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Raggiungo Jack in pochi secondi. Mi sta aspettando appoggiato ad un albero all'inizio del sentiero che attraversa tutto il villaggio, poi si inoltra in una zona dove gli alberi sono fitti e poi arriva ad una zona pianeggiante, dove mi alleno.

Iniziamo a camminare in silenzio. Appena arriviamo nel centro del villaggio mi ricordo che oggi è domenica, quindi tutto il villaggio è nella piazza principale, per il mercato settimanale. La mattina presto i mercanti umani lasciano la merce che i mercanti lupi mannari hanno ordinato e poi la spostano nella piazza. La domenica è il giorno in cui i lupi spendono di più.

Alcuni lupi lavorano nelle piantagioni umane, altri invece lavorano nei campi dei lupi mannari, assieme ad altri lupi di altri villaggi.

Io invece compro tutto quello che mi serve in città. Qui i lupi non sanno nemmeno cosa siano le patatine fritte e la maionese. Ricordo quando, qualche tempo fa, ho iniziato a spacciare la coca cola. Due dollari a bicchiere, quando una bottiglia all'ingrosso la pagavo un dollaro. Mi sono fatta i soldi e con quei soldi ho comprato un sacco di libri di medicina. Avrei continuato a fare più soldi, ma poi il nonno mi ha beccato e mi ha messo in punizione. Jack era il mio cliente più affezzionato.

Mentre camminiamo in mezzo alla piazza, tutte le ragazze non fidanzate fissano Jack. Sanno che non è un lupo mannaro, ma a loro non importa. E' un bel ragazzo single ed è anche un buon partito, ed anche benestante.

Senza rendermene conto gli afferro il braccio e lo stringo attorno a me.

So che dovrei spingerlo a stare con qualche ragazza, ma non ce la faccio. La gelosia è più forte della ragione.

Tutte quelle lupette che sembrano delle oche mi guardano con aria di sfida. Io non sono mai stata accettata in questo villaggio, nessuno mi ha mai rivolto parola. Forse perchè sono stata adottata, forse perchè frequento una scuola degli umani, forse perchè vivo da sola e per questo vengo reputata una sgualdrina, o forse per tutti questi fattori. E poi diciamocelo, io non ho alcune caratteristiche fisiche comuni nei lupi mannari. Ho i capelli biondi, cosa rara per i lupi mannari, non ho la pelle olivastra e ho gli occhi molto simili a quelli delle sirene. Se non mi avessero vista trasformarmi in lupo dubiterebbero della mia licantropia.

Appena usciamo dalla piazza e ci inoltriamo nel sentiero faccio un respiro di sollievo e lascio il braccio di Jack.

<< Io non gli piaccio. >> dico un po' triste << Secondo me quando mio nonno morirà mi cacceranno via a calci. >>

<< Tu hai tutto il diritto di stare qui, in questo villaggio. Cacceranno me piuttosto, io sono uno stregone. >>

<< E perchè io cosa sono? Non ho l'aspetto di un lupo mannaro. >>

<< Ma lo sei, anche se in parte. >>

Appena arriviamo nella mia zona di allenamento respiro profondamente e chiedo a Jack: << Oggi con cosa iniziamo? >>

<< Visto che hai deciso finalmente di combattere, oggi ripassiamo tutto. Tiro con l'arco, tecniche con la spada, uso della pistola e del fucile, combattimento a mani nude. >>

Sposta un enorme masso dal terreno, dove sotto teniamo nascosto un baule con tutte le armi. Lo solleva con la magia, lo apre e mi lancia un arco e una faretra.

Sparsi su tutta la zona pianeggiante ci sono sparsi dei manichini e dei bersagli vari.

L'arco è la prima arma che ho imparato ad usare. Ci vuole molta precisione e attenzione, dopo aver imparato ad usarlo usare la pistola e il fucile è stato un gioco da ragazzi.

Sfrego con la mano il ciondolo e in un attimo indosso il mio costume. La maschera cade sulle mie mani.

Jack mi guarda meravigliato.

Sorrido e dico: << Sapevo che ti sarebbe piaciuto. >>

Indosso la maschera, mi posiziono davanti ad un bersaglio e tiro la freccia. Va a finire dritta nel centro. Non potevo fare di meglio.

<< La maschera mi da una completa visuale. >> dico a Jack sorridendo.

Usando i miei stivaletti dalla suola magica, cammino sul tronco di un albero, rimango messa in orizzontale a pochi metri, capovolgo la testa, prendo la mira e la freccia spacca in due la freccia precedente per mettersi al centro.

<< Ma chi sei? >> dice Jack applaudendo mentre torno con i piedi per terra << Riesci ad andare contro la forza di gravità! >>

<< Tesoro. >> dico sorridendo << Sono Freya, la nuova supereroina di Los Angeles, so fare anche di meglio. >>

Mi alleno con tutte le armi che ci sono dentro al baule. Al lancio dei coltelli colpisco sempre la testa o il cuore dei manichini. Sono davvero una forza.

Quando poi è il momento della lotta libera gioisco. E' la parte che preferisco.

Jack è più alto e più muscoloso di me, ed è un osso duro, ma riesco a metterlo a k.o più di quattro volte. Per fortuna ha una soglia del dolore molto alta ed è molto bravo nella magia curativa.

Alle sette sfrego di nuovo la collana e indosso di nuovo i miei vestiti. Il costume è comodissimo e non mi fa sudare nonostante c'è un caldo bestiale. Lo adoro.

Mentre camminiamo nel sentiero bevo dalla mia fiaschetta un po' di sangue. Quando mi stanco mi viene sete. Scherzando ne offro un po' a Jack e lui rifiuta sorridendo.

Appena entriamo a casa mia trovo Hayley spaparanzata sul divano, con i piedi appoggiati sul tavolino, con tre pacchi di patatine vuoti accanto a lei e un quarto mezzo pieno.

<< Hai dato una festa mentre non c'ero? >> chiedo sorridendo, notando anche le due lattine di coca cola vuote sul tavolino.

<< Ho fame. >> risponde sorridendo.

<< E come mai tutta questa fame? A pranzo hai mangiato un sacco alla tavola calda. E poi mi spieghi perchè stai mettendo la nutella sopra le patatine? Che schifezze ti mangi? >>

Hayley e Jack si guardano. C'è qualcosa che non so.

<< Ok. >> dico guardandoli << Ora ci sediamo e mi dite cosa non so. >>

Freya, la ragazza che splende alla luce dorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora