6. CryBaby

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appena il suono della campanella si diffuse nell'aula Ashley gli afferrò il braccio per spintonarlo fuori dalla porta.
Tyler ebbe appena il tempo di raccogliere le sue cose e di buttarle malamente nella sua borsa.
incrociò per pochi secondi gli occhi con Josh, il quale sorrise con un'espressione interrogativa e divertita dalla faccia preoccupata della ragazza dai capelli blu.

il moro giurò di aver visto un occhiolino da parte del punk.
fu l'ultima cosa che vide prima di uscire dalla classe ma arrossì automaticamente comunque.

i suoi pensieri furono interrotti bruscamente quando venne spinto contro il muro da Ashley, a due metri di distanza dalla porta.
la ragazza aveva un'espressione imbronciata, aveva le sue mani premute contro le spalle di Tyler e lo stava guardando negli occhi.
"hai sentito?! cazzo Tyler, faccio coppia con Me-la-nie." trattenne un urletto di esasperazione e sussurrò, scandendo bene, il nome della ragazza.

"secondo te chi è messo peggio? siamo sulla stessa barca." rispose Tyler sarcastico, nascondendo una risata passandosi una mano sul viso.
" e se poi le salto addosso?!" quasi urlò.

proprio in quel momento la ragazza dalle enormi code di cavallo colorate uscì dall'aula, passando proprio accanto ai due.
non v'era dubbio che avesse sentito tutta la conversazione.
Melanie, stringendosi i libri contro il petto, incrociò gli occhi con Ashley e poi li abbassò immediatamente, nascondendo un sorriso imbarazzato.

la ragazza dai capelli blu seguì il suo sguardo, diventando rossa quanto il colore scarlatto delle sue unghie.
anche il viso di Tyler era diventato roseo, ma per diverso motivo dato che stava per scoppiare a ridere a crepapelle, vedendo il sorriso imbarazzato e la mano alzata in segno di saluto rimasta bloccata a mezz'aria di Ashley.
la ragazza spofondò la faccia nel petto di Tyler e si coprì con i lembi della sua giacca, il movimento alzò una massa di capelli indaco che andarono a depositarsi perfino sulle spalle del moro;

fu così che, all'incirca venti minuti più tardi, si ritrovarono entrambi (con l'aggiunta dello sfortunato Pete, che trovarono nei corridoi e sequestrarono senza tante parole) nel bagno femminile del terzo piano, quello dove di solito nessuno andava.
i singhiozzi di Ashley riempivano gli istanti di silenzio fra la conversazione di Pete e Tyler.

i due ragazzi erano seduti sul grande davanzale.
avevano aperto la parte superiore delle alte finestre per fare da valvola di sfogo al fumo delle loro sigarette.
Ashley era seduta sulla tavola abbassata del water, la porta rosa confetto davanti a lei aperta dava sui due.
i suoi occhi e il suo naso erano rossi e irritati dal pianto e il suo respiro diveniva irregolare ogni volta che aveva un sussulto.
da seduta, era piegata in avanti con i gomiti poggiati sulle ginocchia, la testa fra le mani.

stava avendo uno dei suoi forti attacchi d'ansia.
Tyler riusciva a capirla fin troppo bene: erano molto simili sotto alcuni punti di vista.

anche Tyler piangeva, ma non quando era in compagnia di altre persone.

solo Ashley l'aveva visto piangere e l'aveva sempre consolato.

ma lui sapeva che alla ragazza servivano solo un po' di silenzio, qualche sigaretta e la compagnia dei suoi amici quando succedeva, era pure la prima regola della loro combriccola di sballati e squilibrati: "nessuno faceva niente da solo".

e quindi adesso erano lì, Pete poggiato al muro che stava giocherellando con la fine larga dei suoi pantaloni a zampa di elefante azzurro pastello.
era impegnato nel racconto di come la professoressa avesse richiamato più volte Brendon e Ryan, che non la smettevano più di ridere in classe per delle sciocchezze, prima di essere buttati fuori e spediti dal preside.
Ashley stava ridendo con le lacrime agli occhi insieme a Tyler, mentre quest'ultimo si stava accendendo la seconda sigaretta.

alzò le gambe, lasciate penzoloni a pochi centimetri da terra, tirandole sopra al davanzale e incrociandole mentre giocherellava col suo accendino di metallo con incisovi sopra dei motivi floreali. cercava con tutte le forze di ascoltare Pete per filo e per segno ma la sua mente continuava a vagare, una moltitudine di pensieri diversi stavano tormentando la sua piccola testolina.
non sapeva bene quando aveva iniziato a tremare, ma il vetro freddo contro la sua schiena non stava di certo aiutando.
cercava di darlo a nascondere ma, se avesse potuto, adesso starebbe piangendo come Ashley se non di più.
era tremendamente ansioso
ma certo, Josh era già stato in casa sua ma si erano scambiati solo qualche chiacchiera e nient'altro.
adesso avrebbero dovuto lavorare insieme, molte ore insieme per dipingere qualcosa.

il suo rimuginare fu interrotto dalla voce roca e allo stesso tempo pacata di Ashley, che stava raccontando a Pete (ma più a sé stessa) come era andata veramente la situazione e di come "gli occhi truccati di colori sempre diversi di Melanie sono la cosa più bella che abbia mai visto" a detta sua.
la ragazza pervinca parlava lentamente, ripercorrendo mentalmente tutto quello che era successo, e ogni volta che finiva una frase prendeva un tiro dalla sigaretta.

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Tyler osservava come la propria ombra e quella di Pete venivano riflettute sulle mattonelle a quadri bianche del pavimento.
il sole stava iniziando ad alzarsi sempre di più nel cielo.
La sua voce faceva da sottofondo e culla dei suoi pensieri, quando tutto a un tratto la ragazza di alzò velocemente e si accasciò davanti sanitario, dei conati di vomito uscivano dalla sua bocca.
tutti quei pensieri l'aveva inghiottita, facendola star male e rimettere.
immediatamente i due ragazzi spegnerono le loro sigarette e corsero ad aiutarla, spostandole i capelli dal viso e lisciandole la schiena infreddolita e tremante.
quando ebbe finito Tyler si levò la sua giacca e le avvolse spalle, cercando di riscaldarla.
Pete prese dei fazzoletti e li bagnò sotto il getto d'acqua del rubinetto, sedendosi poi accanto a lei e pulendole gentilmente i lati della bocca.
Ashley adesso era aggrappata al maglione di Pete, le mani saldamente strette intorno al tessuto caldo.
Tyler era seduto accanto a lei, mentre le sussurrava parole dolci e le accarezzava i capelli.

dopo dieci minuti, che per i tre sembrarono un'eternità, la campanella della terza ora suonò.
Pete decise di uscire prima e di portare Ashley a casa sua, dove già si trovava anche Patrick.

Tyler salutò i due e scese al piano della caffetteria, per incontrare il resto del gruppo.
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Tyler posò il suo vassoio sul tavolo e subito la sua attenzione fu catturata dai lamenti di Ryan, che aveva la testa china davanti al suo piatto vuoto.
Brendon era seduto accanto a lui, col mento sopra un braccio poggiato sul tavolo, con la mano libera stava giocherellando col suo bicchiere d'acqua.
davanti a se aveva una lattina di coca cola ancora da aprire, non era un buon segno se Brendon non aveva ancora bevuto la sua dose quotidiana di bibita gassata.
"che succede ragazzi?" ridacchiò diretto ai due ragazzi coi musi lunghi Tyler, guardando Gerard e Frank.
i due scoppiarono a ridere, quasi sputando il contenuto delle loro bocche.
Ryan emise un mugolio contrariato.
Brendon alzò lo sguardo verso il moro, roteando gli occhi.
"tutte le cazzate hanno delle conseguenze" canticchiò Gerard, mentre inforchettava la sua insalata.
"dobbiamo restare a scuola per tre pomeriggi" disse piano, ricevendo un  verso seccato di Ryan.
"così imparate a fumare uno spinello alle sette e mezzo di mattina." commentò Frank.

"ah, e a lui brucia non essere l'attivo." rise alla sua battuta da solo, trascinando dopo pochi secondi gli altri.
Ryan alzò la testa di scatto e si ritrovò a sorridere, seppur non così divertito.
"sta zitto, checca passiva"
questo fece zittire Brendon, che poggiò la fronte sulla spalla del suo ragazzo.
Tyler sorrise dolcemente a questa scena, prima che la sua attenzione fosse attirata da qualcuno che gli stava picchiettando il braccio.
quando si girò si ritrovò davanti il viso di Josh, che gli stava chiedendo di seguirlo fuori dalla confusione della caffetteria.
quando si alzò sentiva quattro sguardi curiosi seguirlo.

tornò dieci minuti dopo che i quattro ragazzi stavano discutendo della precedente ora di matematica e di come il nuovo ragazzo Alex fosse attraente.

loro gli chiesero di cosa avessero parlato e tutto quello che uscì dalle labbra sorridenti di Tyler fu un "dovrò fare un quadro surrealista con Josh."

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surrealism and metaphysics || jøshler #Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora