Mezzogiorno

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Anche quella mattina, mentre divideva le lettere appena estratte dalla cassetta attigua al marciapiede in bollette e pubblicità da cestinare, erano riaffiorati alla mente gli ammalianti riverberi di quegli occhi smeraldini con cui Gwen ammirava il mondo. L'agrodolce afflizione di quell'immagine così nitida era mitigata solo parzialmente dal fatto che egli, nell'ultima visita alla lapide, si fosse imposto autonomamente di dedicare un pensiero alla defunta almeno una volta al giorno. Fortunatamente non ebbe modo di dare ulteriore linfa al flusso travolgente dei ricordi che lo stava investendo, giacché procedendo nello smistamento delle scartoffie si era imbattuto in una lettera destinata proprio a lui.

Voltò dall'altro lato la carta sottile e giallina della busta e notò come entrambe le facce non presentassero né francobollo, né indirizzo. Tuttavia un angolino sul retro recava il nome del mittente, vergato con una calligrafia incerta: Christjan. Un sorriso spontaneo si distese sul volto di Phil. Fremeva all'idea di leggere l'ennesimo racconto che l'amico, forse l'unico sul quale potesse veramente contare, gli aveva spedito. Non si era mai preoccupato di scoprire i motivi di quella corrispondenza che procedeva parallela ai loro quotidiani e ben più leggeri scambi di opinione in classe, e poi le storie di Chris erano terribilmente avvincenti, e questo gli bastava. Inoltre lo aiutavano a colmare i numerosi tempi morti di cui, per via della sua indole talvolta fortemente abulica, disponeva a bizzeffe. Dal canto suo, Phil spesso ricambiava inviando i commenti e le riflessioni che gli suscitavano gli scritti dell'amico, il quale comunque, in perfetta coerenza con la sua natura contraddittoria e tormentata -se si può essere coerenti con la contraddizione-, non apprezzava i suoi stessi componimenti. Subito dopo averli terminati, prendeva a trovarli "rarefatti e inconcludenti", oppure "pioggia acida su fortuiti pellegrini", così li aveva definiti in una circostanza.

Sotto questo aspetto i due si assomigliavano assai: tendevano infatti, quando si trattava di osservarsi retrospettivamente, non solo ad assumere un atteggiamento oltremodo critico, ma anche a lasciarsi trasportare da una sorta di filosofica umiltà, che li faceva dubitare di tutto quanto avesse a che vedere con la loro creatività, soffocando l'autostima in un fazzoletto imbevuto d'impietoso scetticismo. Un approccio analogo, magari meno drastico ma pur sempre improntato ad una caustica diffidenza, glielo riservavano i coetanei; soprattutto verso Chris, che, a differenza del compagno, non provava alcun timore nel parlare senza infingimenti e soleva turbare i suoi interlocutori con uscite inaspettate e fuori dagli schemi. Non diceva nulla d'ingiurioso, sia chiaro, anzi era un tipo alquanto pacato e rispettoso, quelle poche frasi che spiccicava non le imbrattava nemmeno per sbaglio con gergalismi. Un'acuta sensibilità, poi, gli consentiva sovente di comprendere gli stati d'animo altrui, specialmente quando questi portavano la firma indelebile del dolore. Ma veniva condannato ad uno strano effetto di goffaggine, inettitudine, nei tentativi di lenire un qualsivoglia tipo di pena. In breve: non si applicava abbastanza nelle relazioni con gli altri e non riteneva umano compiacere una persona.

Ovviamente conoscenti e non fiutavano nei suoi comportamenti il lezzo della presunzione e non perdevano occasione per imputarglielo. Lui sulle prime battute aveva provato a spiegarsi, ma le sorde serpi con cui si era confrontato lo avevano convinto a cedere al suo primo impulso: instaurò un rapporto di pacifica indifferenza con la totalità della classe, inclusi i professori, eccezion fatta per Phil. Nei suoi confronti coltivava una stima che rasentava l'immaginabile. Su come quel sentimento avesse potuto far breccia nel cuore di Chris però, aleggiava il mistero . Lo stesso amico, benché si fosse saltuariamente cimentato nella risoluzione del rebus, non aveva ben chiare le ragioni dell'opinione positiva che l'introverso "penfriend" aveva di lui. In verità gli risultavano arcane molte sue sfumature caratteriali, e le poche su cui era riuscito a gettare un po' di luce apparivano troppo discordanti per poterle inserire, una accanto all'altra, in un definito e armonico quadro della personalità senza l'ausilio di supposizioni aggiuntive. Giusto per avere un assaggio dell'ambiguità di questo personaggio, basti pensare che egli svolgeva ininterrottamente l'attività da lui più odiata: scrivere. E quando lo aveva confessato, con un tono talmente disinvolto da estirpare ogni ragionevole dubbio circa una possibile premeditazione di quella frase, Phil era rimasto allibito, ma non si era scomposto. Perché, se esisteva qualcosa di irriproducibile nel loro rapporto, era certamente quel senso di perpetua novità e rinnovamento personale che pervadeva ogni attimo trascorso in compagnia dell'altro e annichiliva l'inane ripetitività delle relazioni che intercorrevano col resto delle persone, le quali parevano recitare un copione scandito dalle tendenze e rivisitato in funzione dell'atavico anelito al concetto di normalità.

Con Chris era tutto così facilmente diverso: davvero, più era il tempo passato assieme, maggiore diventava la curiosità nei confronti di un essere del quale non sapeva assolutamente nulla, pur frequentandolo.
E' altrettanto vero che Phil non pretendeva né ambiva ad avere una conoscenza profonda di qualcuno, e dubitava che una cosa del genere fosse realizzabile, nonché da amici. Lui voleva bearsi dell'essenza inimitabile di una persona ogni volta che vi entrava a contatto ed accoglierla come fosse la prima; fuori dal baratro di torbida acquiescenza mentale in cui intrappola il pregiudizio, che tutto aggiusta e deforma in virtù di un sentire storpiato. Nelle amicizie eccessivamente cementificate dagli anni vedeva un limite, una cella di aspettative da soddisfare, in cui ingabbiare l'altrui e la propria libertà d'azione e cambiamento. Chiunque accumula esperienze che lo segnano, non importa se in positivo o negativo, e a Phil non piaceva rimanere ancorato ad identità sepolte o fittizie. Era da romantici illusi, adoratori del preconcetto, ma ancor più da egoisti. Preferiva di gran lunga dialogare e mostrarsi a cicatrici scoperte, come era solito fare con Chris, come avrebbe fatto con lui in classe, di persona; e successivamente a casa, in maniera indiretta, tramite la lettera.

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