sapere se questo codice è vero o falso?>> Chiedo, scettica e convita che mi stia solo prendendo in giro. È impossibile che mio fratello sia a conoscenza di un codice così tanto importante.
<<È quello giusto. Fidati di me.>> Afferma mio fratello in tono talmente sicuro da non permettere nessuna replica, anche se vorrei rispondere.
<<Vuoi davvero che ti lasci sola? Potremmo fare un giorno per uno con il chip, trovare un lavoro, magari trasferirci in una casa più piccola e più discreta e vivere come avremmo dovuto fare fin dall'inizio.>> Jamie, dopo qualche secondo passato a fissarci, parla con voce serena e speranzosa, dando lo stimolo alla mia mente di partire e fantasticare su un ipotetico futuro per noi due diverso da quello che mi aspetta ora.
<<È pericoloso, Jamie. Non voglio che tu viva in bilico tra le persone registrate e gli Indegni.>> Gli rispondo, stupendomi delle mie stesse parole. Anche mio fratello sembra sconvolto dalla mia dimostrazione di affetto.
<<Lynn... Se ti lasciassi adesso, saresti completamente da sola.>> Mi fa notare, gesticolando. Forse crede che io non sia consapevole di quello che le sue parole vogliono dire, ma si sbaglia. So bene cosa mi aspetta e so anche che, se Jamie insisterà ancora, finito per trattarlo peggio di quanto non abbia mai fatto per fare in modo di mantenere le distanze.
<<Sono sicura di poter vivere per due mesi da sola. Ora entra nella Capsula, si sta facendo tardi e ci dobbiamo sbrigare.>> Rispondo perentoria io, convinta delle mie parole che suonano dure e graffianti. Jamie mi lancia un'occhiata in tralice, poi si sfila dal collo il ciondolo che racchiude il suo chip identificativo e me lo lascia cadere sul palmo della mano aperta. Non appena lo indosso avverto il peso del minuscolo oggetto gravare sul mio petto e inizio subito a respirare meglio di quanto non abbia mai fatto da quando mi sono risvegliata.
Il chip, oltre che i dati personali per l'identificazione delle persone, ha dentro di sé anche una minuscola dose di materiale chimico che attira le molecole di ossigeno nell'aria e, quindi, permette di respirare meglio.
<<Vedi di non incasinare troppo la mia vita, Lynn.>> Dice Jamie, sorridendomi triste. Io rispondo al sorriso e mi appoggio allo sportello della Capsula, aspettando che mio fratello si stenda per abbassarlo.
Vedo le Zampe della Capsula conficcarsi con forza nel corpo di mio fratello che, perfettamente immobile, chiude gli occhi e stringe i pugni per resistere meglio al dolore.
Quando la Capsula emette il segnale acustico che annuncia il termine delle preparazioni, spingo con entrambe le mani lo sportello e aspetto di sentire il rumore della chiusura ermetica scattare mentre guardo mio fratello che, immobile, viene avvolto dalla nebbia bianca fino a scomparire.
La chiusura scatta e la Capsula slitta lentamente fino ad arrivare sotto alle assi del pavimento, dove resterà per i prossimi due mesi.
Anche Jamie è andato.
Stranamente, una sensazione inaspettata di sollievo mi invade il petto, e contrasta per qualche secondo il peso del chip all'interno del ciondolo che pende dal mio collo.
Ora che Jamie è al sicuro, in ibernazione nella Capsula, sarò io a farmi carico di tutto quello che succede e, se mai dovessero trovarlo i Punitori, saprò gestire la situazione al meglio, così come ho immaginato tante volte nella mia mente.
Stringo in una mano il chip mentre mi affaccio alla finestra del salotto di casa. Averlo finalmente con me mi tranquillizza e mi dà una forte sensazione di stabilita, ma so che, non appena metterò piede fuori di qui, la mia irrequietezza aumenterà per la paura di essere scoperta come Indegna e come una falsificatrice di identità.
Quando sarò con gli amici di Jamie, che sono - senza che loro lo sappiano - anche i miei, mi sentirò a disagio, perché io non lo conosco a fondo e non so se hanno qualche sospetto su di me o se hanno fiutato qualcosa di strano osservando i miei atteggiamenti.
Per non parlare, poi, della ragazza di mio fratello. Dovrò per forza trovare un modo per non doverla baciare e per evitarla il più possibile senza intaccare il rapporto tra lei e Jamie.
Sosproo, scostandomi dalla finestra. Mio fratello mi ha lasciata proprio in un bel casino e ho paura che, al suo risveglio, la sua vita sarà ancora più complicata di adesso.
Ma ora mi restano solo due mesi per vivere prima di ritornare nella Capsula e andare di nuovo in ibernazione fino al prossimo anno, quindi credo proprio che mi divertirò facendo tutte le cose che ho sempre voluto fare.
Due mesi non sono tanti, ma serve una quantità enorme di ossigeno per permettermi di viverli.
E io non ho intenzione di precarie nemmeno un respiro. Nemmeno un fiato.

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