<< Potrebbe essere un'occasione perfetta per entrambi, perché vuoi fare l'egoista e non accettare!?Sai quante persone desiderano avere un posto nella OIN a New York!?
Perché pensi solamente ai tuoi incontri ed a te stesso!? >> urlò.
<< A me stesso?
Senti bel faccino, questo è il mio stile di vita, le Università non sono fatte per me, guadagno soldi facendo incontri e se la mia vita non ti piace non sono affari miei.
Se non ti piace la vita con me puoi anche andartene via e starmi lontano!
Nessuno ti ha costretto a metterti con me e tantomeno a venire a vivere con me! >> questa volta alzai la voce, battendo i pugni sul tavolo e spavento la ragazza di fronte a me.Che si alzò in piedi con la bocca spalancata e lo sguardo omicida.
<< Non provare ad alzare la voce con me, brutto stronzo. >> disse a denti stretti, lanciandomi uno schiaffo in pieno viso e raccogliendo i suoi pochi averi andandosene via di casa.
<< Bene scappa! E tanto è l'unica cosa che sai fare. >> le urlai appena varcata la porta.
Perché dobbiamo sempre litigare?
Perché le è venuto un mente di mandare una domanda alla OIN, l'Università più prestigiosa di New York a mio nome.
Senza neanche chiedermi cosa ne pensavo, bastarda.
Raccolsi i miei guantoni da Boxe e me ne andai nel luogo dove riuscivo a sfogarmi, sbattendo forte la porta di quella casa colma delle nostre urla e dei nostri litigi.
•••
<< Jimin, una ragazza sta chiedendo di te in tutto l'edificio.
Vai dai lei, inizia a disturbarci. >> disse Changkyun, un lottatore pure lui.Annuì e subito mi fiondai nel piano dove si sentivano la voce squillante delle ragazza.
Non può essere.
<< Cosa sei venuta a fare qui!? Vattene immediatamente! >>
Non doveva stare in questo posto, era troppo pericoloso per lei.
<< No Jimin! O facciamo pace o non me ne vado da qui! >> urlò, odio quando è testarda.
Non poteva stare qui, eravamo in un edificio abbandonato in uno dei tanti ghetti pericolosi di Roma, questo posto era frequentato da drogati, Mafiosi e anche da chi come me si allenava per i combattimenti illegali.
Io sono Park Jimin, chiamato anche Daddy.
Ho sempre sconfitto i miei avversari, e non ho mai incassato pugni, perché, io ovviamente sono il migliore.
<< Ma bene Park Jimin, hai portato qui un'altra delle tue troiette? Quante volte ti abbiamo detto che questo non è un posto per scopartele. >> disse Taehyung alle mie spalle con un ghigno.
Pure Taehyung era un lottatore, ma non ho mai avuto l'occasione di sentire la sia pelle che si scontrava violentemente con il mio pugno e il suono del suo corpo sbattere per terra privo di coscienza.
<< Troia a chi scusa? Se non vuoi morire è meglio che chiudi quella fogna piena di merda. >> urlò Jade contro di lui.
Un altro motivo per cui lei non doveva stare qui era la sua lingua lunga, non sapeva mai stare zitta e rispondeva sempre alle offese, anche se poi doveva subire le conseguenze, lei non si faceva abbattere da nessuno.
Per questo è la ragazza che amo, perché ha i coglioni di venirmi incontro e di tenermi testa.
<< La tua 'troia' ha davvero un bel caratterino, ti andrebbe se la condividiamo? >> disse Taehyung andandole davanti superandomi.
Mi dispiace per lui.
<< Lasciami stare bastardo. >> disse Giada dandole uno schiaffo e un calcio diretto alle palle.
È questa la ragazza perfetta per me.
<< Jimin! Di alla tua ragazza di tenere le gambe al proprio posto. >> urlò Jin, il mio migliore amico e il coordinatore dei miei incontri illegali.
<< Andiamo, non è posto per parlare questo. >> dissi autoritario, prendendole le mani e trascinandola sull'attico, dove si vedeva una Roma in mezzo al tramonto estivo.
Splendida, come lei.
<< Mi perdoni allora? >> chiese lei preoccupata, con sguardo da cucciolo ferito.
Come potevo non resisterle?
<< No. >> affermai scherzosamente, cercando di non sorridere stupidamente, anche se invece di avere un'espressione autoritaria, nel mio volto c'era una smorfia esilarante.
<< Invece si che mi perdoni stronzo, senza di te non respiro. >> disse, portando le sue braccia al mio collo intrecciandole dietro la nuca, alzandosi sulle punte dato che era dolcemente più bassa di me, portando le sue dolci labbra a contatto con le mie creando un'armonia perfetta tra le nostre lingue.
Portai le mie muscolose braccia dietro la sua schiena cingendola con possessività.
<< Ti amo. >> le sussurrai sulle labbra.