7. Disenchanted

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also, take a shot everytaim che vedete scritto "josh" o "tyler"

fine settembre 1973

.


passò una settimana prima che Tyler incontrasse Josh di nuovo.

il rosso non si fece vedere a scuola per tutto quel tempo.

fu solo quando il giorno in cui si erano dati appuntamento per portare a termine il progetto del professor Singer arrivò che i due si rividero di nuovo.

era pomeriggio inoltrato quando il moro uscì di casa, fischiettando la melodia di Fire dei The Jimi Hendrix Experience.

il vento freddo di ottobre tirava impetuoso, quel giorno.
Tyler si strinse di più la sciarpa di lana che era così grande da coprirgli anche le spalle e parte delle braccia, intorno al collo.
era rosso acceso e gliela aveva spedita sua nonna due o tre mesi dopo essersi trasferita lontano
la amava, ma questo non lo diceva a messuno.

Josh gli aveva scritto il suo indirizzo su un foglietto il giorno in cui si videro per l'ultima volta in caffetteria.
il ragazzo adesso lo stava stringendo fra le dita, anche se aveva memorizzato quelle poche parole da qualche giorno oramai.

la casa di Josh era ad un paio di isolati da dove abitava lui perciò ci mise quindici minuti scarsi per raggiungerla.
era una bella casa modesta, con tante finestre e un giardino verde e curato.
quando bussò alla porta venne accolto da una sorridente donna bionda, che Tyler collegò subito ad essere la madre di Josh.

la simpatica donna gli fece strada fino ad un lungo corridoio e si fermò davanti ad una porta di legno tinto verde scuro e con spuzzi di colore qua e là.
lei disse che in fondo alle scale avrebbe trovato la camera di Josh.
Tyler la ringraziò e lei sorrise, ripercorrendo il corridoio e tornando nelle altre stanze.
quando lei lo lasciò esitò qualche secondo prima di aprire la porta, quando spinse la maniglia le piccole scale erano illumante dalla luce proveniente dalla camera.
entrò lentamente e so chiuse la porta dietro la sua schiena.
scese le scale e girò l'angolo, seguendo la musica che si diffondeva nell'ambiente.

quando entrò Josh stava dando le spalle alla porta e Tyler si lasciò uscire un sospiro pesante.
il ragazzo stava indossando solo una canottiera e dei jeans stretti neri e, impegnato com'era nel seguire il ritmo di Elvis con un piede e passare uno strato abbondante di bianco su una tela, non sentì Tyler arrivare.
il moro lo osservò per un paio di minuti, godendosi la vista che aveva davanti.
tutti i muscoli della sua schiena si contraevano e si rilassavano a ritmo della canzone e la canottiera non lasciava di certo molto all'immaginazione.

il moro si schiarì la voce, cercando di farsi notare.
l'altro si girò di scatto, guardandolo negli occhi e sorridendogli.
subito si alzò per abbasare il volume del giradischi e lo fece accomodare nella sua stanza.

Tyler finalmente notò anche il resto della stanza visto che nei minuti precedenti era stato distratto da qualcosa di gran lunga meglio.
si sedette sul letto dove poggiò anchea sua borsa di cuoio e si guardò intorno.
vi erano tantissimi quadri e disegni attaccati con lo scotch alle pareti.
le finestre alte facevano entrare molta luce nella stanza, rendendola molto illuminata anche senza il bisogno di accendere le lampadine.
adesso che il sole stava tramontando, nella stanza v'era un'atmosfera dai colori caldi e accoglienti, che storceva gli oggetti in lunghe ombre.

Josh si passò una mano fra i capelli, iniziando a discutere su cosa avessero dovuto dipingere.
parlarono per almeno un'ora, buttando idee su idee.
alla fine decisero che Josh avrebbe dovuto fare un quadro metafisico e invece Tyler uno surrealista, così che uno avrebbe potuto aiutare l'altro.

due ore dopo Tyler aveva completato lo schizzo e aveva già dipinto quasi metà del quadro, anche se era solo il colore di fondo e necessitava almeno altri due strati di colore.
Josh aveva passato il tempo a cambiare vinili e ad aiutare il moro nei dettagli più difficili.
erano passati da Revolver dei Beatles a, con grande sorpresa di Tyler, Aladdin Sane di Bowie.
il moro non avrebbe mai creduto che a Josh piacesse questa musica, ma rimase molto felice.
quando non stava ballando o imitando la batteria nelle canzoni, Josh aveva il viso accanto a quello di Tyler e la mano tesa a dare consigli su come migliorare quella tela.
i colori predominanti erano i toni di blu e quelli di rosso e Tyler la amava.

quando finalmente completò l'opera scarabocchiò la sua firma nell'angolo più basso del quadro.

fu il turno di Josh che si accese una sigaretta e la passò a Tyler, quando quest'ultimo si alzò e inizio a girovagare per la stanza.
il moro la accettò molto volentieri e ringraziò.
il punk finì molto velocemente lo schizzo, ricevendo delle proteste da Tyler, che affermava che il suo progetto era più semplice.
i due scoppiarono a ridere subito dopo.
erano le undici e mezza quando Josh finì definitivamente.
sua mamma, verso le otto, aveva portato giù nella stanza due piatti identici, con carne, verdure e purè di patate.
quella fu l'unica pausa che i ragazzi fecero, facendola durare però almeno un'ora.
in quello "stop dall'arte", come lo definì Josh ridendo, ebbero tempo di suonare insieme.

Josh con le sue bacchette con le quali tamburellava sui piatti, i bicchieri e per terra e Tyler col piccolo ukulele che aveva trovato nella camera.
e già, scoprì che Josh aveva altri strumenti di cui non aveva parlato: quell'ukulele, che però sapeva solo strimpellare, una tromba che suo padre gli aveva insegnato a suonare una decina di anni fa e una piccola armonica di ferro.

erano quasi mezzanotte e Tyler stava camminando verso quasa sua in silenzio.
sentiva dei passi dietro di sé ma cercò di non dargli conto.
quando arrivò davanti casa sua due tizi gli afferrarono le spalle, facendolo girare verso di loro.
per poco non urlò ma quando notò che quelle due sagome misteriose non erano altro che quei due cretini di Brendon e Ryan si calmó di colpo.
gli venne voglia di prenderli a pugni entrambi per quello scherzo, se solo non avesse avuto il cuore in gola e il respiro pesante.
i due scoppiarono a ridere, scusandosi poco dopo.
Ryan gli disse che lui e Ashley avevano organizzato una festa a casa di lui e che avrebbe dovuto portare anche Josh.
senza aggiungere altro e dare tempo al moro di ribattere i due si presero per mano e iniziarono a correre via.

Tyler si passò una mano sul viso, chiedendosi perché aveva degli amici così stupidi e a come avrebbe fatto a dire a Josh di venire a una festa in cui non conosceva nessuno.

// CE L'HO FATTA
GIURO QUESTO CAPITOLO È STATO ORRENDO DA SCRIVERE
NON È USCITO FUORI NIENTE, APPARTE LO SPUNTO PER IL PROSSIMO EHEHEH
MI SCUSO TROPPISSIMO SE VI HO FATTO CADERE BRACCIA E PALLE, DURANTE LA LETTURA E PER GLI ERRORI DI BATTITURA E GRAMMATICA CHE MI PERSEGUITANO SCUSATE TROPPO
*respiro profondo*
PROMETTO CHE IL PROSSIMO SARÀ PIÙ INTERESSANTE

surrealism and metaphysics || jøshler #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora