6. Problemi

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Quella fu la notte più terribile che passai in reparto per il semplice fatto che nel cuore di una dolce dormita fui svegliata dai continui gemiti di dolore da parte di Niall.

Inizialmente pensai fosse un sogno, ma quando aprii gli occhi e vidi i suoi occhi spalancati, la sua fronte sudata e il suo corpo che richiedeva ossigeno, mi terrorizzai all'istante.

Scesi dal letto in velocità togliendomi le coperte di dosso in modo brusco e gli andai subito incontro, mentre lui ansimava e stringeva le coperte con i pugni.
Premetti il pulsante rosso di chiamata infermieri e sperai solo che facessero presto, mentre cercavo di incoraggiare Niall a respirare, ma lui non faceva altro che boccheggiare, gemendo di dolore.

In poco tempo arrivò l'infermiere di turno, ed in quel momento non capii più nulla. Venne portato d'urgenza al pronto soccorso e improvvisamente mi ritrovai sola in stanza.

Fu una scena che mi tormentò per il resto della notte e quando finalmente riuscii ad addormentarmi un'ora dopo mi risvegliò mia madre. Era già mattina.

«Tesoro» disse, appena aprii gli occhi.

«Sai come sta Niall?» mi raddrizzai sul letto mentre lei si sedette sul bordo tenendomi una mano.

«Ho incontrato sua madre» disse, indicando la sala d'aspetto fuori dalla stanza.

«Quindi?» sorrise e mi passò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Odiavo quei gesti, perché di solito non promettevano nulla di buono, fatti da mia madre. Metteva una certa ansia ogni santa volta.

«Ha avuto un'estensione del tumore fino ai polmoni» disse. Quelle semplici parole furono come quando mi dissero di avere il cancro. Un colpo forte alla testa. Forse, in quel momento, fu leggermente più forte.

«È sveglio? Dov'è adesso?» gli chiesi.

«È in terapia intensiva pediatrica.»

«Posso andare a vederlo?»

«No, non è consentito entrare perché i visitatori costituiscono un rischio d'infezione.»

«Ma io sono già malata, cosa devo rischiare?» gridai.

«Lo vedrai quando uscirà.»

«Macché!»

Mi alzai e afferrai i soldi dal borsellino per andare a prendere un meritato caffè mentre mia madre mi fissava sbigottita. Non avevo modo e diritto di prendermela con lei, ma al momento che avevo bisogno di urlare la presi a male. Solo nel tardo pomeriggio mi scusai, affermando che mi dispiaceva.

«Allie» mi richiamò.

Non la ascoltai e uscii diretta verso la macchinetta. Presi le scale dato che gli ascensori mi opprimevano l'aria ed in poco tempo mi ritrovai ad osservare la bevanda che scorreva nel bicchierino marrone.

Quando arrivò il pomeriggio iniziai a leggere Inshallah, il libro di Niall, perché non avevo altro per passare il tempo. Poi, dopo una serie di pagine, mi stuffai.

Avevo voglia di guardare un film, ma non era la stessa cosa come guardarlo con Niall. Insieme avevamo già visto Nightmare Before Christmas, Ed Wood e Underground. Non stava mai zitto mentre guardavamo uno di essi. Aveva sempre qualcosa da ribattere. Commentava spesso per la stupidità di ogni genere di film e della loro inverosimilità. A volte lo rimproveravo perché non mi faceva capire le parole che pronunciavano gli attori per quanto fosse logorroico e parlasse tanto.

Così provai a dormire, per cercare di recuperare il sonno perso. Ma non funzionò granché. Dopo un po' chiamai Kathy e la pregai di venire in reparto per tenermi compagnia. Lei portò un mazzo di carte e passammo il pomeriggio a giocare. Venne pure Jackie che alla vista delle carte le brillarono gli occhi.
Insisté per farci un nuovo trucco di magia, che non le riuscì. Per fortuna passò il tempo velocemente. E proseguì così per gli altri tre giorni, senza alcuna traccia di Niall.

Poi al quarto giorno lo vidi entrare dalla porta accompagnato da un infermiere. Aveva una cannula nasale che gli pendeva dal naso e si poggiava dietro alle sue orecchie collegandosi poi ad una bombola d'ossigeno proprio accanto a lui. L'infermiere lo fece stendere lentamente sul letto.

«Forza, Niall» gli diede una pacca sulla spalla ed uscì dalla stanza.

Lo guardai per una manciata di secondi, il tempo per osservare il suo stato trasandato.

Poi si voltò verso di me e mi sorrise debolmente.

«Ciao, Allie.»

CWqa

short life୭̥ Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora