4. Salto in cucina

217 16 2
                                    

Quel giorno, in reparto, venne a farmi visita anche Kathy, mia sorella maggiore. Mi aveva portato un libro, a mia richiesta, che aveva affermato di aver trovato nella mia vecchia libreria. Infatti era uno dei miei preferiti degli anni 90. Si chiamava Trainspotting di Irvine Welsh. Niall ne rimase così estasiato che mi chiese il permesso di leggerlo. Poi ne diede uno a me, così alla fine della lettura dei due avremmo dato un parere ciascuno. Mi diede Inshallah di Oriana Fallaci. Anche lui affermò che era il suo preferito.

«Trattamelo bene» gli dissi. Un libro per me era come un figlio.

«Te lo prometto» sorrise. Rilesse la trama velocemente, ridendo. «Una settimana fa così dolce, rannicchiata nel tuo lettino, non ti avrei mai collegato a robe del genere.»

Io gli sorrisi. «Sono piena di sorprese.» Alzò un sopracciglio.

«Kathy» chiamò mia sorella. Lei stava parlando con mia madre.

Lei si girò verso Niall. Aveva un paio di Teashades da sole sul viso. Sembrava una mosca.

«Abbassati un po' gli occhiali sul naso che così sembri la copia di John Lennon.»

«Stai zitto» lo insultò. La mamma cercò di richiamarla al discorso.

Io scoppiai a ridere. Come facevo solitamente quando Niall cacciava una delle sue battute mettendo in campo gli artisti più eclissati o più celebri.

«Quando li hai comprati?» chiesi a Kathy, che al momento sembrava essersela presa.

«Eddai Kathy, era solo una battuta simpatica» risi ancora.

«Non capite niente di moda» lei non conosceva il rischio che correva. Niall l'avrebbe presa come una sfida col tempo, quella frase. Infatti così fece.

«Conosci a quali anni appartengono i pantaloni bracaloni di Mc Hammer?» gli chiese Niall.

Lei fece per pensarci, ma era palpabile che non conosceva affatto la risposta. Si portò una mano sotto al mento, mentre Niall se la rideva per il gioco facile che gli faceva fare.

«Negli anni 80, Kathy» rispose Niall, infine. «Il maxi fiocco in che anno era di tendenza?» chiese, poi.

Lei fece nuovamente per pensarci, poi sbuffò sonoramente.

«Anni 60» rispose Niall, con un sorriso vittorioso sul volto. Poi scoppiò anche lui in una risata.

«Mi merito una Haribo, che dici, Allie?» si rivolse a me, Niall.

«Ma non ho mica perso io.»

«Siete sorelle. Avete lo stesso quoziente intellettuale, i stessi geni. Che vuoi che cambi?» rispose, scendendo dal suo letto per venire ad infestare il mio.

Cacciai le Haribo dal comodino e gliele lanciai sulle gambe in un gesto lesto.

«Sei soddisfatto?» lui annuì con la testa. In quel momento pensai che se ci fosse stata Fade to black dei Metallica sarebbe stato tutto più dolce ma allo stesso tempo vittorioso.

Finimmo l'intero pacchetto di caramelle. Ne dovevo chiedere una scorta alla nonna invece di portarmi quelle bibite energetiche, di cui i sapori pessimi. Mi chiedevo sempre quante sostanze chimiche mettessero in quelle bibite.

«Allie» mi richiamò mia sorella mentre io e Niall discutevamo sul valore calorico di un pacco di caramelle.
Io affermavo che il rapporto era di 50-200 kcal, mentre lui ne affermava molto di meno.

«Abbiamo proprio i stessi geni.»

Poi arrivò la sera, in cui crollai subito sul letto. Quando mamma e Kathy se ne furono andate Jackie mi ignettò uno di quei farmaci che paragonavo molto a veleno.

Mi sentivo davvero debole. Era straziante, a volte, come dei semplici farmaci potessero stenderti a terra.

«Che umoraccio. Tutto bene, Allie?» mi chiese Niall.

«Certo» risposi solo.

«Sei credibile come la felicità nelle canzoni di Lana del Rey» dato che non ricevette alcuna risposta, continuò. «Che dici di andare a fare un salto in cucina?»

Mi voltai verso di lui, ridendo.

«Cosa? È la cosa più stupida che abbia mai sentito. È tardi e ci scopriranno» cercai di convincerlo.

«Provare per credere» mi spinse giù dal letto. Mi trascinò nel corridoio spingendomi per le spalle ed incitandomi a stare zitta.

short life୭̥ Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora