Se solo stanotte, potessimo abbracciarci

17

Le note di "1979", chiusero il concerto. Jane era stata poco più che un'apparizione costante ma sempre poco duratura.
A fine serata, si salutarono con un bacio e poche parole.
Un'altra notte quasi insonne, trascorse fe le sue lenzuola sempre troppo fredde.
Quel bacio fra Jane e Maurizio, aveva scoperto solo in seguito si chiamasse così, gli tenne gli occhi sbarrati.
Al mattino con sole quattro ore di sonno, si mise al computer.
La rabbia gli dettò un incipit che a rileggerlo, gli parve carico della giusta dose di carica.
Nel pomeriggio squillò il telefono.
-David, sono Carlo.
Era la voce del direttore della casa editoriale.
-ciao Carlo.
-complimenti per l'ultimo romanzo.
David sapeva che quella era la sviolinata prima dell'affondo.
-grazie Carlo.
-l'ho letto tutto d'un fiato, veramente un bel romanzo.
Ma? Si chiese nella mente.
-troppo gentile.
-però dovremmo parlare della questione del finale. Sai, tutti in redazione siamo convinti che questo possa fungere da spinta per le vendite della saga. Siamo sicuri che lavorando bene, possiamo ricevere belle critiche e vendere tante copie. Al contempo riteniamo che chiudere qui la saga possa essere deleterio.
-Carlo...
-David, stammi a sentire. Mi sento sicuro, posso darti la fama che meriti. Ma dobbiamo cambiare il finale.
-sono troppi anni che scrivo questa serie. Sono stufo, ho voglia di lavorare ad altro...
-puoi lavorare ad un altro romanzo, tranquillo. Ti daremo più tempo. Potrai fare quello che vorrai con l'altro, anche scrivere di una scimmia che balla col tutù nel centro di Roma, te la pubblichiamo. È una mia promessa. Ma tu devi riscrivere quel finale.
-non credo Carlo. Per me quella storia finisce lì.
-Hai bisogno di pensarci. Hai ragione, ti sto mettendo troppa fretta.
-no, ne ho avuto abbastanza...- la voce venne interrotta da quella di Carlo.
-ti richiamo fra sette giorni, ciao David e scrivilo quell'altro romanzo, sono convinto che sarà una bomba.