Zenit

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Allo stesso modo del condannato che, invaso dalla fiera follia figlia di una sentenza inalterabile, si appresta al patibolo a cui le fitte trame del destino lo hanno costretto, cercando con la volontà dell'animo anziché con l'ingegno di sfuggire alle forbici che lui stesso ha forgiato per Atropo, così Phil scorreva le ultime righe, trascinato da una bramosia indomita, assetata di una cupa verità che avrebbe potuto portare al collasso, all'auto degradazione il suo io, incapace nell'intimo di accettare la sorte imminente.

I suoi occhi, come labbra che con un tiro aspirano da una sigaretta fino all'ultimo residuo di catrame, bevevano insaziabili ogni microscopica goccia di quelle parole di congedo scritte con un pennino intinto in un sentimento velenoso più che nel nero inchiostro. Stava volutamente cospargendo la sua anima di una tossicità volatile che attecchiva e corrompeva la pura quiete dello spirito a velocità astrale.

Lo doveva, a Chris e a se stesso. Rifuggire quel dolore avrebbe significato spezzare il loro legame più di quanto la lettera non provasse a fare e interrompere anzitempo la lettura avrebbe scolorito le vivide tinte degli attimi sublimi incisi nella sua memoria, spogliandoli di senso e di valore. Per non abbattere definitivamente i ponti con passato e futuro non gli restava che andare sino in fondo all'abisso interiore scavatogli dall'amico, incurante di cosa lo avrebbe atteso all'altra estremità. Lungo il suo tragitto non mancò la tentazione di imboccare il sentiero di nuvole galleggiante sopra la realtà dei fatti -l'autoillusione-, suggeritogli puntualmente dall'inconscio al fine di attutire l'impatto con una di quelle sfortune inaspettate, dove nel nostro immaginario non siamo concepiti come potenziali vittime. Ora i "Perché sta succedendo a me? E' vero ciò che sta accadendo?" uditi con distacco emotivo in svariati contesti, suonavano dannatamente confacenti ad esprimere il senso di incredulità che lo stava assalendo; e a cui decise di non opporre resistenza.

Infatti, finito che ebbe con la prima lettura, si tuffò subito in una seconda, timoroso che la precedente potesse essere stata il frutto di un'allucinazione. Rallentò il passo in procinto del patibolo, nient'altro fece. Ma l'esecuzione non poteva attendere oltre e a fare le veci della burbera guardia che sospinge il colpevole alla gogna, ci pensò la punta d'umidità che dall'aria si propagò nelle narici di Phil: un disgustoso sprone ad annusare l'odore acre della realtà. Il ragazzo indugiò, stordito per qualche secondo. L'impatto con il reflusso della verità che tentava di scacciare stava divenendo imprevedibile, a tratti traumatico. Allora, raschiata accuratamente la propria autocoscienza quasi fosse un palinsesto, abilità di cui disponeva suo malgrado e nonostante la giovane età, si concesse un'ultima opportunità. Fallita quella, avrebbe ceduto anche il baluardo di speranza, la difesa finale e disperata che lo proteggeva dai colpi del dolore, voglioso di affondare le fauci nella giugulare del suo essere e infettarne la sostanza. Il morso giunse presto, e con esso la consapevolezza dell'importanza di Christjan.

Del resto Phil era una persona comune: non faceva mai particolarmente caso alla sua felicità. Per questo aveva bisogno di perdere le fonti del proprio benessere per individuare con chiarezza le stesse. Al momento del distacco da una di queste, di primo acchito ebbe l'impressione che gli fosse stata inferta una stilettata nei pressi dello sterno, poi realizzò cosa era stato: il suono di un filo reciso. Gli venne meno il respiro, un tremolio anomalo si diffuse per tutto il corpo in un baleno, seguito a ruota da un senso di vuoto al petto, che pulsava a malapena ed emetteva labili rintocchi, muti alle orecchie di uno che si sentiva sfrattato dal suo stesso cuore. Inerme si prostrò al suolo, volgendo uno sguardo assente al cielo: una livida coltre ingombra di vaporosi nembi incombeva minacciosamente su L. I rumori del traffico dell'ora di punta andavano scemando a intermittenza, confondendosi e compenetrandosi quando entravano in contatto con l'ipersensibilità insopportabile, l'estasi orrenda da cui Phil era affetto. Tutto era ammantato da una luce scura in quell'epifania, e la certezza che Chris avesse valutato e calcolato la propria decisione sin nei minimi particolari, bloccandolo preventivamente sui social e chiudendo qualsiasi sbocco per un futuro, insperato incontro, ne era il sole. Dentro di sé era dilaniato da una vorace dualità che banchettava sull'incerto confine posto fra la frustrazione derivante dall'incapacità di comprendere il motivo di quella sofferenza apparentemente gratuita, e il logico senso di colpa dell'offeso. E la devastazione non cessava, il giovane era pioggia battente sul nulla, un amorfo e indisciplinato macchinare intellettuale che finiva per fracassare sotto il suo riottoso tallone la volontà di supporre, il principio di una qualsiasi idea.

Non avrebbe mai aperto la valvola dell'odio, e quel gesto costituiva un addio; aveva concluso questo in qualche sprazzo di catartica lucidità, comunque insufficiente ad estinguere l'espressione di sopore glaciale che ardeva imperterrita sul suo volto, o a restaurare il tempio di fausti progetti sgretolatosi dopo essersi infranto sul corsivo arruffato della lettera. Un passante apprensivo si avvicinò al ragazzo e lo scosse con delicatezza, chiedendogli se potesse dargli una mano, ma venne brutalmente respinto. Quello di Phil era uno di quei patimenti pudichi e profondi, che possono volere lo sfogo di un momento, ma non sopportano le mortificazioni di un conforto. Il tempo di un battito di ciglia e scoppiò un voluttuoso temporale. Calde lacrime, simili a colate laviche, zampillavano dagli occhi smorti dell'adolescente, mescendosi alle fredde gocce che piombavano dall'alto. Lo scorrere inesorabile dei secondi si disciolse nell'emozione del pianto, una commozione che riduceva le voci a pigolii remoti e l'ambiente circostante a uno sfondo in cartongesso. Si espanse al punto quasi di soffocarlo, fino a quando tutto non assunse una grande inconsistenza.

L'amicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora